Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Riporto 3 articoli, di taglio diverso, sulla candidatura di Sanguineti a sindaco di Genova. Secondo alcuni sondaggi recenti si attesterebbe tra il 12 e il 18%, a seconda che siano candidati Vincenzi (correntone DS) o un altro esponente più moderato (DS + MARGHERITA).
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da: http://espresso.repubblica.it
Nel centrosinistra aspri confronti sulle candidature e sulla selezione per arrivare al voto amministrativo di primavera
Le Primarie incendiano i partiti
di Ava Zunino
Burlando le boccia, Forcieri le usa e la Margherita ha paura
Le elezioni primarie ardono come un fuoco nel centrosinistra: per la scelta del candidato sindaco il presidente della Regione, Claudio Burlando, si è schierato per il no. Dice: cancelliamole. Ma la data è già stata fissata da Roma, una retromarcia sarebbe un problema. Per la Provincia il terrore corre sul filo a causa del contrario: fare le primarie significherebbe non candidare Alessandro Repetto per il secondo mandato e i partiti temono un boomerang dell’effetto bocciatura, mentre da Roma torna la voce di una candidatura femminile, Anna Maria Furlan, una vita nel sindacato, ora con un ruolo nazionale nella Cisl. Se l’arrivo di Piero Fassino a Genova aveva fatto alzare la brezza a favore di SuperMarta, a far tirare il venticello a favore di Furlan sarebbe il presidente del Senato, Franco Marini. Poi La Spezia, dove lo scontro e la reciproca delegittimazione dei candidati è arrivato ad un livello tale che il sottosegretario alla Difesa, Lorenzo Forcieri, ha finito per "minacciare" la sua discesa in campo: mi candido io alle primarie, ha detto. Insomma, le primarie sono il tema del giorno. Burlando l’altra sera, al comitato politico dei Ds dove per la prima volta si sono fronteggiati Marta Vincenzi e Mario Margini, lo ha detto chiaro e tondo: non c’è più alcun motivo di fare le primarie per la scelta del sindaco di Genova. Il segretario Alfonso Pittaluga gli ha replicato che sono state discusse e scelte dai Ds e dagli altri partiti, che Fassino le ha confermate e ci sono già le date. Primarie di coalizione, anche se ormai è evidente che il candidato sindaco diessino (e dunque dell’Ulivo, giacché l’accordo è sindaco ds, Provincia margherita) sarà l’europarlamentare Marta Vincenzi. Il forum della sinistra presenterà il professore-poeta Edoardo Sanguineti, mentre Udeur e Sdi potrebbero avanzare un loro candidato. Adesso nei Ds a partire da domenica e fino a lunedì compreso, tutte le sezioni si riuniranno per dire la loro sul programma ma anche sui candidati, su Mario Margini, assessore della giunta Perìcu sorpassato da SuperMarta, e su di lei, l’europarlamentare che anche l’altra sera nel comitato politico del suo partito ha parlato a lungo di questioni programmatiche come il terzo valico («è salito nell’elenco delle priorità dell’Unione europea proprio durante il mio mandato»), di gronda autostradale («siamo tutti d’accordo che occorre: avevamo un tracciato, me ne sono occupata prima di andare in Europa») e di inceneritore dei rifiuti, ricordando che il primo documento sul ciclo dei rifiuti era stato votato in Provincia durante la sua presidenza. E’ chiaro che le primarie saranno uno degli argomenti della discussione nelle sezioni e sarà in questo fine settimana che si capiranno gli umori degli iscritti. Intanto resta traballante la questione della Provincia di: secondo gli accordi sta alla Margherita scegliere, ma praticamente sta alla Margherita confermare Repetto. Ne sono convinti i partiti della coalizione, che più volte hanno sottolineato i rischi di una mancata conferma, giustificata solo da motivazioni chiaramente comprensibili agli elettori. Ufficialmente la Margherita non si è ancora pronunciata. Il segretario Rosario Monteleone ha detto: «Dovrà esprimersi la coalizione, se il giudizio di questi cinque anni di governo sarà positivo Repetto sarà confermato». Ma è chiaro che se non dovesse esserlo verrebbero chieste le primarie.
(06 dicembre 2006)
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L’ultima poesia di Sanguineti: «Restauriamo l’odio di classe»
di Ferruccio Repetti
(...) Anche se pare roba da «Scherzi a parte», Sanguineti è convinto, e dice così ieri mattina, in pubblico, con tono grave, stentoreo. Come se leggesse una velina del Politburo dei tempi d’oro. Sgombra il campo dagli equivoci, nel giustificare per l’ennesima volta la propria discesa in campo alle primarie del centrosinistra: «I potenti odiano i proletari e l’odio deve essere ricambiato». Ancora: «Oggi la merce uomo, con il suo lavoro, è la più svenduta e chi dovrebbe averne coscienza, ossia la classe proletaria, non ce l’ha, inibita da una cultura dominata dalla televisione». Fa grazia di non nominare Berlusconi, sorride, prende fiato, e intanto evita accuratamente di incrociare gli sguardi di Mino Ronzitti, Renata Briano, Gianni Crivello che lo affiancano, ma non possono frenare le esternazioni. Che proseguono in tono: «Oggi i proletari sono anche gli ingegneri, i laureati, i lavoratori precari, i pensionati - aggiunge Sanguineti, messa da parte la lirica per privilegiare la politica -. Il sottoproletariato, invece, è quello che ha problemi di sopravvivenza quotidiana più gravi. A queste persone la destra mostra un libro dei sogni, per convincerle a votare dalla loro parte».
