Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Massimo Bonifazio si occupa di letteratura tedesca. È nato nel 1973 e vive fra Torino e Catania. Suoi testi sono comparsi sulle riviste l’immaginazione e Anterem, e su Nazione Indiana.
l’albero
l’albero, dunque, l’ombra, che prima di ogni chiodo, qui,
di ogni mattone fu gettata, e solida, come ansia di cemento:
nel volgere improvviso del vento, nella polvere,
senza compassione per le sdraio, gli ombrelloni raccolti
nel folto di figure geometriche che irradiano dai cumuli di foglie
ammassati contro i muri, delimitano il luogo del riparo,
dell’illudersi che un riparo esista: fra sedie e tavolini, tappeti,
vasi, tutto un mondo di oggetti senza nome, merci
che circondano lo spazio della vita, lo sopprimono nel fondo
di cassetti, schermi, armadi. appoggiate a cancellate in ferro
di vernice che il sole disfa a strati: verde, azzurra. rossa.
merci non diverse dal sorriso verticale sopra ai volti,
sugli ultimi manifesti a bordo strada
la mano che si appoggia alla corteccia, della stessa
materia sono fatte la mano e la corteccia, e altre mani
si appoggiarono, molto prima che tutto questo fosse: nell’ombra,
al riparo, come acqua che scorre e si raccoglie nel cavo della mano,
fra i coppi rovesciati a canalina, i fichidindia e il loro propagarsi:
di chi cammina sotto al sole, nella polvere. della stessa
materia, attinta al fondo di linfe verdeggianti, di umidore,
del buio più buio della terra: che le dita seguano le crepe,
si inclinino a sfiorare ogni asperità, le unghie sopra al legno,
lo sguardo rivolto al mare, al pendio che scivola nel cielo
e insinua il cono del suo fumo nell’azzurro. così la polvere,
nera accumulata, respiro del vulcano ricaduto in pioggia
opaca – ingorgo di occhi e di grondaie, canaline.
la mano: e la strada stupita, fra le auto, i rovi
– i cancelli, per arrivare qui, desolazione del caldo,
dei passaggi, i sentieri di basalto disfatti dal finocchio,
quale assenza a guidarlo, quale sete, e desiderio,
nel giro dei pozzi di cemento, cisterne, correnti sotterranee
che affiorano nel fiotto di sorgive d’acqua dolce, e fredda, al porto.
*
(immagine in alto: Jacek Yerka, The city is landing)
5 commenti a questo articolo
Massimo Bonifazio: l’albero
2010-07-29 00:52:48|di luinacci
Di nulla, Franci. Spero che l’immagine sia in sintonia, in qualche modo (quel pittore mi piace molto).
Bonifazio è sinceramente interessante. Anche a me piacerebbe poter leggere una raccolta intera.
Massimo Bonifazio: l’albero
2010-07-28 18:01:04|di fabio teti
Francesca (e grazie per il post, intanto): tampino e tampinerò ogni pubblicazione on line di Bonifazio finché, vedrai, esasperato dal leggere il mio nome sotto ogni suo testo, tirerà fuori l’agognato libro...
un caro saluto,
f.
Massimo Bonifazio: l’albero
2010-07-28 15:48:43|di fabio teti
Che sintassi, Bonifazio; (ergo, che poesia).
Massimo Bonifazio: l’albero
2010-07-28 13:57:55|di Francesca Matteoni
Grazie Luigi per l’immagine e per i link. Questo poeta è straordinario, spero che presto ci sia un suo libro reperibile.
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Massimo Bonifazio: l’albero
2014-07-21 23:52:15|di zeeshan
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