Articolo postato domenica 1 giugno 2008
Marina Pizzi
Dallo stesso altrove
poesie
collana
felix
La camera verde, Roma, maggio 2008
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Marina Pizzi è nata a Roma, dove vive, il 5-5-55. Ha pubblicato i libri di poesia: Il giornale dell’esule (Crocetti 1986), Gli angioli patrioti (ivi 1988), Acquerugiole (ivi 1990), Darsene il respiro (Fondazione Corrente 1993), La devozione di stare (Anterem 1994), Le arsure (LietoColle 2004), L’acciuga della sera i fuochi della tara (Luca Pensa 2006). Alcune raccolte inedite in carta sono rintracciabili sul web. Cura i seguenti blog di poesia: Sconforti di consorte, Brindisi e cipressi, Sorprese del pane nero.
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"già dal titolo il paradosso entra nel libro di Marina Pizzi: in uno stesso/altro che non è Borges ma semmai marcatura materiale di assenze: «un sillabario vuoto», maschera o calco che viene pianto. ogni ipotesi di «nuova vita» finisce=inizia allora in «perimetri di pericoli», nel «torto di vederci». ma in questo nastro che si rovescia su sé, e che sarebbe una serie di espedienti (il)logici se mancasse di buio (e davvero non ne manca), scatta una forbice a tagliare ogni facile attesa o formula del buio stesso. anche il nero, che pure arriva sempre, è sfatato, e l’infinito del verbo è un imprevisto: un impervio «morire per non morire / così come fan tutti»" [m.g.]
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