Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

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Rade Šerbedžija: 4 testi

(poesia straniera - numero V)

Articolo postato mercoledì 27 febbraio 2008
da Luigi Nacci

Dopo il magiaro János Pilinszky, l’albanese Viktor Kubati, il croato Slavko Mihalić e il rumeno Mircea Dinescu, presento quattro testi del croato Rade Šerbedžija.

Rade Šerbedžija é nato a Bunić, in Croazia, nel 1946 ma è cresciuto a Vinkovci, ai confini con la Serbia. Ha studiato all’Accademia d’Arte Drammatica di Zagabria. È considerato uno dei più importanti attori della ex-Jugoslavia, sicuramente il più noto a livello internazionale. Attivissimo sia nel teatro che nel cinema, ha lavorato con i registi più importanti del suo paese (fra gli altri Makavejev, Pavlović, Tadić, Drašković). Nel 1992, causa il conflitto che sconvolge la ex-Jugoslavia, è costretto prima all’esilio forzato a Belgrado (in quanto di etnia serba e sposato con la regista serba Lenka Udovički), poi a Lubiana e infine decide di lasciare il paese. Vive prima Londra e poi si trasferisce negli Stati Uniti: è l’inizio della sua carriera internazionale. Nel 1994 è il protagonista di Prima della pioggia di Milcho Manchewski, Leone d’oro a Venezia e nominato all’Oscar come miglior film straniero. Prende parte a grosse produzioni hollywoodiane (fra cui Il Santo, Mission Impossible 2, Space Cowboys, The Quiet American), ma lavora molto anche per il cinema indipendente e d’autore: nel 1999 ha un ruolo di rilievo in Eyes Wide Shut l’ultimo film di Stanley Kubrick e nel 2000 in Snatch di Guy Ritchie. Ha lavorato anche nel cinema italiano: nel 1997 ne La tregua di Francesco Rosi, nel 1999 con Giuseppe Bertolucci in Il dolce rumore della vita, nel 2002 ha interpretato il ruolo di Miran Hrovatin in Ilaria Alpi - Il più crudele dei giorni di Ferdinando Vicentini Orgnani. Nel complesso ha preso a parte, dal 1980 ad oggi, a più di cento pellicole. La Festa del Cinema di Roma gli ha conferito nel 2007 il premio ufficiale al miglior interprete maschile per il ruolo interpretato nel dramma greco-canadese Fugitive Pieces.
Šerbedžija ha inciso diversi album e pubblicato diversi libri di poesia, tra i quali L’amico dice di non conoscerlo più, tradotto in italiano da Ginevra Pugliese e pubblicato da Amos Edizioni nel 2004 (da cui sono tratti i testi che seguono; mi sono permesso qualche leggerissima variazione, rispetto alla traduzione originale). Recita poesie in tutto il mondo.
Vive a Los Angeles.

***

La prefazione di Miljenko Jergovič a L’amico dice di non conoscerlo più: qui.

Un’intervista a cura di Jimmy Milanese apparsa su “Fucine Mute”: qui.



Non c’è male, e tu?

Come stai, Borislav
fermati
non andartene via subito
rifletti
sistemati la sciarpa
la mano in tasca
fuori dalla tasca
alcuni di questi semplici movimenti
ti diranno cosa rispondere
ad esempio:
Che te ne importa farabutto
non toccare i fiori
che annaffio, sono miei
Quindi ti volti sul posto
così che i tacchi scricchiolano
Per Dio
ci siamo esercitati per anni
a come dimenticare altrimenti le loro facce
Come stai Borislav
c’è qualcosa di nuovo
in questo paio d’ore
che ognuno di noi ha divorato in sé
hai scritto una poesia
su cosa
e in fin dei conti perché
Girati dai un’altra volta
sui tacchi
prima che ti chieda
qualcosa di più importante
non ne ho voglia
questa sera
Abbiamo bevuto il nostro vino
e siamo rimasti zitti per un bel po’
fratelli nel loro mutismo
Come stai, Borislav
te lo chiedo di nuovo
mentre adesso sono io che allungo la mano in tasca
la tiro fuori
e aspetto con impazienza che tu mi dica
Non c’è male e tu
ci giriamo così sui tacchi
facciamo scricchiolare le scarpe
e insieme dimentichiamo le loro facce

