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N B è A - poesia dell’altro giorno

Articolo postato venerdì 11 maggio 2007
da Lorenzo Carlucci

nel generalissimo laissez-aller nell’inizio dell’estate metto qui questa poesia scritta nei giorni scorsi tra liverpool e bologna copiata e riscritta stasera. l’originale è impaginato un po’ a serpentina e non ce la faccio a riprodurlo qui ora e pertanto l’allego.

N B è A (santa lucia per rifugio ai piccioni)

chiesa mia chiesa impaurita
chiesa incompiuta santa lucia
noi abbiamo spodestato il padre
mangiamo nella casa sua noi siamo quelli
che hanno cacciato i signori dai parchi all’inglese
e non ci rimane niente, e vuota è la mano
lui ci ha spodestato dalla verità

nei conventi, a bologna, spieghiamo la logica
ai domenicani, e non ci rimane niente restiamo
con le mani vuote come le mani belle della negra
chiuse intorno a un cuore che non c’è

mia chiesa chiesa mia chiesa incompiuta
chiesa mia bella, senza facciata

fumiamo le sigarette insieme agli impiegati [...]
facciamo la spesa con loro [...]
noi camminiamo al fianco degli asini
pensando pensieri asinini
scansando le donne che in posa di cane
ci aspettano ai bordi di via.

noi siamo una parte di quelli che hanno cacciato i signori
dai parchi all’inglese noi abbiamo svuotato le chiese
i parchi di volpi e conigli
facciamo la guardia sui figli dei ricchi
che passano qui a maturare
camminano con le ciabatte
abbracciano
si lavano i denti in fila
organizzano tristi canzoni
dietro tristi tendine
noi siamo i cani da guardia i cani dei cacciatori
guardiamo
le file dei panni piccini sui fili
la gara che fanno col bianco
dei fiori di Giuda sui rami

noi i nostri padri li abbiamo affrontati in ritratti
noi abbiamo svuotato le chiese occupato i soggiorni
predandone le biblioteche
e senza bruciare una riga senza torcere un solo capello
copiandoci tutto sui palmi

non noi ma qualcuno ci ha messi qui dentro
una mano segreta, quando lui si è nascosto
come una talpa dentro la tana quando qualcuno - mazrèm -
si è cucito nel braccio il suo nome
lasciandoci senza parole
messi qui come fiori
che non hanno di meglio da fare che lasciarsi cadere
fare specchio di sé in pozze di rosa ai suoi piedi

tutto questo e le nostre mani restano vuote
norimberga non vuole riempirle
la bibbia in caratteri piccoli piccoli e fitta sui palmi
lo specchio per leggerla senza doverci ritorcer la testa
senza orribili strabuzzamenti degli occhi ci è tolto
si è rotto oppure il suo enigma è dissolto
presso i saloni dei parrucchieri
nelle scatole da trucco delle bimbe
negli ascensori degli uffici - e lei vi si specchia felice

e non di passaggio ma soltanto se è per dimora
di un tempo di vita.

e tutti di noi si lamentano - anche i nostri cani -
siamo sconosciuti nessuno ci ha mai incontrati
siamo come un fantasma senza immaginazione
siamo come una apparizione - sulla piazza maggiore
non conserviamo nessuna parola e non ci interessa la verità.
marciamo di fianco ai muli da soma
pensando pensieri asinini.

7 commenti a questo articolo

N B è A - poesia dell’altro giorno
2007-05-13 23:52:52|di lorenzo carlucci

ciao luigi grazie per lo sforzo. forse mi sarei aspettato di più da un critico di professione. forse mi sarei aspettato di più da uno che esorta gli altri a "confrontarsi con il testo". speriamo che alle tue "contrazioni" segua un parto felice :)

bye,
lorenzo


N B è A - poesia dell’altro giorno
2007-05-13 21:07:45|di luigi nacci

non so esplicitare. è stato un gesto istantaneo. ho letto la tua poesia e m’è venuta alla mente quella di matteo - hai presente serra? lettera a alfredo panzini, cesena, 27 novembre 1914: caro professore, ho letto due volte, fra ieri e oggi, il libretto e rinunzio a scriverne lungamente. le mie impressioni sono piuttosto contrazioni...


