Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce

Redatta da:

Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.

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Maria Valente

testo + audio performance Absolute Poetry 2009

Articolo postato domenica 22 novembre 2009
da Maria Valente

(Patchwork o la bottega del rapsodo in preda al raptus)

AUDIO DOWNLOAD

Tutti quei visi col loro muto arrotolato e filo spinato
BLINDERATOR- STATO BUNKER-
blind blind blind- BLINDATO
orrore orrore il viso stesso è racconto dell’orrore
ogni tanto s’apre una botola e qualcuno finisce ingh-
inghiottito, nella grande rimessa della storia,
al punto che se l’uomo ha un DESTINO sarà
sfuggire al suo destino, disfare il viso, divenire
impercettibile. divenire CLANDESTINO

cLANdestini a mmmmollo nella TON- ton-
tonnara//(elastici viticci recisi)
a piCCo o in boCCa ai pesci,
viaggiatori al termine della
-SPEZZATI- notte-// Anticamera
protendono le mani gli arti come rampini//
ciascuno- emettono e come germogliasse//
tralicci antenne filamenti//
nel disperato tentativo- BAAAVA!//
di allacciarsi- tutte le regole- ignorando//
- tutte le regole- allacciarsi//
SINTASSI //alla vita ignorando tutte le regole
-di allacciarsi alla vita ignorando tutte le regole
della sintassi.

Le anime sparse impigliate ai rocchetti
da attendere allo sbarco come bagagli smarriti
(un supplemento di vita sotto le suole ingombre)
-il cadaaaaVERE che scanso continuamente per viVERE
affiorerà sul dorso dei cucchiai nelle minestre-
ognuno a reclamare il proprio numero fitto o ronzìo
d’esistenza fino a che i bordi non riaffiorano
dall’acqua, offrendo ai corpi un confine
P.E.R.E.N.T.O.R.I.O.!

Morte per aCQua- Fleba il Fenicio, giovane e bello al pari te!
(Fatima e il Brembo). Io sono Ofelia: quella che il fiume
non ha trattenuto, la donna con la corda al collo, la donna
con le vene tagliate, la donna con l’overdose- sulle mie labbra,
neve- la donna con la testa nel forno.
oggi ho smesso di uccidermi

si salverà chi occupa un vano, un accessorio, un piano
per un istinto che invece di guidarti ti minacci
(non erano rimasti altri che vasi d’intenzioni,
ma rovesciate su carta moschicida …)

ci salveremo a piccole dosi di chitina
dal succo intestinale della chiocciola
i gusci le ali le chele, non le radici
appese per le mollette.// MURO BIANCO
BUCO NERO- MURO- ne vermina tutto…
ma nelle arcate vivevano uccelli
-da rasare col coltello-

se un cieco guida un altro cieco ambedue cadranno nella fossa

fino a che punto indotti // quando ti lavo dal disprezzo,
impiegato// a desiderare una // e ti carezzo con cortesia
premurosa// FINE// o bellezza chirurgica// anziché
desiderare// o cammino di ronda//SENZA FINE.//
la tua relazione con le feci è più cordiale da quando
maestro carnefice pianifichi ribellioni e allestisci
un mondo soddisfacente per gente ragionevole:
senza zanzare, pulci, mendicanti. tante nomenclature
e odor di polimeri. -elaborate prevenzioni-
galline elettriche. pecore elettriche
questa lampadina sta per avere una crisi di rabbia
questo colore è quasi nero esploderà nel dormitorio
la BOMba è esploSA. un canniBAle è esploSo.
una gaLLina è morta. una gaLLina vive
.

-qui dentro non c’è nulla che valga la pena-

L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro

- orrendo pronostico di questa mirmecologia-
il taylorismo spietato del formicaio-fabbrica
un GIGAntesco presepe illuminato dai generatori
coi corpi dei pastori operai chiusi in scatole da imballaggio
(legno di noce) TOC TOC- qui dentro non c’è nulla….

l’epitelio come guaina che fascia i sedili, i corpi come
guarnizioni dei materiali industriali, un abbraccio di
cellophane: il corpo di Christo, il corpo di CHristo…
a suo agio tra cantieri e impalcature la morte
gira senza imbracature e cancella i lineamenti
sotto le visiere (pisciando lugubri scintille sull’asfalto)
e nessuno che fermi- tz tz – la catEEEna il montaAAAGGio

saldatori funamboli abbarbicati ai bordi
in una mano la saldatrice nell’altra
un rapido gesto sul vuoto

qui dentro non c’è nulla che valga la pena

ma cosa resta? dei tasselli conficcati a cuneo tra le pareti
domestiche o nella testa dei bambini delle madri, cosa resta?
di quelle morti vittime collaterali, parata di morti, cosa resta?

