Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Simone Cristicchi
Ti regalerò una rosa
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio
Misurate le distanze
E guardate tra me e voi
Chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cllniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare
***
Fabrizio Moro
Pensa
Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine
Appunti di una vita dal valore inestimabile
Insostituibili perché hanno denunciato
Il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato
Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra
Di faide e di famiglie sparse come tante biglie
Su un’isola di sangue che fra tante meraviglie
Fra limoni e fra conchiglie massacra figli e figlie
Di una generazione costretta a non guardare
A parlare a bassa voce a spegnere la luce
A commententare in pace ogni pallottola nell’aria
Ogni cadavere in un fosso
Ci sono stati uomini che passo dopo passo
Hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno
Con dedizione contro un’istituzione organizzata
Cosa nostra cosa vostra cos’è vostro?
E’ nostra la libertà di dire
Che gli occhi sono fatti per guardare
La bocca per parlare le orecchie ascoltano
Non solo musica non solo musica
La testa si gira e aggiusta la mira ragiona
A volte condanna a volte perdona
Semplicemente
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che sono morti giovani
Ma consapevoli che le loro idee
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
Intatte e reali come piccoli miracoli
Idee di uguaglianza idee di educazione
Contro ogni uomo che eserciti oppressione
Contro ogni suo simile contro chi è più debole
Contro chi sotterra la coscienza nel cemento
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che hanno continuato
Nonostante intorno fosse tutto bruciato
Perché in fondo questa vita non ha significato
Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato
Gli uomini passano e passa una canzone
Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione
Che la giustizia non è solo un’illusione
Pensa prima di sparare
Pensa prima dì dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Pensa
29 commenti a questo articolo
SANREMO: I TESTI DEI VINCITORI
2007-03-08 18:44:36|di Uno di tanti
Posso sommessamente dire che questi vostri commenti sono veramente brutti? Ed è paradossale che, dimostrando tale evidente debolezza di spirito critico (oltre che di forma), si possa credere di poter dare un qualche credito alla sostanza (sostanza?) di quello che per la maggior parte avete scritto.
Auguri.
Uno di tanti -
SANREMO: I TESTI DEI VINCITORI
2007-03-08 18:09:13|di Gabriele Pepe
E ancora ma insomma chi ha mai fatto il paragone tra poesia e canzone? Io no. Mai detto che qui si faccia arte allo stato puro e lì solo canzonette. Per me i due autori sono dei bei paraculi ed ho cercato di spiegare il perché tutto il resto lo hai aggiunto tu e non ci azzeccava nulla per dirla alla Di Pietro. Caro Christian volente o nolente la poesia è salsa formalista perché come la metti la metti ciò che distingue una poesia da un saggio d’astrofisica è la forma.
pepe
SANREMO: I TESTI DEI VINCITORI
2007-03-08 14:24:10|di Christian
Guarda che non sono la persona che ha scritto "bel paio di paraculetti". In secondo luogo, a me la canzone di Moro non esalta per nulla, però ci sono delle cose nel tema utilizzato che sono forti - come se qui si stesse parlando di massimi sistemi - che a mio giudizio personale la poesia, invece di trasformarsi in una salsa formalista, potrebbe anche trovare il modo di trattare. Tu parli di piedistallo e altro, ma proprio nel mio caso ti sbagli - fly down anche tu Gabriele! I miei voli pindarici li faccio con i piedi per terra e senza bisogno di dire che uno è paraculo, per dimostrare cosa, poi?
SANREMO: I TESTI DEI VINCITORI
2007-03-08 13:17:02|
historica altura
SANREMO: I TESTI DEI VINCITORI
2007-03-08 13:12:56|di m
Aprendimos a quererte/desde la historica/donde el sol de tu bravura/le puso cerco a la muerte/Aquì se queda la clara/la entranable transparencia/de tu querida presencia/Comandante Che Guevara./Tu mano gloriosa y fuerte/sobre la historia dispara/cuando todo Santa Clara/ se despierta para verte/...Vienes quemando la brisa/con soles de primavera/para plantar la bandera/ con la luz de tu sonrisa//...Tu amor revolucionario/te conduce a nueva empresa/donde esperan la firmeza/de tu brazo libertario/...seguiremos adelante/como junto a ti seguimos/ y te decimos/ Hasta siempre, Comandante!...
;-)
SANREMO: I TESTI DEI VINCITORI
2007-03-08 13:07:06|di Gabriele Pepe
Io non riesco a cogliere? Va bene forse sono troppo poco di fronte alla tua saggezza e finiamola qui.
Per me il come si dice prevale sempre sul cosa si dice. Il Moro che propaganda prima di cantare che lui lavora molto e fa il facchino per me è una mossa furbetta per racimolare voti, l’avesse detto dopo aver vinto sarebbe stato meglio. Il Cristicchi invece banalizza al massimo la forma rap e vorrei ricordare dove e come e perché nasce l’hip hop, e banalizza pure la forma canzone perché il pezzo melodico è brutto sia nel testo che nella musica, sempre secondo me ovviamente che non riesco a cogliere da povero imbecille che sono.
