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SUI LIMITI DELL’INTERPRETAZIONE (O: DEL FANTACARME)

Articolo postato sabato 30 dicembre 2006

«Ogni libro è anche la somma dei malintesi di cui è l’occasione».
Georges Bataille, Su Nietzsche.

Ogni parola scritta/letta è quindi forza da rigirare ad Arte (marziale) al mittente? La parola in quanto farmaco: quanto è medicina e quanto veleno? E la Rete? Ragni o pescatori? Domande domande e ancora: domandarsi e domandare.

CSP - Come interpreti pensare?

SMITH - Pensare significa avere rappresentazioni interne corrispondenti alle espressioni che ricevi o produci. Mi hai detto molte cose sulla tua memoria. Bene, la tua memoria è dentro di te. Tu elabori le frasi che ricevi secondo le tue enciclopedie interne. Il formato di queste enciclopedie è dentro di te. Quando parli del contenuto di un’espressione, parli di qualcosa che non è l’espressione stessa. Questo qualcosa dev’essere dentro di te. Tu hai una rappresentazione interna del significato dell’espressione che interpreti.

Così tu pensi.

CSP - Questo è pensare? [...] Non ti seguo. Io sostituisco espressioni con espressioni, simboli con simboli, segni con segni. Tu puoi toccare i miei interpretanti. Sono fatti della stessa materia delle tue parole. Tu mi dai un’immagine e io ti rendo una parola, tu mi dai una parola e i ti rendo un’immagine. Qualunque espressione può diventare il contenuto di un’altra espressione, e viceversa. Se mi chiedi che cosa è Sale, ti rispondo "NaCl", e se mi chiedi che cosa è NaCl, ti rispondo "Sale". Il vero problema è quello di trovare altri interpretanti per entrambi. Essere un’espressione ed essere un’interpretazione non è una questione di natura: è una questione di ruolo. Non si può cambiare la propria natura (si dice), ma si può cambiare il proprio ruolo.

[CHARLES SANDERS PERSONAL: MODELLI DI INTERPRETAZIONE ARTIFICIALE]

Rileggevo. Ripensavo. Capire/interpretare, natura/ruolo. Immersa in un fantacalcio poetico: chi schiera chi, attaccanti/difensori. Una vita da mediano. Musica/poesia. Riportano l’Eco:

AMLETO - Vedete quella nuvola che ha quasi la forma di un cammello?

POLONIO - Per la messa, assomiglia davvero a un cammello!

AMLETO - Mi pare assomigli a una donnola.

POLONIO - Ha il dorso di una donnola.

AMLETO - O come una balena?

POLONIO - Proprio come una balena.

[Amleto III, 2]

...Ma, se avessero avuto ragione, lo sapremmo solo ritornando a guardare quella nuvola.
[Umberto Eco, I limiti dell’interpretazione]

Habent sua fata libelli e duelli!

15 commenti a questo articolo

> SUI LIMITI DELL’INTERPRETAZIONE (O: DEL FANTACARME)
2007-01-04 14:40:03|di Chiara Daino

Come la vita, così i post, ti sorprendono e si passa da Eco ai Faith No More! Adoro Mike Patton per completezza potenza talento. Grazie per i consigli Nevious - apprezzo, ascolterò e rilancio: Wuthering Heights versione - cover degli Angra e Iron Maiden con The Rime of The Ancient Mariner ( che ha reso Coleridge uno degli autori più letti tra i giovani metallari;-).
Da segnalare anche la richiesta in ambito teatrale (musical in primis) di cantanti metal (specie power) e sia commistione phoné e screaming!
Sentito growl a tutti!

Chiara


http://www.chiaradaino.blogspot.com

> SUI LIMITI DELL’INTERPRETAZIONE (O: DEL FANTACARME)
2007-01-04 13:19:54|

Concordo con la citazione di Martino (Sini): la poesia è una pratica della verità. L’interpretazione è quindi - e direi sempre e comunque - un avvicinarsi alla verità PER APPROSSIMAZIONE. Ma UNA verità - una sua verità, diversa da quella dell’autore - il testo l’ha sempre, direi una verità oggettiva. Non foss’altro perché le combinazioni tra i segni (sintassi, ritmo, significati, etc.) sono misurabili. D’altra parte, se tutti i sensi fossero possibili, la stessa interpretazione non avrebbe senso.

Proprio per concretizzare questo discorso sull’interpretazione, che mi interessa molto, ho fatto un esercizio interpretativo sulla poesia di Gabriele Pepe (“Lucy”, nel post successivo a questo).