Zagabria ’89


*


Così disse Josip nella giacca nera un giorno in cui
il cielo nero si addensò su Zagabria

Anche se un giorno vi diranno
che sono morto
non credeteci amici miei
Sono solo fandonie dite
si sarà già fatto vedere da Siniša al club
o in qualche angolo
appoggiando al muro una bella figliola
dite
Non può andarsene così
non ha ancora finito di bere la sua grappa
non ha pagato
le bollette della luce
e non ha ancora vinto tutti a biliardo
Se un giorno diranno
che sono morto
che sul mio corpo è passato un tram di Zagabria
e che è rimasta soltanto la mia giacca nera
rossa sul marciapiede
o che mi ha sgozzato con una lama
quella bionda
che ho fatto conoscere anche ai vecchi
amici miei
fate segno con la mano di lasciar perdere e dite
La morte non può ancora toccare Josip
abbiamo un appuntamento con lui venerdì
a mezzanotte in punto
ha promesso di portare della vera tequila
e della buona erba per tenerci allegri
e ha detto anche
Se un giorno diranno
che sono morto
tirategli il bicchiere negli occhi
dategli un calcio nei coglioni
come si deve
se la possono prendere in culo loro
e quella bugiarda della loro madre
Se ho detto che verrò
prima o poi
verrò
voi statevene insieme tranquilli
bevete il vostro vino
amici miei
bevete anche la grappa
per me
finché non sarò tornato

Zagabria ‘89


*


Zagabria 30/09/1992

Sono stato nella mia città
per un periodo breve
per ritirare il nuovo passaporto
con lo stemma croato e la copertina blu
Mi sono fotografato a colori
ed ho proprio un bell’aspetto
nonostante tutto quel che mi succede
attraverso le mie strade e guardo le punte delle scarpe
conto in ordine i passi
quando arrivo a cento ricomincio da capo
Se qualcuno mi chiama per nome
aspetto che lo rifaccia
allora mi volto e nel modo più umano possibile
ci scambiamo un paio di parole
poi mi affretto di nuovo verso qualche indirizzo
dove mi aspettano vecchi amici
chiudo bene la porta dietro di me
beviamo vino rosso
e stiamo zitti
e stiamo semplicemente zitti


*


E’ morto l’ultimo boia

Nella cittadina inglese di Newport
nell’anno 1986
è morto Albert Pierrepoint
l’ultimo boia inglese
Prima di lui
erano stati boia sia il padre che lo zio
e tutti vissero molto a lungo
Albert era una persona riservata
e adorava pescare
Gli piaceva fare lunghe passeggiate lungo il mare
e scriveva puntualmente il suo diario
nel quale descriveva nei dettagli
e con molta professionalità
ogni singolo caso che aveva giustiziato
Aveva impiccato più di 400 persone
e una volta
in un solo giorno
ben 27
Già che ci siamo coi numeri
bisogna sottolineare che Albert
si occupò di fatti di sangue per 16 anni
dal 1940 al 1956
Nel frattempo fece il sarto
quindi il postino
e per un periodo molto breve l’antiquario
Nonostante la sua professione
Albert era un uomo molto sensibile
Dicono che amasse gli animali e i bambini
e nel periodo in cui eseguiva le sentenze
si era impegnato pubblicamente
per l’abolizione della pena di morte
Dopo la seconda guerra mondiale
Il Times pubblicò un interessante reportage
su Albert di Newport
che negli anni 1945 e 1946 aveva lavorato in Germania
e là aveva condannato a morte alcuni criminali nazisti
Nel 1956 Albert smise di fare il suo mestiere
e aprì un ristorante di pesce
Nel pub che frequentava regolarmente
per bere un bicchiere di Guinness
dicono
che commentò animatamente
la guerra nella ex Jugoslavia

Londra ‘94


8 commenti a questo articolo

Rade Šerbedžija: 4 testi
2008-02-28 18:17:25|

Rade su YOU TUBE:

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Rade Šerbedžija: 4 testi
2008-02-28 18:00:51|

per gli estimatori del Rade poeta e scrittore

(dall’intervista rilasciata a Nicola Falcinella - 29.10.2007)

Scrive ancora poesie?

