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Scaramanzia di Alessandro Seri

Articolo postato venerdì 9 maggio 2008
da Valerio Cuccaroni

Nato nel 1971 a Macerata, dove vive, Alessandro Seri ha pubblicato i libri di poesia E mi guardi con gli occhi di un gatto nero (Blu di Prussia Editore, 1998) e Rampe per alianti (peQuod, 2006). È presente nelle antologie L’apparecchio di Junior (Editrice Zona, 2002), Nodo Sottile 3 (Crocetti Editore, 2002) e L’opera continua (Giulio Perrone Editore, 2005). Suoi versi sono stati pubblicati nelle seguenti riviste: «Piccole Città», «Hortus», «Atelier» e «Poesia» e sulla rivista web «Ulisse» (LietoColle editore). Ha scritto per i quotidiani «Corriere Adriatico» e «Il Messaggero», collabora con le riviste «Buon Gusto», «La voce delle Marche» e «Culturama». Ha curato per otto anni la sezione letteraria del Festival "Artistrada" di Colmurano ed è stato ideatore del premio letterario "Poesia di Strada" del quale presiede la giuria e del Festival dei giovani talenti di Tolentino. Cura le attività letterarie del Comune di Macerata. Nel maggio 2007 ha rappresentato l’Italia a “Poetas” (uno tra i più importanti meeting mondiali di poesia) che si svolge ogni tre anni a Coimbra in Portogallo. Attualmente sta lavorando alla produzione del dramma lirico “Il Monaco”.
Possiede un suo blog

Ecco alcune sue poesie.

II

In mezzo al letto come al mare
ci stan due piedi piccoli che dormono
si spostano con logica d’assenza
al battere costante delle imposte
un fiato appena nato scosta nell’ordine dei giorni
un capomastro morto sul dorso dell’inverno
e le mie ali storte s’invecchiano
spellate tanto sulla schiena non le guardo
l’eredità che lascio è solo tempo perché
l’amore non esiste esiste il tempo
poche menzogne un cesto di panni sporchi
la luce accesa di cento notti insonni
a mendicarmi gli occhi ed il coraggio.

- - -

Scaramanzia

L’inverno canuto dei miei vecchi
scartati al caldo della casa
costretti al ruolo di regali
soffiando frasi sugli amici morti

non vogliono far nomi, limitano i ricordi
per religione e per rispetto sordi
anche per malia ho l’impressione.

Lamentano con grazia qualche ora
rinunciano con saggia preveggenza
al male roco dei trapassanti lenti
con ironia sagacia sorridendo

Hanno le guance rubiconde e fredde
le unghie delle mani spesse
covano strazi per i nipoti assenti

ti guardano andar via con gli occhi vinti
chiedono – quando torni? –
si affidano con la domanda
contro la morte e i giorni

- - -

Sottrazione

Facciamo i nostri conti
in una notte tutti
sono parecchi
una decina i lutti.
E se sottraggo a trentasette trenta
mi appare un ragazzino tristo
e solitario di confidenze stretto.
Sembrava di recente tempo
non apprezzare inganno
t’hanno sparato alle ginocchia
l’aroma della chiesa voleva
farti santo.
Pur la madonna scesa in paradiso
senza avvisarti nei tuoi cassetti
ha rovistato e pianto
anche sugli angoli dove le porpore
si cumulano scaglie di derma.
In quest’età mezzana
ci restano i legni delle panche
sedili da indicare al taglialegna.
Duecentoventi inutili motivi che meno
li ricordi meglio vivi.

- - -

Confuscio

Non è mai retta la presenza
come back dal letargo
con le gambe a strisce
che monto sulla giostra
dei cavalli deluso di decimetri mancanti.
Mi netto, sol fatto la laguna
regina dei quadri ritrovati
proscenio di danza di squilibrio
tre sette due colpi di fortuna.
Ritiro la lenza nel bicchiere
sgrullo gli anelli della catena
richiudo il labirinto coi miei denti
gettando biscotti sulla scena.
L’assenzia è moglie prediletta
scandalo assole di lampada e petrolio
faccia di pesce verdastra lisca
cosparso sul bancone persio
rancore di sandalo dell’oste.
Circola intonaco e miscela a tre
Li spiriti, l’anime, l’essenze che non c’è,
minutro in cerca della tromba
sonante del silenzio l’ondra.
Moto colomba dopo l’alluvione
massetti cemento pare una prigione
la palla al piede che resta appiccicata
non per bravura ma per zavorra illimitata.
Ora la vedi sbeffeggia al diffusore
la moglie appariscente del sacro calciatore.
Amleto resta nero col coccio d’uovo in testa
Manca di senso e suono questa poesia maldestra