@ Chiara

Visto la musicaccia che ascolti, mi permetto di consigliarti l’ascolto dell’ultimo disco di John Zorn (insieme alla voce metallica di Mike Patton): “Moonchild”, appena uscito. La radicalità anti-establishment diventa poesia dell’inascoltabile. Su Dante e sul modo di far risuonare la cultura (che condivido molto!), ti suggerisco invece il lavoro “Radio Inferno” di Andreas Ammer, che si avvale della collaborazione di Blixa Bargeld e di FM Einheit (Einsturzende Neubauten), nonché della voce recitante-cantante di Phil Minton (ma vi partecipa anche il poeta italiano Enzo Minarelli). Visto il tuo interesse per la phoné, ecco, credo potrebbe interessarti. Lo puoi ascoltare-scaricare su www.ubu.com

Nevious


> SUI LIMITI DELL’INTERPRETAZIONE (O: DEL FANTACARME)
2007-01-04 12:24:37|di lorenzo

grazie per l’indicazione sul concept dei supultura, me lo cerco senz’altro...

auguri

lorenzo


> SUI LIMITI DELL’INTERPRETAZIONE (O: DEL FANTACARME)
2007-01-03 15:36:15|di Chiara Daino

Siamo il frutto del nostro passato e i semi del nostro avvenire, Lorenzo, e ti ho risposto senza snaturarmi, cercando di spiegarmi. Davvero felice che ci siamo compresi.

E chissà, un domani...Alla luce dei nostri trascorsi musicali, magari faremo un concerto evento, qualcosa in stile METAL LIRICA...
Non so se hai avuto modo di ascoltare l’esperimento dei Sepultura: Dante XXI.
Un concept album che traduce l’Alighieri
col ruvido Heavy. Un gran bel modo di far risuonare la cultura.

P.s. adoro i cuori e i fiori, dipende da come sono posti!
A presto e grazie,
Chiara


> SUI LIMITI DELL’INTERPRETAZIONE (O: DEL FANTACARME)
2007-01-03 14:51:55|

p.s. "M’incantò la rima fiore amore/ la più antica difficile del mondo" forse non proprio da buttar via con le bucce delle verdure...

lorenzo


> SUI LIMITI DELL’INTERPRETAZIONE (O: DEL FANTACARME)
2007-01-03 14:42:55|

cara chiara, ti ringrazio per la risposta. non intendevo certo invitarti a snaturarti, per carità (tra l’altro, ho avuto analoghe esperienze musicali :)). ma ciò che siamo è anche ciò che non siamo ancora, o siamo sempre uguali? né ti invitavo al terra-terra. la chiarezza è parente della Luce, che tu ami, no? dunque ti invitavo al terra-cielo, in chiarità. ma è solo un consiglio, che va nel minestrone. ho notato che pochissimi intervengono sui tuoi post, magari è uno spreco della tua intelligenza. nota anche come sei stata chiara in quest’ultima risposta. ti sei sforzata? snaturata? io non credo.

tanti auguri per tutta l’arte

lorenzo


> SUI LIMITI DELL’INTERPRETAZIONE (O: DEL FANTACARME)
2007-01-03 14:15:34|di Chiara Daino

Lorenzo,
grazie per il lungo post e per l’analisi del mio scrivere.
Non pongo domande originali e, del resto, la triade Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? non avrà mai risposte con valore assoluto.
Non so se qualche cavaliere coraggioso (ma perché non una damigella, un musico, una ninfa dei boschi?) verrà in mia risposta, ma non ho mai preteso ( e ti prego di credermi) che tu e/o qualcun altro indossaste un’armatura...

La mia scelta stilistica è una scelta Chiara non perché universalmente comprensibile; è Chiara perché soggettiva - del soggetto Chiara Daino.
Se lascio il "referente opaco" non è per cattiveria, per autorità (quale autorità potrei possedere, inoltre, è un mistero...) o ironia...

Ma la scrittura, come l’essere umano, si sceglie i suoi destinatari. Quando cantavo heavy metal i saggi consigli erano di "smorzare" i toni, reimpostare la voce, i testi e la doppia cassa alla tanto amata musica pop. Una scelta che molti gruppi hanno preso. Sono scelte, Lorenzo, e se arrivare al "grande pubblico" vuol dire snaturarsi o cercare il gusto dei più,della moda, del semplice-semplice, terra-terra, sole/cuore/amore - non fa per me.

Io sono naturalmente contorta, mi esprimo e vivo seguendo i miei percorsi, ma non li voglio imporre. Indosso gonne troppo corte per aver tasche dove stipare chissà quali verità.

Ecco: puoi associarmi a una cipolla!
Tanti strati, se la tagli urtica la vista, cotta è dolce. Per alcuni indigesta, per altri squisita.
E una cipolla non ha la pretesa di essere mangiata da tutti: è una cipolla e non può travestirsi da anguria.
Sai che delusione? Quella che vedi come un’anguria, poi scopri essere: una cipolla.