Non ho più scritto poesie perché sono stato impegnato con la prosa. Un anno fa ho pubblicato “To the Last Breath”, proprio come il bellissimo film di Godard, che ha molti elementi autobiografici, con i miei ricordi della guerra e cose della mia esperienza americana. Sono molto contento perché è andato bene, in Croazia ha avuto già quattro edizioni. Ora ho un libro nuovo, “The Green Card” che parla proprio della mia vita negli Usa, dell’incontro con le grandi star, ma anche con la gente comune in America.

(tutta l’intervista su "Osservatorio sui Balcani": qui)


Rade Šerbedžija: 4 testi
2008-02-28 09:23:36|di maria valente

Fanozzi, non so dove risponderle, le dico solo che questo poeta l’ho conosciuto grazie a nacci e piace anche a me, così come io stessa, lo vedrà tra qualche giorno, ho postato un altro poeta molto diverso da me, non lo svelo così lascio l’effetto sorpresa. Quindi non è detto che uno stile escluda l’altro. Poi, de gustibus, si figuri, non è che la mia poesia deve piacere per forza, ognuno è libero di lasciarci le critiche che preferisce, solo su un punto però, davvero, ci tengo. La mia, almeno nell’intenzione, poi può essere benissimo che non sia riuscita, era tutt’altro che un esercizio sterile, cioé per quanto possa valere, per me è poesia "impegnata", io porto comunque avanti un certo discorso, che ho lasciato anche in qualche commento passato, segnalando anche medesimi riferimenti bibliografici, ma probabilmente non rieco ancora ad essere chiara.


Rade Šerbedžija: 4 testi
2008-02-27 23:40:48|di Fanozzi

Insomma, ho visto anche i testi neosperimentali della Valente (vi ho lasciato un post con la mia opinione), e della Davidovics insieme a Durante: non voglio risultare ripetitivo - ma questa poesia autentica mi spinge a farlo - perché in Italia ci sono ancora tanti scrittori dediti a un formalismo vuoto, sterile? Fanozzi


Rade Šerbedžija: 4 testi
2008-02-27 23:28:37|di Fanozzi

La poesia che attraversa il fuoco della storia, e che ha il coraggio di nominare Dio non invano, o è grande poesia, o non lo è, e questa mi sembra lo sia davvero, non come le algidezze formali di quei poeti che affollano pure questo sito. Mi piacerebbe un giorno si potessero incontrare Rade e Durante, per un confronto tra vita e accademia. Grazie Luigi. G.L. Fanozzi


Rade Šerbedžija: 4 testi
2008-02-27 20:41:50|di luigi

Son contento, Martino, che ti sia piaciuto. I balcani sono un serbatoio inesauribile di buona poesia. Peccato che le traduzioni non abbondino (anche il web latita; tra parentesi una annotazione: ho visto che i post di poesia straniera - parlo di quelli qui su AP - ricevono pochissime visite).

Per chi avesse voglia di farsi una nuotata in quello scoppiettante mare magnum, segnalo un interessante sito che pubblica traduzioni in molte lingue (qualcosa anche in italiano): BLESOK.


Rade Šerbedžija: 4 testi
2008-02-27 14:05:07|di Martino

Un grandissimo attore e - lo scopro adesso - un gran poeta. "E’ morto l’ultimo boia" è magistrale per il meccanismo di disorientamenti che innesta, senza - ma come farà? - interrogarsi sul "valore semantico della parola verità". L’ultimo poeta italiano così l’hanno rilevato in una taverna del Brenta nel 1974, ma pare che non abbia ancora trovato un editore.


Rade Šerbedžija: 4 testi
2008-02-27 11:31:34|

Ciao Nacci, mi manderesti per favore la tua mail, che non ho, a questo indirizzo: cbenigni@libero.it. Per comunicazione privata.
corrado


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