N B è A - poesia dell’altro giorno
2007-05-12 13:39:03|di Lorenzo Carlucci

caro luigi ti sarei grato se trovassi modo di esplicitare il senso del tuo sibillino accostamento del "pastiche rilkiano" di danieli a questo testo. vedi altra parentela oltre l’uso del "noi", proprio anche ai due testi che ho aggiunto io (nacci e eliot)? [anche questo, con distinzioni: in danieli il "noi" esclude il poeta ed esclude il lettore (è riferito ad una terza realtà), nel testo di nacci il "noi" include il lettore e include il poeta, nel testo di eliot il "noi" è a metà tra le due soluzioni precedenti (inclusivo-inclusivo e esclusivo-esclusivo), nel mio testo il "noi" esclude il lettore ed include il poeta.]

comunque, grazie per avermi dato modo di ritornare al testo di eliot, che non era "attivo" in me mentre scrivevo sta roba, ma in cui ho trovato una corrispondenza molto più forte (specie tra "Shape without form, shade without colour,[...] gesture without motion" e "siamo un fantasma senza immaginazione") che non con il testo di danieli (che contiene passi che io non potrei mai scrivere, e.g., "Quanto di noi più mortali possono essere/
gli esseri di cui noi il mito siamo") e che peraltro sento piuttosto alieno al mio presente.

grazie,
lorenzo


N B è A - poesia dell’altro giorno
2007-05-12 09:37:43|di Lorenzo Carlucci

silvia, ti ringrazio. se non a un "lamento" pensavo proprio alle "lamentazioni" di geremia.

lorenzo


N B è A - poesia dell’altro giorno
2007-05-12 09:36:49|di Lorenzo Carlucci

DIROTTIAMO AREOPLANI DI CARTA NEI GIORNI DIVENTO

di Luigi Nacci

Ci copriamo con pacchi-lenzuola e con coltri-bagagli

Incrociamo gli sguardi ma senza azzardarci a parlare

Che l’ossigeno è poco e il pensiero si ossida presto

Ci conforta il reattore che sparge potente il suo canto

Ed è come l’apnea delle prime nuotate in piscina

O la faccia contratta nel vetro del treno che parte

Ci mettiamo a soffiare a soffiare pensando alla luna

Si potesse saltare aggrapparsi coll’unghie a dei cirri

THE HOLLOW MEN

di T.S. Eliot

We are the hollow men

We are the stuffed men

Leaning together

Headpiece filled with straw. Alas!

Our dried voices, when

We whisper together

Are quiet and meaningless

As wind in dry grass

Or rats’ feet over broken glass

In our dry cellar

Shape without form, shade without colour,

Paralysed force, gesture without motion;


N B è A - poesia dell’altro giorno
2007-05-11 22:56:49|di Luigi Nacci

SECONDA ELEGIA

di Matteo Danieli

Noi siamo gli Angeli di cosa?

Quanto di noi più mortali possono essere

gli esseri di cui noi il mito siamo

essi non durano che un attimo

per noi non hanno volto

non hanno un corpo. Ma se io

adesso alzassi la mia voce

o facessi il gesto con la mano

per quanti millenari ossi durerebbe ai loro occhi?

Nel tempo non vi perderebbe l’unità?

Perché ci si abitua all’abitudine

ci si sveglia un giorno come tanti

le unghie sono lunghe, i capelli sono bianchi, nuove rughe

scomparse dentro il non volere

vedere, reappaiono. All’abitudine

noi doniamo balzi

e si erge la dimenticanza come un simulacro

Ecco lo vedi siamo, i dimenticati.


N B è A - poesia dell’altro giorno
2007-05-11 17:55:36|di silvia molesini

Bel lamento d’impotenza. Sono cose importanti.


http://silviamolesini.splinder.com

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