Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
E’ mai possibile che dall’impassibilità possa nascere il ritmo della musica?
E’ quanto si chiede Mario Gamba nell’acuta introduzione a Milleuna di Nanni Balestrini, prima raccolta, accompagnata da CD, delle ‘parole per musica’ del poeta milanese. E si risponde sì, a patto di non confondere la musicalità con il ‘birignao’ ‘armonico’ e neo romantico, a patto di avere il coraggio di sperimentare, di saggiare, personalmente, o grazie alla collaborazione di tantissimi musicisti e compositori, delle più differenti estrazioni, ogni strada aperta a questo matrimonio d’arti così antico e pure così sospetto nelle polverose poetiche che spadroneggiano in Italia oggidì.
E proprio questo è Milleuna: un viaggio nelle infinite possibilità sonore e di senso che si offrono alla poesia quando essa incontra la musica e la voce.
Percorrendo i brani del CD si va dalla parola come pura ‘materia prima’, quando la sua articolazione è partenza verso la vocalità ‘concreta’, in un cammino al contrario, dalla parola alla voce, come nel caso di Nono e del suo Contrappunto dialettico della mente, tratto da Ma noi facciamone un’altra, o del raffinatissimo esercizio di Demetrio Stratos nella sua esecuzione della Signorina Richmond, sino al circolo ossessivo della splendida voce di Irene Aebi che canta l’Ipocalisse, trasformando il jazz di Steve Lacy in un esercizio quasi modale, ai confini del mantra, con esiti stupefacenti ed assolutamente coinvolgenti. La melodia scanzonata e ironica di Capossela e Rossi, che mettono mano ai Furiosi per saccheggiarne versi irridenti, si alterna a Servillo e Mesolella, degli Avion Travel, che ‘recitano’ a colpi di voce e di chitarra Sandokan, o alla fantasmagorica interpretazione che Rezza letteralmente ‘abbaia’, intrecciandosi con le percussioni di Ruggeri, della celeberrima Basta cani, elenco surreale di slogamenti metonimici e vocali di senso, capace di costruire un vero universo parallelo; per poi chiudere l’ascolto sulle morbide atmosfere di Fresu, che sostengono la voce del poeta come a mezz’aria, in una gara di intense essenzialità nell’esecuzione di una delle prime poesie di Balestrini, Il sasso appeso.
L’uscita del libro è stata l’occasione per incontrare l’autore e porgli alcune domande.
Il rapporto con la musica è una costante della sua attività. Oggi sempre più spesso la poesia si fa sonorità e incontra la musica. Qual è per lei il senso di quest’incontro? La poesia ne viene potenziata, o invece si trasforma in qualcosa d’altro?
«Direi le due cose. La poesia viene potenziata perché aggiunge alla sua sonorità un’altra sonorità con cui dialoga e che accresce indubbiamente il suo valore espressivo. Ma il risultato è inevitabilmente qualcos’altro, rispetto a quella iniziale si ottiene una composizione che unisce, nei casi migliori fonde, due soggettività e due linguaggi, dunque una nuova opera che si distacca da quella iniziale.»
Nel suo cammino ’musicale’ lei ha incontrato compositori e musicisti provenienti dai campi più diversi: da quello della musica colta d’avanguardia, al jazz, alle esperienze di cross over (Cinque) e sino alla cosiddetta musica ’popolare’, sia pur di altissima qualità. E’ sua la scelta di tenere così ampio il ventaglio delle esperienze, o sono stati i suoi versi ad attirare musicisti tanto differenti l’uno dall’altro?
«Per la maggior parte si è trattato di incontri suscitati dai musicisti che hanno trovato nei miei testi qualcosa che li spingeva a creare situazioni sonore corrispondenti. In alcuni casi si tratta del risultato di progetti comuni destinati a una messa in scena. E’ il caso dell’operapoesia Elettra, concepita insieme a Luigi Cinque, del testo di Milleuna interpretato da Demetrio Startos per l’azione mimica di Valeria Magli, dei brani di Sandokan storia di camorra recitati da Peppe Servillo accompagnato dalla chitarra di Fausto Mesolella.»
Lei non si è limitato a scrivere per la musica, ma a volte è lei stesso a salire sul palco per eseguire i suoi testi. Da questo punto di vista credo sia esemplare l’esperienze dell’Elettra. Cos’ha di diverso l’ Elettra da altre sue esperienze musicali?
«Si tratta di un lavoro ampio, organico, anche se lascia ampio spazio all’improvvisazione della voce di Ilaria Drago e dei diversi strumenti. La mia partecipazione vocale è qui solo accennata, una semplice presenza, mentre era stata più impegnativa nell’Alba, realizzata con altri tre poeti, Jill Bennett, Liliane Giraudon e Jean-Jacque Viton. Insieme abbiamo formato il Quatuor Manicle, che a partire dal 1981 ha eseguito numerosi pezzi vocali.»
Ha spesso riproposto il concetto di ’Opera Poesia’ come una delle strade più interessanti da percorrere per la poesia del nostro presente. Cos’intende esattamente?
«Credo che si tratti dell’esperienza più viva e originale che la poesia negli ultimi tempi sta seguendo un po’ ovunque nel mondo. Dopo la sua uscita dalle pagine del libro, il suo affermarsi come fatto orale con la poesia sonora e la performance, ha dato origine a forme più strutturate, piccoli spettacoli basati sulla collaborazione con musicisti, artisti visivi, attori… Un nuovo genere che rimescola esperienze passate in modi sempre diversi, che attirano anche un pubblico giovane e vivo e che penso avrà sempre più successo.»
Più o meno in contemporanea con Milleuna si realizza a distanza di anni un suo vecchio progetto, quello del romanzo ’unico e molteplice’, il Tristano. Ciò che non fu possibile realizzare al momento della sua concezione (migliaia di copie di uno stesso romanzo, ma assemblate ognuna in modo casualmente differente, insomma migliaia di romanzi diversi che pur erano lo stesso) è ora possibile grazie allo sviluppo di una particolare tecnica digitale che permette di produrre in serie copie sempre diverse del Tristano. Quanto è importante per la letteratura il rapporto con la tecnologia?
«La musica e l’arte visiva hanno da tempo rapporti strettissimi con le nuove tecnologie, si può anzi dire che esse ne hanno fatto oggi i loro principali strumenti. Un’operazione come questa di Tristano, che suscita tanto stupore in campo letterario, risulterebbe nomalissima in quegli ambiti. Si rifà a una genealogia notissima: Duchamp, Cage e poi Warhol, Glass, Baruchello…Ma la letteratura è generalmente indietro di almeno cinquant’anni rispetto all’evoluzione artistica e musicale, e questo probabilmente si riflette anche sulla sua visione del mondo.»
Nanni Balestrini
Milleuna – Parole per musica
Prefazione di Mario Gamba
DeriveApprodi / MRF
Libro + Cd Audio. Pp.65
Nanni Balestrini
Tristano
Prefazione di Umberto Eco
Derive Approdi
pp.122
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