Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Ha doti di icasticità e limpidezza la recente raccolta di poesie di Giovanna Frene, Sara Laughs (Edizioni d’if, collana i miosotìs, pp.32, Premio Giancarlo Mazzacurati e Vittorio Russo 2006).
Quella di Frene – autrice da sempre vicina alle scritture di ricerca più eversive della tradizione del Novecento – è una ’semplicità’ saldamente conquistata e attestata: chiarezza perfino sovraesposta del dettato che non cede a semplificazioni (di stile, di pensiero) ed è anzi traccia di una complessità raggiunta per sentieri sottili: il lessico è freddo, piano, non ’accessibile’. L’orditura sintattica rigorosa, non ’esplicativa’. L’icasticità è giustezza e giustizia, non cedimento alla felicità facile dell’aforisma.
La pagina di avvio della raccolta racconta di una «perfetta» e insieme sanguinante vita/persona che «saluta con la mano» e osserva l’io scrivente. Appare, e appare il testo. È questa la prima poesia della serie: inaugura in soli quattro versi tutto il giro d’orizzonte dei temi toccati e sondati dal libro: la percezione fatta essa stessa corpo, il vedere e l’essere visto, il saluto ambiguo (di partenza? di arrivo? di aggressione?), la ferita, la perdita, una Colpa imprecisata, l’impossibilità di uscirne, lo specchio tra esistere e non; e infine l’ironia delle cose viste e vedenti: che, proprio mentre si annunciano, si negano a una comprensione, allontanate, imprecisabili, interrogate inutilmente – come, appunto, le intenzioni di un nemico, di un’apparizione. (Che possono essere insieme le intenzioni di «uno sguardo altro» e del «nostro che ritorna», come suggerisce in nota l’autrice).
Laterale e dichiarata suggestione di una sequenza di poesie che proprio intorno a tali temi e coppie ruota, va segnalata l’allusione a un libro di Stephen King, Mucchio d’ossa, che Giovanna Frene ha appunto sentito come cenno utile, vicino a diversi motivi propri della raccolta: soprattutto al fil rouge dello sguardo che minaccia o è minacciato, e all’idea di una colpa inespiabile. Così come un riferimento netto delle poesie risiede negli eventi dell’11 settembre.
Quelli che in altro contesto sarebbero stati luoghi comuni di una scrittura di genere, o mera variazione su cronaca, perdono qui ogni identità, tratto fisso. Si staccano da qualsiasi movimento solo orizzontale, di pura trama, e spiccano nella pagina di Frene in qualità di allegorie, e riferimenti verticali, incisi, tagli: «da qualche parte c’è sempre l’essere / che guarda il suo opposto», «Come sarà la percezione della fine quando a morire / non sarà chi spaventa morendo ma chi morendo / dispera?».
Il libro non ha dunque nulla della filiazione compiaciuta – merce da merce – di cui soffrono troppe produzioni anticlassiche, accumulative, post-.
Se inespliciti eventi luttuosi e cadute e colpi si sommano nella stanza buia della raccolta, allo stesso tempo non si perdono in stile dichiarativo, meno che mai in aneddoto. Non finiscono nel perimetro banale di una “storia” (l’ennesimo racconto del male). Quella che si mostra nel libro è semmai una fitta ma non esplicitata orditura di avvenimenti e cose e fatti e personae, «cunicoli» e avversari limpidamente raggiunti dal linguaggio e allo stesso tempo enigmatici.
Nel riaversi – linguisticamente e senza illusioni – dagli eventi di buio che pure richiama, lo sguardo dell’auctor non si mette mai (perché mai è) in condizione di fondare nulla. Capovolgendo il fin troppo noto motto bronzeo e astratto che da Hölderlin e Heidegger ancora risuona, Frene conclude un suo testo – campito anzi schiacciato dal pesare della morte – dichiarando con durezza che «quello che resta non lo fonda più nessuno».
*
da "il manifesto", domenica 27 maggio 2007. p.11. (La versione che qui si presenta è riveduta)
50 commenti a questo articolo
"Sara Laughs", di Giovanna Frene
2007-06-12 23:39:10|
Caspita! questo baldi (pessimo poeta; di temperamento invidioso, livoroso) e questo carlucci (critico acuto ma provocatore, spesso consapevolmente sopra le righe) sono degli ottimi polemisti.
