di Stefano La Via

Stefano La Via si è formato presso le Università di Roma "La Sapienza" e di Princeton.
È professore associato di Storia della poesia per musica presso la Facoltà di Musicologia di Cremona (Università di Pavia).
Ha pubblicato numerosi saggi sul rapporto fra poesia e musica in varie epoche storiche, dal medioevo ad oggi.
Fra i suoi libri:
Il lamento di Venere abbandonata. Tiziano e Cipriano de Rore, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 1994;
Poesia per musica e musica per poesia. Dai trovatori a Paolo Conte, Roma, Carocci, 2006

pubblicato giovedì 24 marzo 2011
Anche se ultimamente il mio interesse sta decisamente calando, ho sempre seguito il Festival, sì quello di Sanremo, e per almeno due motivi. Il (...)
pubblicato mercoledì 26 gennaio 2011
La Libreria Koob di Roma (via L. Poletti 2) è qualcosa di più d’una libreria. Vi si ritrovano non solo lettori e bibliofili, ma anche scrittori, (...)
pubblicato sabato 25 dicembre 2010
È successo giovedì 9 dicembre, a Cremona, Facoltà di Musicologia, Corso di Storia della poesia per musica, nel pieno delle (sacrosante) (...)
 

di Massimo Rizzante

aggiornato venerdì 29 luglio 2011
 

di Gabriele Frasca

aggiornato giovedì 5 maggio 2011
 

di Cecilia Bello Minciacchi,
Paolo Giovannetti,
Massimilano Manganelli,
Marianna Marrucci
e Fabio Zinelli

aggiornato domenica 18 marzo 2012
 

di Rosaria Lo Russo

aggiornato sabato 21 maggio 2011
 

par Pierre Le Pillouër

aggiornato giovedì 17 maggio 2012
 

di Luigi Nacci & Lello Voce

aggiornato domenica 13 novembre 2011
 

di Massimo Arcangeli

aggiornato martedì 30 agosto 2011
 

di Sergio Garau

aggiornato lunedì 6 febbraio 2012
 

di raphael d’abdon

aggiornato sabato 2 aprile 2011
 

di Claudio Calia

aggiornato venerdì 2 dicembre 2011
 

di Yolanda Castaño

aggiornato martedì 9 novembre 2010
 

di Giacomo Verde

aggiornato sabato 4 giugno 2011
 

di Domenico Ingenito & Fatima Sai

aggiornato mercoledì 10 novembre 2010
 

di Chiara Carminati

aggiornato giovedì 13 gennaio 2011
 

di Gianmaria Nerli

aggiornato giovedì 16 settembre 2010
 

di Maria Teresa Carbone & Franca Rovigatti

aggiornato giovedì 17 marzo 2011
 

a cura di Massimo Rizzante e Lello Voce

aggiornato domenica 27 novembre 2011
 
Home page > I blog d’autore > MelosBlog > MélosPolitico (Apesar de você!)

MélosPolitico (Apesar de você!)

Articolo postato martedì 29 giugno 2010

Sarà che quando ho scritto questo post era sabato 19 giugno, compleanno di Chico Buarque (me l’ha ricordato a sua insaputa un fisarmonicista rumeno, che per la strada suonava ‘Tanti Auguri a Te’ senza un perché). Sarà che la notizia dell’ennesimo attentato alla Cultura (ai danni proprio di Absolute Poetry!) mi ha riempito di un sentimento misto di cupa desolazione e ira furibonda. Sarà che le pronte reazioni di Luigi Nacci, Lello Voce, Hanna Derrida (qui su La Scimia e AbsoluteVille)—così dignitose, vibranti e traboccanti di ragione—hanno ulteriormente arricchito e complicato la commistione del mio stato d’animo. Sarà che anch’io, nelle parole di Luigi Nacci, “non credo nella poesia ‘politica’ a spot – credo che la buona poesia sia intrinsecamente, necessariamente politica, civile”. Sarà che prima o poi, in qualche modo, avrei comunque dovuto parlarne anche in questo spazio.

Fattostà che, per tutte queste ed altre ragioni, ho deciso di sospendere ogni altra attività e proporvi l’ascolto di quattro canzoni di Chico, tutte risalenti al periodo più buio della dittatura militare che per vent’anni (1964-1984) ha flagellato il Brasile. Certo, non si può paragonare quella terrificante vicenda storica—inauguratasi con un vero e proprio colpo di stato e culminata nella condanna, incarcerazione, tortura ed eliminazione sistematica di migliaia e migliaia di ‘sovversivi’—con quella attuale del nostro paese (sulla quale stendo per ora un velo pietoso). Eppure non è difficile cogliere alcune fortissime somiglianze. Sin dagli esordi, il generale Castelo Branco (prima di una lunga serie di ‘presidenti’ militari) si dedicò anzitutto alla persecuzione dei cosiddetti ‘comunisti’—termine indistintamente applicato a tutti gli oppositori del regime; fra questi i più temuti erano, naturalmente, gli intellettuali, i giornalisti indipendenti, gli artisti e i letterati, in modo tutto particolare i poeti e i cantautori. Anche i successori di Castelo Branco, gli ancor più repressivi e sanguinari Da Costa e Silva (1967-69) e Garrastazú Medici (1969-1974), sapevano bene che la parola poetica—ancor più se unita alla musica e ampiamente divulgata in forma popolare di canzone—nelle mani dei ‘comunisti’ poteva (ancora può!) diventare una delle più micidiali armi di ‘sovversione’, resistenza, mobilitazione delle coscienze. Il che spiega, naturalmente, anche la censura sistematica cui venivano sottoposte le canzoni di Chico Buarque.

- Continua in pdf

Video correlati:

- Apesar de você - Chico Buarque

- Pedro Pedreiro (Chico Buarque)

originale 1966

versione italiana

- Construção / Deus lhe pague

originale 1971

Wisnik+Tatit

Guido Rita

- Roda-viva

1 commenti a questo articolo

MélosPolitico (Apesar de você!)
2010-08-02 10:25:47|

articolo molto bello.

slot machine gratis


Commenta questo articolo


Un messaggio, un commento?
  • (Per creare dei paragrafi indipendenti, lasciare fra loro delle righe vuote.)

Chi sei? (opzionale)