Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Fa piacere notare che anche il Corsera abbia scoperto l’esistenza del web. Sono addirittura i commenti dei naviganti a trovare spazio sulla prestigiosa carta del quotidiano milanese. Miracolo! Verrebbe da dire. Se non fosse per la stoccata finale, grazie o a causa della quale l’autore del pezzo - riportato qui sotto - rivela la sua intima convinzione: i commentatori, per lo più, altri non sono che beppegrilli da terza pagina, urlatori senza bagaglio critico alcuno, cecchini dei poveri critici di professione. Eppure, sfogliando spesso le pagine dei siti citati, mi è capitato più di una volta di leggere commenti condivisibili, anche se semplici o sempliciotti, anche se lapidari. Per non parlare dei blog letterari, in cui a volte mi sono imbattuto in commenti che parevano postille accademiche, con tanto di citazioni esatte, oltre che raffinate (vuoi vedere che pure i biblioteconomi c’hanno un modem?). Poi ci sono i commenti sgradevoli, offensivi, idioti, esattamente come ci sono i saggi critici superficiali, imprecisi e scritti solo per rimpinguare il curriculum in vista del prossimo concorso universitario.
Che c’è di male se Tizio o Caio, in un commento a un libro, dice che gli è piaciuto o gli ha fatto schifo, e gli rifila 2, 3 o 5 stellette? Ho conosciuto poeti e critici di levatura che, tra una chiacchiera e l’altra, sono stati capaci di distruggere o esaltare un’opera in quattro parole, usando la fine categoria del "bellissimo" o del "terribile". Sono beppegrillisti anche loro? Ussignùr, allora lo sono anch’io, quando sui blog lascio commenti di due righe, senza motivare. Sì, lo confesso: mi capita di leggere un libro e subito dopo pensare "che bel", o "che bruto" (se lo penso in dialetto, è più grave?), lo so, faccio schifo, sono un qualunquista, e a volte faccio così schifo che quel giudizio sommario lo scrivo via mail, in un sms, in un commento, o lo dico a voce, e non bisbiglio mica, malòrsega! Sì, lo so, sono posseduto dal demone del qualunquismo, eppure i miei vecchi mi han fatto studiare, che diamine, con tutti i sacrifici che han fatto, se solo sapessero che passo il mio tempo anticriticamente...
Il piccolo fratello
E su Internet fiorisce l’anticritica
Nel gran parlare che si fa della critica letteraria e del suo vero o presunto declino, ci si dimentica che il pubblico ha preso da tempo le sue contromisure. Grazie a internet. Per esempio, frequentando i siti italiani che vendono libri si intuisce che molto più delle recensioni conta ormai il passaparola diffuso online, dove si moltiplicano i giudizi e i consigli scritti dai lettori (per i lettori).
Che si sostituiscono ai critici, ma senza farlo pesare: esprimono opinioni semplici e inequivocabili, che non conoscono le sfumature, i distinguo, i tecnicismi e le retoriche della critica letteraria, tant’è vero che non esitano a quantificare il gradimento con stelline e voti. Una «critica» dal basso, priva di ricami e di puzza sotto il naso, soggettiva, diretta e persino emotiva. Una non-critica. Basta mettersi a scorrere www.internetbookshop, bol, qlibri per avere un’idea dello stile e degli intendimenti di questi anonimi lettori che per lo più si firmano, com’è normale che avvenga online, con pseudonimi: possono essere parenti dell’autore di cui parlano o suoi nemici giurati, poco importa. «Milena Agus mi piace da morire. Possiede qualcosa di molto raro tra gli scrittori contemporanei: il tocco magico (…). Insomma, cosa aspettate a leggerlo?». Il voto di Gianluca Guidomei al nuovo libro della scrittrice sarda non lascia dubbi: 5/5. Il «tocco magico » e il fatto che la Agus gli piace tanto da lasciarlo «estasiato» non sono valutazioni sullo stile, sul contenuto, sulla forma, sulla struttura narrativa eccetera, ma rivelano solo lo stato d’animo del lettore di fronte al testo.
Mauro, viceversa, esprime la sua «delusione»: «Dopo Mal di pietre (che cmq non mi ha fatto impazzire) un libro che sembra scritto dalla figlia di federico moccia!!! Descrizioni senza senso, punteggiatura ai limiti della sopportazione (…). Pollice in giù per la Agus». Punteggio: 1/5. Anche a proposito del romanzo d’esordio di Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi, troviamo gli estimatori entusiasti e i furiosi detrattori: «Il miglior libro che ho mai letto (…), nessuno così coinvolgente e piacevole. Ottimo stile!», esclama Sabrina. Voto 4/5. «Ho provato solo angoscia, e questa angoscia mi è rimasta dentro per diversi giorni»: inoltre, per Barbara, personaggi poco credibili, «tanta negatività ed un finale veramente molto deludente». Ergo: 1/5. Ovvio che i critici degni di questo nome utilizzano strumenti e terminologie diversi nel valutare un’opera letteraria.
