Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Non immaginavo morire fosse così semplice
Matteo Bianchi
Sempreverde
Fasullo com’era la pietra che portava al collo, l’imitazione di una nobile premessa, una necessità vietatagli dalla nascita. Almeno ne possedeva una proiezione che si raccontava allo specchio, o intanto che guidava, coperto dal ronzio della confusione. Di quello che per lui era irraggiungibile, se non come farsa, mentre per gli altri era la norma.
L’amore a cui si sentiva costretto non era altro che l’oro, il metallo prezioso in cui s’incastonava la sua gemma alla perfezione, e non aveva peso, ma impura allo stesso modo lo obbligava al terreno, frutto senza prezzo di una mano superiore.
Realtà non è semplicemente il contesto che ci fa stare bene? La speranza ci vizia e ci trattiene: qui smeraldi grezzi portati al collo.
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Lato B
L’empatia che mi spinge a Lui, una simpatia vera, traghettata nel corso di certe notti insonni, di carenze e fumenti di filosofia, è il suo essere insostituibile al mio: è diventato, lo è sempre stato, inseparabile da me. Ma solo adesso lo vedo come tale, palesemente: essendo io la preda della mia insofferenza, tossisco un’essenza assopita che non conosco; in questo ordine imposto (pure dal maggiordomo!), in una città, la mia, in cui la nebbia sia in realtà polvere da abbandono, in questa mancanza di fuoco, di sangue nuovo. Mi sento allucinato abbastanza da trasgredirvi,
uno tra i tanti,
Henry Jeckill
[da Fischi di merlo, Edizioni del Leone, 2011]
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Meta
Adesso so che se dovessi rischiare la cancellazione da un momento all’altro, la sparizione dal traffico di anime vane in circolazione, potrei chiamarti e tu mi raggiungeresti ovunque io fossi. Oltre l’’illusione passeggera di un amore, ciò che importa è riuscire a fondere gli ultimi istanti emaciati ai ricordi mai rinnegati, in modo che la nostra vita sia un tutt’uno con la nostra morte.
Matteo Bianchi, classe 1987, si è laureato in Lettere Moderne a Ferrara; oggi studia Filologia moderna e contemporanea presso la Magistrale di Ca’ Foscari a Venezia. È redattore delle Edizioni Kolibris e della Cooperativa Editrice Labos, si occupa di ufficio stampa e collabora con varie riviste di critica letteraria e d’arte. Ha pubblicato le raccolte Fischi di merlo (Edizioni del Leone 2011) e Poesie in bicicletta (Este Edition 2007).
ma.bi
2012-11-12 01:02:59|
Grazie mille a Italo e a tutta la Redazione!