Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Sono figlia del cielo e della terra, / Pura ed impura come tutti, forse. (M. L. Spaziani)
Sono questi i primi e bellissimi versi di un lungo percorso che prima d’essere costruito è stato amato, bevuto ed imbevuto nell’entusiasmo d’un brindisi, d’una ricerca della poesia oltre ogni facile etichetta.
NEL CRISTALLO UN VINO ASTRALE
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Autori presenti nell’antologia Nel cristallo un vino astrale:
Maria Luisa Spaziani
Maurizio Cucchi
Giuseppe Conte
Ferruccio Benzoni
Antonella Anedda
Umberto Piersanti
Paolo Ruffilli
Franco Buffoni
Silvio Ramat
Gian Mario Villalta
Giorgio Bàrberi Squarotti
Ennio Cavalli
Roberto Pazzi
Roberto Deidier
Rosaria Lo Russo
Erminia Passannanti
Maria Pia Quintavalla
Alessandro Agostinelli
Antonio Spagnuolo
Arnold de Vos
Claudio Mancini
Tita Paternostro
Giuseppina Tundo Carrozzi
Feliciano Paoli
Maria Luisa Bigai
Domenico Cipriano
Claudia Ruggeri
Rossano Astremo
Nel cristallo un vino astrale è il primo progetto editoriale di Whipart onlus e conclude un ciclo di articoli che hanno avuto come oggetto d’interesse, appunto, il vino. Dal vino nell’antichità come strumento di conoscenza al vino nei tempi moderni come strumento religioso da una parte e mezzo per evadere la realtà dall’altra. Poi il vino come approfondimento di una particolare corrente artistica primonovecentesca italiana: il futurismo. Per concludere con uno sguardo all’oggi che si è rivelato, nel sodalizio tutto poetico che rappresenta questa antologia, un polisemico osservare la vita stessa.
Dallo sconforto benzoniano de roso / dallo sconforto, dall’ebbrezza di / un giorno rivederti alla dolcezza spirituale di Conte La mia anima è sulle mie labbra: / la cerchereste altrove invano. [...] Inumiditela prima di vino, / e che sia libera di andare. Dalla malinconica verità di Piersanti ho pianto con la faccia dentro i vini / ché ogni cosa il tempo trascolora alla preghiera quotidiana di Buffoni Il vino bianco in cucina serve sempre / Sia lodato Gesù Cristo / Sempre sia lodato. Il vino acquisisce man mano colori e sfumature differenti, è il rosso / è il bianco / è bere un colore / come Van Gogh che si attaccava / ai pennelli afferma emblematicamente Cavalli nel suo testo. Il vino è Amico e nemico non so, / compagno del passato, / antico pensiero trasognato dice parimenti Cucchi.
Il vino come un simbolo del quotidiano, e della condivisione. Questa raccolta con la scusa di parlare del vino, vuole, a suo modo, raccontare la vita afferma il presidente Guido Roberto Saponaro nella sua prefazione. E leggendo questi versi è difficile non pensare al vino come a un leggero e inebriante strumento di navigazione attraverso la vita, una barca di Caronte, forse, attraverso il male e le aspirazioni umane. è ormai sfiorito il tempo delle rose: / la vita sa di tappo / e -come il vino- è solo da buttare afferma Mancini. Ma Le poesie vanno lette ubriachi [...] solo così si colgono i respiri / gli affanni affacciati / dalle ampolle dei versi dice Cipriano quasi componendo un manifesto poetico.Vino, vita, e poesia, un trittico ed un unicum che ha come filo conduttore la voglia di bere e di brindare alla vita, osservandola, gustandola e rendendola sostanza umana calda e comprensibile, amicale. Perché la vita, come afferma Astremo nei versi scelti a conclusione di questo percorso, è forse questa poesia che serve o non serve, / ma è necessaria, come sangue che pulsa.
NEL CRISTALLO UN VINO ASTRALE
2008-02-24 15:21:51|di giacomo
Chi sa s’el servirà mai a qualcossa
tuto sto vin
che vemo bivù fin desso,
se i ne darà mai un toco de carta
ch’el ne diga che semo stai bravi,
che vemo fato benon
a tirarse su ste cioche
a sdrondenarse ‘l sarvel
a ingomearse ‘l stomego
a insiminirse i oci
su tuti sti speci
che i vien fora tai biceri
co’ che te ne lassi un goto
sul fondo;
a vardarghe drento fisso
sintirse manco rudinasso…