- - -

VI

Perché di me conservi gli occhi
la cordigliera della schiena
e tutto il corpo ed il respiro
il battito di ciglia, la proiezione al nuovo

c’è assai destino nei disegni
sotto le piante, nei giochi del giardino

cercami pure quando entri
per lo spettacolo, senza timore alcuno
nel fondo della sala tra i presenti
e troverai uno specchio ove specchiarti

perché il coraggio è cosa rara
non è merce, non si vende

quando non piangi dopo una caduta
e per assicurarti la mia reazione osservi
sappi che lo conosco bene
l’idolo del dimostrarsi fermi

non c’è capitolo di soluzione bensì
rincorrersi di crocevia, somma di eventi

nel compito che gli anni m’hanno regalato
io non vorrei pesarti ma esserti d’aiuto
di lato affianco parecchio defilato
con gli occhi suggerirti, suggeritore muto.

6 commenti a questo articolo

Scaramanzia di Alessandro Seri
2008-05-13 01:45:15|

Io vi ringazio tutti in questa notte sospesa. Sarò un periodo duro di vita sospesa, voi sarete la mia forza.
Alessandro


Scaramanzia di Alessandro Seri
2008-05-12 18:55:56|di Sonia da Macerata

Devo dire, ho apprezzato davvero la poesia "VI".I versi-perché il coraggio è cosa rara non è merce non si vende- e ancora-sappi che lo conosco bene l’idolo del dimostrarsi fermi-:quanta poesia civile in due minimi versi vestiti d’intimismo.
Poche parole che ti strappano al quotidiano correre verso un treno dell’effimero che ferma sempre alla stazione successiva;e intanto
qui e ora ,qui per"noi",inteso come comunità o come rapporto duale,si smembra per l’impossibilità di fermarsi e
ascoltare persino un "suggeritore".E’,concordo in ciò con il Giampaolo V.,la vera moderna poesia civile,quella che risveglia dal torpore i sensi.Senza scomodare grandi temi.Poiché questo può risultare vano se non si scrolla l’anima del singolo uomo.
E ritrovo in pieno il mio concetto del poeta-sentinella.
Complimenti vivissimi al poeta.

Sonia da Macerata


Scaramanzia di Alessandro Seri
2008-05-10 15:20:43|

Notevole soprattutto quando riesce a far fiorire la sua intimità attraverso l’uso di maschere piccole e graziose (stiliti, figli) ed il nuovo utilizzo del dialetto. Mi sembra importante rilevare che questo è uno sviluppo ultimo che darà frutti potenti. Meglio così rispetto alla vecchia poesia civil-politicoideologica, secondo me manierata,poco originale e ancor meno sentita. Bravo da un vecchio estimatore.

Giampaolo V.


Scaramanzia di Alessandro Seri
2008-05-10 12:10:26|di Daniele Donati

Nella Poesia di Alessandro Seri riesco a percepire la vita nella sua realtà e nella sua irrealtà.
Quanto fa per la divulgazione della poesia attraverso eventi ed iniziative culturali lo rende, a mio avviso, ancor più poeta di quanto non lo sia già con le sue bellissime poesie.


Scaramanzia di Alessandro Seri
2008-05-10 11:19:21|di alessandra paganardi

Concordo pienamente con Antonio Fiori. Anche se può sembrare paradossale, non è sempre facile parlare di ciò che più ci appartiene. Eppure è esattamente ciò che dovrebbe fare un vero poeta. Ed è ciò che Alessandro Seri, avendo compreso l’importanza di un simile sguardo su di sè e sul mondo, fa con naturalezza e con perizia di linguaggio. Non mi resta dunque che ringraziarlo per offrire le sue parole con stile e generosità. Bello il chiasmo finale, dantesco, con leggerezza. Alessandra Paganardi


diario dal deserto

Scaramanzia di Alessandro Seri
2008-05-09 08:37:20|

Poeta che apprezzo molto. Validi tutti i testi qui proposti, ma trovo di straordinaria ’leggerezza’ "Scaramanzia" e "VI": quando una poesia, appena letta, fa venir fame di rileggerla, possiamo star certi che è destinata a restare.

Antonio Fiori


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