Ma a ben guardare, al pari della politica anche certa critica sfuma spesso e volentieri nell’astrusità autoreferenziale o nel populismo pane- al-pane, che ovviamente trova un suo «elettorato » prontissimo a entusiasmarsi e a spellarsi le mani. Tutti a sparare contro i critici di professione, i professori, i formalisti, i semiologi, gli strutturalisti. Al diavolo gli -isti, con i loro -ismi! Al diavolo i vecchi ministri della critica (anche se sono ministri senza portafoglio)! E’ un sintomo del malcontento dell’ «opinione pubblica», come in politica? Forse, come per l’antipolitica, stiamo vivendo nel fuoco (si fa per dire) dell’anticritica? E chi urla di più ha sempre ragione.
(Paolo Di Stefano, "Corriere della Sera", 4 marzo 2008)
8 commenti a questo articolo
SE IN RETE FIORISCE L’ANTI-CRITICA, SUI QUOTIDIANI (s)FIORISCE CHE COSA?
2008-03-23 19:48:04|
Nacci, mi riferivo a Sinicco il quale scriveva "Evidentemente Di Stefano non conosce i siti..".
Sempre a Sinicco dico che niente è vecchio se coglie nel segno e dà aria, per cui non sminuirei con sufficienza, ma terrei tutto presente.
Per Nacci, non inseguirei nè la carta nè Di Stefano. Pensa per te e fai per tre ;-)
SE IN RETE FIORISCE L’ANTI-CRITICA, SUI QUOTIDIANI (s)FIORISCE CHE COSA?
2008-03-23 19:25:55|di lnacci
Un pezzo dell’anno scorso, sull’argomento: QUI
SE IN RETE FIORISCE L’ANTI-CRITICA, SUI QUOTIDIANI (s)FIORISCE CHE COSA?
2008-03-23 19:05:21|di Christian Sinicco
Ma sì, cose vecchie... questo scrivevo all’epoca http://www.fucine.com/network/fucinemute/core/editoriali.php?archive=87
SE IN RETE FIORISCE L’ANTI-CRITICA, SUI QUOTIDIANI (s)FIORISCE CHE COSA?
2008-03-23 18:48:15|di lnacci
Conoscevo quell’articolo (il quale, va precisato, non è nato sua sponte, ma in seguito a alcune dichiarazioni di Balestrini), se ne è discusso abbastanza sui blog.
Non ho mosso a Di Stefano nessuna accusa di disinformazione. Ho semmai sottolineato il tono della clausola.
In ogni caso, se Di Stefano vuole venire qui a smentire o a replicare, le porte sono aperte. E se passasse gli chiederei: perché non aprire un canale tra carta e web? Il beneficio sarebbe di tutti, o sbaglio?
SE IN RETE FIORISCE L’ANTI-CRITICA, SUI QUOTIDIANI (s)FIORISCE CHE COSA?
2008-03-23 17:44:49|
[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2006/08_Agosto/05/montale.shtm
SE IN RETE FIORISCE L’ANTI-CRITICA, SUI QUOTIDIANI (s)FIORISCE CHE COSA?
2008-03-23 17:42:49|
Di Stefano si informa invece, leggasi qui
http://www.corriere.it/Primo_Piano/...
SE IN RETE FIORISCE L’ANTI-CRITICA, SUI QUOTIDIANI (s)FIORISCE CHE COSA?
2008-03-23 15:51:48|di Christian Sinicco
Evidentemente Di Stefano non conosce i siti e i blog dove si fanno recensioni serie, dove si ospitano saggi, dove si cerca di fornire un buon servizio. A me pare che sui giornali invece non stia uscendo nulla di rilevante, se non spesso la riproposizione di qualcosa di già visto, come d’altronde non vedo nel panorama critico grandi sistemi di pensiero sulla contemporaneità, e di conseguenza resta ciò che si faceva prima e dopo l’avvento di internet, il passaparola, ma certo oggi sappiamo dove si annidano lobby e markette, cosa non da poco.
Commenta questo articolo
SE IN RETE FIORISCE L’ANTI-CRITICA, SUI QUOTIDIANI (s)FIORISCE CHE COSA?
2008-03-23 22:30:23|di Christian Sinicco
Sai, credo che se son passati due anni, e dobbiamo parlare ancora di certe cose, vuol dire che qualcuno si dovrebbe aggiornare. Sono nati nuovi progetti, c’è gente che si sta occupando sempre con maggior perizia di un ambiente abbandonato a se stesso, e ti assicuro che è già difficile per una persona come me che, dagli albori dello sviluppo di internet in Italia, segue ciò che accade in rete e si riferisce alla sola poesia. Di conseguenza non c’è alcuna arroganza nelle mie parole, c’è piuttosto una consapevolezza, in ogni caso parziale, della moltiplicazione dei contenuti, con tutti i problemi delineati soprattutto da Della Mea, riguardo gli aspetti filologici che dovrebbero poi ricostruire dibattiti, polemiche, recensioni, articoli, post, etc... Qui di lato, hai la categoria blogmeeting, prova a spulciare quello che si diceva un anno fa circa e sappi che da quella situazione, se riesci ad estrapolarla, ci sono innumerevoli variazioni e nuovi progetti. Sarebbe ideale invece che i quotidiani iniziassero a intervistare chi con un po’ di dimestichezza segue le vicende, invece di far uscire queste approsimative note. Con tutto il rispetto per la persona Di Stefano, che non conosco.