Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Corpo nostro PPP
corpo nostro cielo di guardare
ripeti la fiume pianura ripeti
le dita nel cavo della bocca
metti visceri di cagna all’aria
vita e lingua dove sono vita
e lingua e la cura è cura
del proprio tempo:
sii corpo pensato
sponda del corpo bandiera
straccio della carne che nasce
sventola rinasce e nelle mani
dei morti e dei vivi come
un suolo più grande della morte
Virgilio degli inferni e del bosco:
qui la partita giochi al sole
dei campi romani là era l’attesa
senza cose un fronte di palazzi
bricolage un cemento a fare
cervello come il caglio
di pecore nel collo giovane
a pastura a vento:
vai mulino ai giganti
indossati veste d’arme
scrivi l’infinito dei gesti
quel che cade e si alza
e si alza ancora e sii piazza
vermiglio sonetto sulla luce
bianchissimo giorno:
scrivi come l’ossigeno
e soffione a dire bocca
il campo viene campo
per crescere città là nel fuori
diavolo e sangue fiori di poco
scrivi senza la legge del libro
senza il male:
(Inedito 2012)
Nota biografica
Nadia Agustoni (1964) ha esordito con Grammatica tempo (1994) Gazebo cui sono seguiti altri libri tra cui Poesia di corpi e di parole (2002), Quaderno di San Francisco (2004), Il libro degli Haiku bianchi ( 2007). E’ del 2009 per “Le voci della luna” Taccuino nero. Nel 2001 Il peso di pianura, Lietocolle e il Pulcinoelefante Il giorno era luce.
9 commenti a questo articolo
Nadia Agustoni
2012-11-12 06:49:27|di robertorossitesta
Testo compatto e potente, a parte ogni discorso strettamente letterario nel Paese i nodi vengono al pettine e per affrontare il rimosso, per far tornare i conti ci si volge a chi ha contato davvero.
Grazie e un caro saluto,
Roberto
Nadia Agustoni
2012-11-11 11:26:25|di Giovanni Nuscis
Bellissimo test, Nadia, per liricità ed evocatività struggente.
Ci tornerò ancora.
Giovanni
Nadia Agustoni
2012-11-10 23:31:52|di Luigia Sorrentino
Bellissimo il verso "per crescere città là nel fuori". Grazie Nadia, per questo ricordo di Pasolini
Luigia Sorrentino
Nadia Agustoni
2012-11-10 21:27:37|
Una poesia ritmica, serrata: diversa per certi aspetti dalle ultime che avevo letto di Nadia, ma ugualmente centrata e piena. Il segno di un percorso che va avanti e, cambiando, conferma la sua importanza.
Francesco t.
Nadia Agustoni
2012-11-10 16:00:28|di Chiara Daino
Pura Poetenza Poetica!
Corpo tonico capace incarnare LITURGIA viva. Un monologo che dialoga, denunciando e declamando in perfettà fluidità la perfezione che Nadia abita: il nodo dell’onda.
Nell’inchino e nell’abbraccio pescino
Nadia Agustoni
2012-11-10 14:47:01|di Liliana Z.
Un’energia, una tenuta del testo notevoli. Lo sguardo di Nadia getta sempre una luce particolare sugli accadimenti, come il fascio di luce che attraversa i personaggi su un palcoscenico; quella coscienza umana e civile (o incivile) a cui sempre aderisce la parola di Nadia. Uno "stare sulle cose"
per poi trasformarle in versi che arrivano, eccome, al lettore.
Liliana Z
Nadia Agustoni
2012-11-10 12:42:10|di Anna Maria Curci
Cinque strofe che camminano e parlano, con chiarezza e coerenza. Annodano fili anche, lingua, vita e cura, cura del tempo storico, conversazione-visita ai poeti (in esilio, per dirla con Brecht) in un crescendo di ritmo e di toni cromatici, che culmina nella quarta strofa e, nella quinta, diventa imperativo categorico nella doppia proposizione privativa. Leggo nel "senza il male" della chiusa un richiamo testuale a "senza male", componimento poetico centrale dal "Taccuino nero".
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Nadia Agustoni
2012-11-13 20:00:35|di Marzia Alunni
Il senso dell’esortazione ad agire, essere, in piena autenticità, mi pare il messaggio di questa poesia, serrata, incalzante e pura. Nella sua dimensione, anche di lotta, il testo comprende la componente-uomo, ridisegnando l’agire coerentemente, senza nulla togliere alle istanze estetiche, o alla finezza espressiva, della scrittura che risalta in maniera piena. Il significato di questa esperienza della testualità è la conquista di una visione matura e consapevole, attraversata dal dubbio sulla vita e le cose, mai neutre e troppo spesso ostili. La poesia si qualifica dunque come radicata nell’esistere, senza concessioni e compromessi, riconoscendo all’oggi il privilegio di muovere i sentimenti e mobilitare le coscienze. "C’è un cambiamento ora praticabile?" sembra chiedersi, più, o meno, direttamente, questa poesia, ma proprio dal clima di acuto disincanto che si avverte nasce il senso di un impegno al riscatto esistenziale. Per cui, concludendo, sono assai appropriati i versi seguenti che segnalerei inoltre per la loro intensità:
"...sii corpo pensato
sponda del corpo bandiera
straccio della carne che nasce
sventola rinasce e nelle mani
dei morti e dei vivi come
un suolo più grande della morte..."
Una tensione etica ( e dunque politica in senso elevato) pervade tutto il testo e rimane impressa in chi legge e guarda al domani. (Marzia Alunni)