In questo quadro, le elezioni amministrative di Genova gli stanno strette. Difatti, Sanguineti sconfina nella globalizzazione planetaria: «Ormai le condizioni di vita di un pensionato genovese dipendono dalla borsa di Hong Kong, quindi la dimensione internazionale non può più essere considerata un valore aggiunto, ma una necessità. E la stessa posizione di Genova, cerniera tra Europa e Mediterraneo, le impone una visione internazionale da armonizzare con le sue vocazioni più profonde». L’esempio classico, per l’intellettuale prestato alle primarie, è costituito dai sindacati «che si occupano di problematiche analoghe a livello mondiale». Grandi temi che - insiste Sanguineti, lanciatissimo - si intrecciano alla quotidianità, al rilancio delle periferie, nell’ottica della riforma della macchina comunale che porterà alla nascita dei Municipi, ai temi dell’inclusione sociale, dell’ambiente, del lavoro, della collaborazione fra amministrazione e quello che viene definito il «mondo del sapere». È il momento di rivalutare il ruolo dei circoli, le gloriose cellule del sol dell’avvenire: «I circoli devono tornare a essere luoghi in cui si parla, si discute anche di politica e non si gioca solo a carte - a giudizio del candidato dell’Unione a sinistra -. La città ha bisogno di partecipazione e di una politica dell’ascolto che non sia diretta solo dalle persone ai politici, ma anche delle persone fra di loro». Fatica un po’ tanto Ronzitti, presidente super partes del consiglio regionale e promotore-ideologo del movimento (non ancora partito) uscito definitivamente dalla Quercia, a riportare le questioni nell’ambito dell’auspicata, serena, consapevole unità fra tutte le forze della sinistra. «È arrivato il momento, pur nel segno della continuità - fa appello Ronzitti -, di voltar pagina, di affrontare la trasformazione della città in direzione policentrica, di ridare forza al Consiglio comunale». Ma in nome dell’odio di classe è difficile pensare a un’adesione entusiasta che vada dall’Udeur ai no global.
L’unico a crederci sembra Sanguineti. Gli altri di Unione a sinistra, in ogni caso, si staccano anche formalmente dai Ds - «non rinnoviamo la tessera» -, in numero tale da procurare qualche mal di pancia al Botteghino di Piazza De Marini: l’elenco dei «componenti degli organismi dirigenti nazionali, regionali, provinciali e di sezione» che abbandonano il partito del provinciale Alfonso Pittaluga e del regionale Mario Tullo è già forte di 70 nomi, tra i quali Gabriella Biggio, consigliere comunale, Eugenio Massolo, assessore provinciale, Carlo Repetti, Andrea Sassano, assessore comunale, oltre ai già citati Ronzitti, Briano (anche lei assessore provinciale) e Crivello (presidente della circoscrizione Val Polcevera». Spunta in chiusura il fantasma di Zara: sulla sua possibile candidatura,
come terzo elemento, il più centrista dell’Unione, Sanguineti si limita a dire che sarebbe legittima, che amplierebbe il confronto, ma che non farebbe altro che «testimoniare le differenti anime che convivono nella coalizione di centrosinistra». Che sono già tante. Fin troppe. Soprattutto se la poesia scade a prosaico odio di classe.
(7 gennaio 2007)
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Odio di classe
di Franco Astengo
Il poeta Edoardo Sanguineti (a suo tempo deputato del PCI), che la cosiddetta “sinistra radicale” (compreso un bel pezzo di fuoriusciti dalla sinistra DS) intende candidare alle primarie del centrosinistra nell’occasione delle prossime elezioni a Sindaco di Genova, concludendo una conferenza - stampa di presentazione dell’iniziativa ha pronunziato questa frase: “Che il proletariato esista e continui ad essere sfruttato è un segreto di Pulcinella. Bisogna restaurare l’odio di classe. I padroni di odiano e noi non odiamo più loro”.
Figuratevi il pandemonio: ex- diessini che sbiancano in volto; capigruppo del PdCI che invocano “ poeta scendi dall’Olimpo”: insomma tutta l’operazione - immagine messa su dai soliti politicanti per prendere voti alle primarie e contrattare assessorati (i nani abbarbicati sulle spalle del gigante, che poi si accorgono che il gigante fa da sé) va in forte difficoltà; anche se tenteranno di ricucire (perché nel frattempo gli industriali minacciano di correre da soli, candidando il loro ex-presidente Renato Zara, già deputato della Margherita e fatto fuori malamente non ricandidato dopo aver ricoperto il seggio soltanto per un paio d’anni).