Per questo non inganno né il lettore né lo spettatore: «sono una cipolla e questo è quel che una cipolla può offrirti, esprimendo il mio es cipollineo».

Non so quale ortaggio/frutto tu sia, ma nel minestrone del diverso il sapore è sempre il confronto.
Nel mio cipollico pensare ellittico.

Chiara ( e non posso firmarmi neanche col secondo nome perché è Laura e la sindrome di senhal mi vedrebbe fritta!!!)


http://www.chiaradaino.blogspot.com

> SUI LIMITI DELL’INTERPRETAZIONE (O: DEL FANTACARME)
2007-01-02 18:33:12|di lorenzo

cara chiara, grazie per aver chiarificato, rispondendo, la domanda (originale?): come interpreti pensare? per me è una domanda un po’ grossa per questo luogo (per me i luoghi della filosofia sono il dialogo diretto e la ricerca solitaria). speriamo che qualche cavaliere coraggioso si avventuri a rispondere. quanto a testo e sottotesto, no, direi che non era chiaro il tuo messaggio. ma per quanto mi riguarda, quasi nessuno dei tuoi messaggi è chiaro, oppure sono tutti troppo chiari: il punto è che forzi sistematicamente dei segnali di polisemanticità nelle tue comunicazioni, e molto spesso sembra che ti rispondi da sola: o per autorità con una citazione o attraverso un gioco di parole, come a indicare che la risposta sta sempre lì, davanti agli occhi nella ambiguità semantica. questo "stile" mi rende davvero difficile capire cosa vuoi dire o domandare, se devo escludere, per carità, l’idea che tu voglia fare soltanto dell’ironia e "mostrare" che esiste sempre una via superiore, che tu conosci e percorri. ti faccio un esempio: questo tuo post ha un sottotesto piuttosto palese, a partire dal titolo "(o: del fantacarme)" e più giù: "immersa in un fantacalcio poetico". questi accenni mi distolgono dalla comprensione dei tuoi interventi: ti riferisci alle vane discussioni dei blog? fai ironia sul comportamento di qualcuno? perché lasci il referente così opaco? perché ti esprimi tanto ellitticamente? obliquamente? è una questione di stile? ma questa scelta riduce immediatamente il tuo possibile pubblico a quel mucchietto d’ossa di poeti che sanno a cosa ti rifersci, a quali diatribe, a quali schieramenti. e solo a loro vuoi porre questa domanda filosofica, così difficile: come interpreti pensare? (neppure circa le citazioni sei chiara!) ti dico sinceramente che esprimersi così ellitticamente richiede anche uno sforzo al lettore, uno sforzo ovvio di integrazione. quando si chiede - e sempre, sistematicamente - uno sforzo del genere al lettore, io credo si debba esser davvero certi di avere qualcosa da dire all’altro che giustifichi un tale sforzo. infarcire un paragrafo di doppi sensi, boutades, giochi linguistici, domande retoriche e citazioni secondo me - e parlo del tuo caso - rende piuttosto inintelligibile il messaggio. te lo dico sinceramente e da lettore. non tanto perché il testo è "oscuro" (anzi, gli espedienti usati sono chiari ed evidenti, e se non lo fossero, la loro ripetizione basterebbe ad educare un lettore alla loro comprensione nel giro di dieci righe). piuttosto, mi sembra che tu spesso tenda a mascherare con una "apertura di senso", una serie di domande, una apparente irresolutezza e non-decisione, delle opinioni ben chiare e di natura polemica. secondo me sarebbe di maggior giovamento per tutti se tu fossi più chiara tanto nelle tue frecciate polemiche quanto nell’esposizione delle tue convinzioni teoriche.

per questo motivo citavo L.W., sulla c(hi)arezza.

saluti,
lorenzo


> SUI LIMITI DELL’INTERPRETAZIONE (O: DEL FANTACARME)
2007-01-02 13:22:58|di Chiara Daino

Lorenzo,
la domanda - pretesto era proprio "come interpreti pensare?" in stretto legame con i "limiti dell’interpretazione" in ambito testuale.
La verità del singolo e/o la verità che riposa sul testo, l’immagine che ognuno vede nella nuvola indicata da Amleto...
E il nostro rapido scambio di post evidenzia come là dove io ponevo un quesito, tu non hai visto. E allora: io a non aver esplicitato il sottotesto? Giusta la tua interpretazione? O la parola a scegliere i destinatari?

Saluti,
Chiara


> SUI LIMITI DELL’INTERPRETAZIONE (O: DEL FANTACARME)
2006-12-31 18:00:33|di lorenzo

ora capisco! purtroppo in questo caso da parte mia non potrà venire nessun seguito edificante, perché non ho capito quale problema hai posto, o quale domanda.

lorenzo


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