Certo tirando le somme un passo avanti c’è stato se pensiamo ai Jalisse o ai loro epigoni ma io giudicavo solo ed esclusivamente le due canzoni in quanto tali. Scusate se ho rovinato questa discussione con la mia indegna e grezza personalità.
pepe
SANREMO: I TESTI DEI VINCITORI
2007-03-08 09:07:19|di Christian
Gabriele, io rispondevo all’anonimo - sei tu l’anonimo? Bene. Sul brutto si può discutere, anzi, tu può dire brutto, è una questione di piacere, non critica: io ho parlato di forma canzone, e di discutere in base a questo: piedistallo o no, io ho parlato da un luogo che tu non riesci a cogliere.
Sul fatto siano paracule, è talmente un’opinione personale, che può essere paraculo tutto, secondo le miopie di ognuno.
SANREMO: I TESTI DEI VINCITORI
2007-03-07 19:41:23|di molesini
Silvestri, il gran burlone! Bravissimo, non c’è che dire, ma sempre a mungere dalla fantasmagoria sanremese. S’è provato dire qualcosa a un primo maggio e l’hanno subito messo in riga...
E’ eccellente, bravo a rappresentare e contraddire ma poi, Maria, che cavalcatore! Che fianchi!
Io dico che è meglio chi sa mantenere una sua, anche ingenua, coerenza, a questo punto, prima di accorgersi che dei sanremi farà, dovrà, fare senza. Silvestri è eccellente ma Silvestri collude alla grande. La sua ambizione è tale che tutto fa pur di portarsi da qualche parte. E non che abbia capito qualcosa, è rimasto a Cuba ed alle sue illuse coordinate, da bravo autore ne parla romanticamente e con reindirizzato impeto (’sta paranza).
Avete quasi ragione, questi testi sono mediocri. Non brutti. Ma sono appartenenti a brani che provano a dire qualcosa, senza doppiezza, e sono stati ascoltati ed apprezzati dalla gente.
Quale peggioramento e rispetto a che? Forse volevate una nuova Salirò, deliziosa creatura in nulla impegnata?
E attenti all’apologia bierristica, fate mitologia di quanto peggio possa esserci successo, tralasciando il fascismo.
SANREMO: I TESTI DEI VINCITORI
2007-03-07 18:40:57|di maria
posso dire anch’io, senza che nessuno se la prenda, che sono proprio brutte?
La sposa-rosa di Cristicchi è un poco scopiazzata dal timido ubriaco di Max Gazzé (e non c’è paragone sia in campo musicale che lessicale), tanto più che sul Matto la pietra di paragone resta De André - Spoon River...ciao ciao Cristicchi!
E direi proprio che De André aleggia pure nella seconda con quello Spara-pensa-non pensa che mi fa tanto la Guerra di Piero, ma allora lo citava con più vigore il Silvestri di qualche annetto fa:
"Finché sei in tempo tira/ e non sbagliare mira/ probabilmente il bersaglio che vedi/è solo l’abbaglio di chi da dietro spera/ che tu ci provi ancora/ perché poi gira e rigira gli serve solo una scusa/la fregatura è che sempre un altro paga/ e c’è qualcuno che indaga per estirpare la piaga/però chissà come mei qualsiasi cosa accada/nel palazzo lontano nessuno fa una piega/serve una testa che cada e poi chissenefrega/la prima testa di cazzo trovata per strada/se vuoi tirare tira/ ma non sbagliare mira/ probabilmente il bersaglio che vedi/ è solo l’abbaglio di chi da dietro giura/ che ha la coscienza pura/ma sotto quella vernice ci sono squallide mura/...
il mio nemico non ha divisa/ama le armi ma non le usa/ nella fondina tiene le carte visa/e quando uccide non chiede scusa/ e se non hai morale/ e senon hai passione/ se nessun dubbio ti assale/ perché la sola ragione che ti interessa avere/ è una ragione sociale/ soprattutto se hai una qualche dannata guerra da fare/ non farla nel mio nome/Non farla nel mio nome/ che non hai mai domandato la mia autorizzazione/ se ti difenderai non farlo nel mio nome/ che non hai mai domandato la mia opinione/ fiinché sei in tempo tira/ e non sbagliare mira/ (sparagli Piero, sparagli ora)...
Il mio nemico non ha nome/ non ha nemmeno religione/ e il potere non lo logora/ il mio nemico mi somiglia/ é come me lui ama la famiglia/ è per questo che piglia più di ciò che dà/ e un altro pagherà..."
ecco una canzone pop(olare) che varrebbe bene la pena, anche oggi, anche a Vicenza, se non che probabilmente ci accuserebbero di essere nuove br...in tutto ciò io ci vedo un peggioramento, voi no? L’anonimo ha colto nel segno.
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SANREMO: I TESTI DEI VINCITORI
2007-03-08 19:35:54|di Gabriele Pepe
Caro "uno dei tanti" hai ragione effettivamente brutti sono i miei commenti sia nella forma che nel contenuto e chiedo scusa e lo dico senza ironia alcuna ma in piena consapevolezza. A mia parziale discolpa posso aggiungere che non è facile esprimere certe sensazioni in poche righe e di getto come sempre faccio io quando scrivo dei commenti ed è un errore lo capisco ma spesso il poco tempo a disposizione mi porta a queste aberrazioni.
In effetti volevo solo esprimere i miei sospetti a certe dichiarazioni dei due autori che mi sono sembrate false e troppo ammiccanti per questo ho usato il termine paraculi. Li ho sentiti non completamente onesti ma forse ho esagerato. Chiedo scusa a tutti.
pepe