una benda sugli occhi // QUI
un bavaglio d’aceto// DENTRO
un silenzio d’ovatta// NON C’
pioggia d’amnio// E’ NULLA
SCCCCCCCCCC!! un volume di bianco

tz tz tz qui dentro non c’è nulla

La vita? la morte?...succede come i fiori e il loro vezzo
di decorare il tritacarne, renderlo confortevole- così
farcito di metastasi – rosa determinante o piuttosto
grigio accogliente che si spalanca e inghiotte tutto:
braccia e busto, gambe e busto, bastone e carota,
bastone e carota, bastone e carota

nessuna indicazione sul senso di marcia

ma più spesso, preferisco confinarmi nella più
piccola delle mie idee: una formula magica, le
prime parole. il resto: l’ho già scordato come
il mio indirizzo – ammesso pure che qualcuno
mi abiti, perché dovrei farne parte?
-le occasioni nelle sue braccia anche scomparvero

-senti ancora le voci?...solo quando mi parlano

perché è bello sentire che il sole sorge anche se
ognuno sa che è solo un modo di dire…
tutta una cava ingombra
di bisogni e carenze, l’uomo in avanzo non
è che una scoria, una crosta sformata in un
grumo di muco
l’individuo codificato che vive in un burrone,
a pelo d’acqua o l’intestino di un mammifero
e l’individuo codificato che inghiotte piaga
dopo piaga- e continua a succhiare liquido
che cola via dal ventre aperto

qualunque fetta di cielo vista da qui sarebbe
e sempre lo stesso equivoco: come dev’essere
tenera la creazione qui! per questo cielo senza
chiglia e senza istanza

ho chiesto alle vene solo di difendermi mentre
urlavo: non avete il diritto di trattenerci qui
di tagliarci le gole, non ne avete il diritto!
tutta fiorita dall’occipite al metatarso
come didascalia un ossame bianchissimo
tutta fiorita, ali croccanti a fari spenti nella
notte tutta imbrattata tutta sfiorita tutta
disfatta in brodo primordiale: ci sono cose
che solo un embrione è in grado di sopportare

(allora decidi tu: puoi andartene o rimanere qui:
. qui /. con noi./ al buio/ dove la luce non si tocca.
dietro la nuca un desiderio estorto,
il mento rovesciato contro il vetro stellato
la vita a quattro zampe o al condizionale passato

“NUTRIMENTO & IDRATAZIONE GARANTITE
FINO AD ESAURIMENTO” e la chiamano vita…
per accanimento - una vita assai “misteriosa”
con tutti quei tubicini che spremono fuori la
vita dai contorni – chiamarla vita è un progetto
“ambizioso” da formulare una proposta di
sopravviversi con tutta la flora batterica e
intestinale chiamarla vita è così…
do-lo-ro-so
quando la vita ti guarda e ti chiede: cos’altro
sai fare?

vivere a strappi a scatti vivere irreversibile-
ravanando la terra con le unghie coi rebbi,
vivere un brutto vizio- vivere irreversibile
con la spina dorsale incastrata tra i denti
vivere a cateratte vivere irreversibile, tenendo
assieme i pezzi con spille e cosmesi
vivere senza scampo vivere irreversibile
infilzati alle sbarre come risarcimento

i sentieri interrotti, le superfici guaste
ma qui abitare dove tutto è stato preso
ma forse, mutando la forma delle ali
perdere le foglie i fili o vocali perdere…

o…magari…anche…vivere senz’altro
pretesto che non sia vivere per un atto di protesta
vivere di respiro e di amaranto

7 commenti a questo articolo

Maria Valente
2010-12-10 18:31:00|di Alessia

compattezza a scopo difensivo...sei forse tu??
ti rincorro ma tu sei sempre stata + veloce....
Ale


Maria Valente
2009-12-01 11:50:37|di maria (v)

carissimi tutti, grazie.


Maria Valente
2009-11-28 10:45:08|di orsola p

brava maria

velluto&acciaio


http://www.nazioneindiana.com/

Maria Valente
2009-11-24 23:45:07|di molesini

sei brava, sai urlare


Maria Valente
2009-11-23 23:13:06|

Ciao estera, sottoscrivo il Nacci.
Fosti la migliore... nessun bisogno di ’manifestare’ per dimostrarlo...

Un bacione

Lello


Maria Valente
2009-11-23 12:07:49|di maria(v)

luigi lo sai che ti voglio un mondo di bene,(dunque non ti ascolto :-) e poi quest’anno troppi complimenti...ancora non ho ringraziato tutti per la splendida esperienza, a proposito, postarla e’ un po’ come lasciarmela alle spalle e, come sempre, andare avanti avanti...la strada sempre lunga.
bacionissimi dall’estero :-)


Maria Valente
2009-11-22 21:20:00|di luigi nacci



Cara Maria,

la performance che hai fatto a Monfalcone è stata in assoluto una delle migliori dell’ultima edizione del festival (assieme, ad esempio, a quella di Danieli e Pillan).

Ai pochi detrattori (ad esempio chi ti ha chiamata a sproposito M.V. su un noto quotidiano nazionale, ben sapendo che non avresti avuto la possibilità di difenderti) tu rispondi così, sempre: con il tuo lavoro.

Che altro dire? Chapeau!

Luigi


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