"Sara Laughs", di Giovanna Frene
2007-06-12 20:21:59|di lorenzo
la scusa di non avere tempo perché troppo impegnati (in cose più importanti) è la più vecchia e la più triste delle scuse e andrebbe bandita dalla civile conversazione. non mi risulta che marco giovenale ricopra la carica di ministro degli interni.
saluti,
lorenzo
"Sara Laughs", di Giovanna Frene
2007-06-12 19:27:08|di Martino Baldi
Comprendo benissimo che il tempo possa mancare a chi cerchi di indirizzare ogni stilla delle proprie energie e ogni propria azione e parola nell’obiettivo ragguardevole di ritagliarsi un angolino nel mondo dell’eccellenza delle patrie lettere, senza lasciare niente al caso. E in effetti mi sembra evidente che ogni suo scritto, dott. Giovenale, riveli una enorme mancanza di tempo. Una enorme mancanza di tempo per tutto quello che non sia letteratura; cosa che le impedisce di riuscire a vedere oltre il suo naso qualsiasi cosa che non sia un libro (o almeno a rendere quel qualcosa sensibile nei suoi scritti; che per uno scrittore è la stessa cosa).
Allo stesso modo mi sembra evidente, e perfettamente in armonia con questo atteggiamento, il suo onorevole modo di rivelarsi "particolarmente disponibile al dialogo" con chi sia in sintonia col suo obbiettivo e di permettersi invece di sfogare la sua liquidatoria arroganza con chi al contrario non solo non possa esserle d’alcun aiuto ma addirittura non si dichiari estasiato dalla sua evidentissima, anzi oggettiva, grandezza.
Capisco benissimo che in questa ottica le dispiaccia perdere del tempo nel tentativo di interpretare le opposizione che le vengano fatte da irrelevanti interlocutori quali possiamo essere io e quanti altri qui hanno osato talvolta opporle qualche argomento: sicuramente "mezze intelligenze" (ad essere generosi), visto che gli uomini illuminati e avveduti, e quindi meritori della sua attenzione, hanno già da lungi riconosciuto a vista d’occhio la sua eccezionale statura di intellettuale e l’hanno già scelta come compagno di un fulgidissimo percorso.
Ahimé, per quanto lei possa augurarsi (e io possa augurarle) che tale statura sia indiscutibile, l’apprezzamento universale non toccò nemmeno a Pasolini e a Gadda, figuriamoci a lei. Quindi sarebbe molto sportivo da parte sua, invece di additare come fascisti coloro che non la pensino come lei (come fanno i quattordicenni di sinistra con quelli e destra – e viceversa, naturalmente - alle assemblee di istituto), trovare almeno la maniera di rispondere senza sfoderare quella ironia dalemiana (o finiana) che la fa tanto antipatico e che potrebbe alla lunga costarle un tracollo elettorale.
Noi umili mortali che troviamo il tempo per scambiare due chiacchiere con il netturbino e il fornaio, con l’edicolante e il commercialista (anche se non è di sinistra come noi), se proprio non dispone di tempo, ci accontenteremmo anche soltanto dei modi. D’altro canto siamo sicuri che non le mancherà mai la mezzora per accogliere un eventuale invito per un aperitivo con Cortellessa o un the con Buffoni.
Infine, se accetta un consiglio che le sarebbe buono per salvare capra e cavoli, ovvero trovare il tempo per una discussione tra normali mortali senza che ciò vada a detrimento della sua carriera letteraria, potrebbe prendere in considerazione la possibilità di inserire i singoli commenti “sprecati” nel suo Curriculum, già notoriamente così nutrito e particolareggiato.
"Sara Laughs", di Giovanna Frene
2007-06-12 18:42:35|
a nessuno di noi avanza tempo. ma avanza semper tempo per ciò che interessa. per l’amour. per la masturbazione. per i libri goduti. i dischi ascoltati in macchina, dopo il coito. per le bevute con gli amici. per gli abbracci alla stazione. per le cigarettes prima di entrare nel portone. etc. ec. e.
"Sara Laughs", di Giovanna Frene
2007-06-12 17:13:30|di Martino Baldi
"l’unica cosa che non manca ai baldi, vedo, è il tempo. che è l’unica cosa che manca a me" [Marco Giovenale]
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"Sara Laughs", di Giovanna Frene
2007-06-12 17:07:58|di Christian Sinicco
Grazie per avermi risposto, Marco - anche per il fascista, grazie.
"Sara Laughs", di Giovanna Frene
2007-06-12 11:39:45|di Marco
per quelle state già facendo ottimamente, non vi serve aiuto
"Sara Laughs", di Giovanna Frene
2007-06-12 09:17:16|di lorenzo
sei sicuro che sia l’unica?
lorenzo
p.s. dai che cinque minuti li trovi anche tu per scrivere due cazzate.
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"Sara Laughs", di Giovanna Frene
2007-06-12 23:43:36|di molesini
mah.