Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Cecilia Bello Minciacchi (a cura di ) SPIRALE DI DOLCEZZA + SERPE DI FASCINO antologia di scrittrici futuriste (pp. 486, euro 40.00) Edizioni Bibliopolis, Napoli, 2007
Per recuperare e ridiscutere, in una visione disincantata, la linea futurista, C. Bello Minciacchi approccia l’aspetto della partecipazione delle donne al di fuori di qualsivoglia prospettiva femminista contribuendo così a documentare una presenza a lungo taciuta ponendo in prima istanza non la questione dei generi ma i percorsi della parola [...]
di Sara Davidovics
L’avanguardia d’inizio secolo concepì al proprio interno istanze dissimili, vide la compresenza di elementi talora discrepanti e pertanto irriducibili all’unum, di conseguenza un progetto unitario resta solo presunto. In accordo con una prospettiva che - a posteriori - moltiplichi i punti di vista, Cecilia Bello Minciacchi, studiosa che da tempo si occupa di Futurismo, consegna alle stampe: “Spirale di dolcezza + serpe di fascino”, silloge di scrittrici futuriste. Il volume rientra nel progetto di revisione storica della prima avanguardia non solo documentandone la partecipazione femminile ma isolandone un’area specifica: quella della scrittura. Un volume importante se osserviamo come, salvo alcuni casi, l’attenzione riservata alla scrittura di genere della prima avanguardia si manifesti in Italia (e non solo) tardivamente, spesso inficiata da aspetti ideologici e mai del tutto orientata allo specifico autoriale; un oblio immeritato entro cui caddero - per effetto di una disattenzione in sede critica - scrittrici, poete e artiste, dunque gran parte del versante della creatività femminile attiva in Italia dal secondo ventennio del secolo scorso. Eppure la questione non è da ascriversi alla tendenza misogina operante nel primo futurismo che, ad esclusione della nota fase lacerbiana, benevolmente accolse la partecipazione femminile; piuttosto, non aderendo alle posizioni più programmatiche e politicamente “affette” del movimento, furono le donne a “far parte a sé”. Al Futurismo vi parteciparono in maniera “non ufficiale” tale da elaborare con freschezza e disinvoltura forme nuove, conducendo spesso i propri ordini cognitivi oltre le attese e praticando con assoluta autonomia e altrettanto vigore la molteplicità di registro. Tra le voci più feconde, quella di Benedetta Cappa, - firmataria con Marinetti dei manifesti dell’“aeropittura” (1931) e della “plastica murale” (1934) - seppe abitare i luoghi dell’invenzione con esiti notevolissimi, anticipando - nell’elaborazione linguistica (non solo verbale) delle dimensioni della realtà e del sogno - gli studi sull’inconscio. Scrittrici, queste, da una indiscutibile efficacia, che pagarono il prezzo del propria libertà inventiva e stilistica con la non avvenuta emancipazione causa per cui se ne accusa una oramai decennale assenza editoriale che si accompagna ad una difficile ricezione.
Il volume “Spirale di dolcezza + serpe di fascino” non intende restituire al Futurismo una sua parte mancante, contribuendo ad una sua visione unitaria e azzerando le differenze, bensì incrementando le discontinuità alla luce delle quali si rende tanto più urgente una sua revisione. Raccogliendo in oltre quattrocento pagine il contributo femminile alla letteratura futurista, Cecilia Bello Minciacchi con l’utilizzo del solo criterio compilativo, fa luce su una partecipazione vastissima. Un volume, questo, senza pari non solo per la pubblicazione di testi rari e di alcuni finora del tutto inediti ma per l’ampio spazio riservato alle singole scrittrici (trenta per l’esattezza, ognuna introdotta da una ampia scheda bio-bibliografica) che restituisce con immediatezza la produzione verbale di quella “linea femminile”, in qualche modo sotterranea all’ufficialità del movimento, la cui produzione raggiunse le punte più alte dell’astrazione (Benedetta Cappa), la profondità occulta dei registri del sensibile (Irma Valeria) o i toni programmatici e virulenti di Valentine De Saint-Point. Una restituzione che permette di cogliere l’enorme varietà stilistica delle futuriste, ognuna strettamente avvinta alla propria singolarità di donna e di artista.
Un femminile ritrovato e quanto mai autentico, da una parte perché svincolato dagli intenti programmatici del movimento e dall’altra libero da apparati critici, seppur copioso il volume non ospita alcuna discussione teorica (fatta eccezione per la nota ad introduzione che peraltro si dispone in uno spazio esiguo) ma si presenta come una galleria di testi, un focus sulla partecipazione femminile al Futurismo. Fondamentale risulta allora la scelta della curatrice di non fornire una rilettura della prima avanguardia mediante gli strumenti della critica ma attraverso i documenti letterari. E se da un lato la raccolta di testi in forma-antologica può tendere a determinare un canone per altri aspetti può ridiscuterlo se peraltro accoglie una produzione ‘a posteriori’ dando dunque modo di introdurre una “distanza” storica quanto critica che si faccia strumento di revisione e al contempo di riproposta. “Spirale di dolcezza + serpe si fascino” non assume allora solo una valenza propositiva ma un valore più profondo, quello della proposta di lettura diretta perché, come afferma la curatrice, “ritornare al testo è utile”. Recuperare i singoli profili autoriali delle scrittrici significa restituire all’interno dei percorsi della scrittura una produzione non solo disinvolta e pertanto diversificata ma soprattutto estremamente feconda. Seppur nella eterogeneità di stili la scrittura praticata da queste donne incarna un ideale nuovo, lontano dai toni del sentimentalismo e dell’autobiografia. Il “ritorno al testo”permette di cogliere la sorprendente vivacità con cui le donne sperimentarono le tecniche verbali, restituendo una qualità altissima della produzione futurista. “Ritornare al testo”, dunque, non risulta essere solo il miglior percorso praticabile ma anche il più sensibilmente adatto a quella che fu l’esperienza futurista così priva di intermediari.
Per recuperare e ridiscutere, in una visione disincantata, la linea futurista, C. Bello Minciacchi approccia l’aspetto della partecipazione delle donne al di fuori di qualsivoglia prospettiva femminista contribuendo così a documentare una presenza a lungo taciuta ponendo in prima istanza non la questione dei generi ma i percorsi della parola, quale testimonianza e strumento per riscoprire, ripensare la scrittura di ieri e di oggi.
SPIRALE DI DOLCEZZA + SERPE DI FASCINO, antologia di scrittrici futuriste
2008-11-11 10:43:43|
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