Ma non sono le dinamiche riguardanti i giochi di potere che si realizzano intorno alla poltrona di Sindaco di Genova quelle che ci interessano e, neppure, in verità il (sacrosanto) richiamo di Sanguineti alla lotta di classe (Repubblica, nelle pagine nazionali titola: “Restauriamo l’odio di classe).
Il richiamo alla lotta di classe, almeno per noi, non ha mai cessato di essere esercitato: è rimasto punto di riferimento, teorico e pratico, ineludibile nell’idea dell’agire politico possibile, pur in presenza di importanti modificazioni dell’assetto economico e sociale, a tutti i livelli, nel mondo e a casa nostra, che non intendiamo assolutamente ignorare.
Il punto vero appare però questo: e va collegato con il richiamo al “primato della politica” ( possiamo ancora esprimerci a questo modo?) svolto dal Presidente della Repubblica (un altro che ha studiato alle Frattocchie, anche se non alla scuola superiore del Comitato Centrale del PCUS, come altri dirigenti del suo antico partito) nel corso del suo messaggio di fine d’anno.
Ma quale “primato della politica”?
“Primato della politica” in senso tattico (stiamo al governo per applicare la linea del VII congresso dell’Internazionale - relazione Togliatti/Dimitrov, non Moratti/Mancini beninteso, come credo pensi ancora qualche ministro - degli esteri - dei DS?), oppure “finalmente” per farsi accettare dai salotti buoni con la nostra amabile vena di “rivoluzionari snob” (ogni accenno, in questo caso a Rifondazione Comunista non è puramente casuale?).
Oppure, ancora e in buona sostanza, “primato della politica” per amministrare l’esistente in conto terzi e trarne qualche buon profitto, personale e di gruppo?
La risposta affermativa al terzo quesito è , forse, la più valida (pensiamo allo sterminio di assessorati, presidenze di commissione, consulenze, posizioni di staff, che tengono in piedi concretamente, nelle persone, la già citata “sinistra radicale” in Italia).
Sanguineti ha squarciato un velo: senza l’idea della lotta di classe, ed il suo concreto divenire nell’azione politica, senza la chiarezza delle distinzioni sociali e della necessità di lottare per annullarle e rovesciarle, non può esserci “primato della politica”.
La politica per la sinistra può essere esercitata con risvolti tattici molto forti, persino con “doppiezza” (in Italia ne sappiamo qualcosa),si può seguire la via della socialdemocrazia avanzata (il piano Maidner, Vienna “la rossa”, la nazionalizzazione dell’energia elettrica, e via discorrendo) ma non può perdere la bussola, la visione del suo punto di elaborazione più alto e significativo del farsi concetto teorico della necessità di abbattere lo sfruttamento, quale espressione vitale ed evidente della razionalità umana.
Contribuire alla crescita economica, lavorare per lo sviluppo ed il sapere scientifico, stare dentro al ciclo del progresso collocandoci al di fuori dalla concezione della lotta di classe, dall’antica e sempre nuova (perché lo sfruttamento si rinnova ogni giorno, in ogni angolo del mondo: da Times Square alle discariche di Nairobi) idea della lotta di classe, significa abdicare totalmente alla propria identità, e concorrere semplicemente ai meccanismi del potere dato: Sanguineti, brutalmente, con la semplicità del poeta che - assieme - è presbite e miope non sta sull’Olimpo, ma ricorda a tutti la semplice verità.
(7 gennaio 2007)
2 commenti a questo articolo
SANGUINETI SINDACO DI GENOVA?
2007-01-22 15:59:19|
Non vorrei che alcuni si facessero illusioni su questo Sanguineti sindaco della "lotta di classe". Vorrei ricordare che negli anni Settanta questo funzionario stalinista era quello che diceva che il "dissenso è sempre fascista", uno di quelli che chiamava "untorelli" il proletariato giovanile che non si riconosceva nel PCI. Un nemico dichiarato dei movimenti, delle femministe (ricordo di aver assistito a una memorabile lezione datagli da Rosy Braidotti...). Fa tristezza che a rimbrottarlo per le contumelie che ha lanciato contro i ragazzi di Tien an men siano stati solo quelli del centrodestra. Insomma uno stalinista per sindaco? No, grazie.
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SANGUINETI SINDACO DI GENOVA?
2007-01-22 19:45:19|di Mimì
" Si, voglio Sanguineti Sindaco di Genova. ’L’odio di classe’? Va bene, perchè no?! Mimì Capurso,Bisceglie(Bari), cattolico praticante fedele a questo Successore di Pietro( Professor J. Ratzinger , per chi non crede e ignora le cose della Chiesa Cattolica). Ci sono problemi, compagni?"