Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
l Veneto e il razzismo istituzionale
Ancora una volta il Veneto in prima pagina, ancora una volta la nostra regione al centro dell’attenzione nazionale e internazionale a causa di iniziative dei suoi rappresentanti politici contro gli immigrati stranieri.
Il Sindaco di Cittadella, Massimo Bitonci, ha recentemente firmato un’ordinanza che restringe la concedibilità della residenza nel territorio comunale: può richiederla solo chi è in grado di dimostrare di avere un reddito di almeno 5000 euro all’anno e una dimora decorosa. A Romano d’Ezzelino il sindaco ha escluso i bambini extracomunitari dai bonus scuola (due anni fa ha consegnato i pacchi della Croce Rossa solo a residenti italiani). Il sindaco di Teolo ha nominato una commissione per verificare la buona conoscenza della lingua italiana da parte dei nuovi residenti allogeni, prima di concedere al prefetto il nulla osta per la cittadinanza. Il sindaco di Montegrotto Terme, Luca Claudio, oltre a fare proprio lo spirito dell’ordinanza Bitonci, ha invitato con comunicato istituzionale (su un tabellone comunale) i cittadini ad emigrare, perché l’autorità locale non sarebbe più in grado di garantire la sicurezza del territorio. Lo stesso sindaco, pochi mesi prima, aveva capeggiato una serie di "ronde" notturne con l’intenzione di contrastare la diffusione della criminalità. Un esponente trevigiano, leghista, ha pubblicamente affermato i meriti del nazismo e delle SS, capaci, secondo lui, di usare la forza quando necessario e inneggiando alla rappresaglia: "dieci di loro per uno dei nostri", ha pronunciato in consiglio comunale. Tutto questo mentre le massime autorità di importanti città venete, come Treviso e Verona, proclamano quotidianamente la "tolleranza zero" nei confronti di qualunque forma di inclusione.
Sono episodi che lasciano sbalorditi e avviliti: per la loro povertà, la loro grossolanità, la loro arroganza, la loro ignoranza, la loro ingenerosità, la loro demagogia, la loro miseria, la loro mortificante inutilità.
Non sembra ormai fuori luogo parlare di "razzismo istituzionale". A discapito d’ogni loro prerogativa, sono proprio alcune Autorità Civili a dare il peggior esempio, rischiando di innescare fenomeni di intolleranza razziale di cui a tutt’oggi nel Veneto fortunatamente non esiste traccia e di cui è impossibile immaginare gli esiti finali.
Tutto questo non è accettabile. Naturalmente quegli esponenti politici sono stati candidati, votati ed eletti. E naturalmente ogni uomo politico risponde ai propri elettori. Nondimeno, con questa lettera desideriamo rendere pubblico che proviamo autentico orrore per tutte le iniziative sopra descritte.
Di certo non sarà mai questa, per noi, l’identità del Veneto.
Gianfranco Bettin
Romolo Bugaro
Umberto Casadei
Mauro Covacich
Massimo Donà
Alberto Fassina
Roberto Ferrucci
Marco Franzoso
Alberto Garlini
Marco Mancassola
Giulio Mozzi
Marco Paolini
Renzo Di Renzo
Tiziano Scarpa
Vitaliano Trevisan
GianMario Villalta
Lello Voce
6 commenti a questo articolo
Scrittori veneti a Treviso contro il razzismo
2008-01-29 13:20:48|di Gabriele Pepe
E’ proprio quello che intendevo.Una lista civica absolute con tutti i bloggers, scrittori, poeti, critici, artisti che dalla rete si mettono in gioco entrando in politica con un programma a termine di pochi punti qualificanti tipo: riforma del sistema dei mezzi di comunicazione in senso libero e fuori dal controllo dei partiti e delle lobbies; legge sul conflitto di interessi; rivoluzione ecologica sulla produzione di energia e smaltimento dei rifiuti; grandi investimenti su scuola, ricerca e formazione; sanità efficiente pubblica e gratuita e con regole omogenee su tutto il territorio nazionale; lotta alla precarietà; leggi contro il razzismo istituzionale e tutela degli immigrati onesti e in regola con la legge; piano straordinario per il diritto alla casa... e mi fermo qui che ce ne sarebbero talmente tante di cose da cambiare in questo paese che starei qui fino a notte fonda!
pepe
ELEZIONI
2008-01-28 22:27:50|
e perché no una lista indipendente di poeti, scrittori, artisti?
Scrittori veneti a Treviso contro il razzismo
2008-01-28 18:28:24|
Occorrerebbe allargare il discorso perché da qui a pochi mesi le cose su questo fronte peggioreranno di molto vista l’imminente rivincita a furor di popolo di Silvio e suoi alleati. Tra le prime cose da fare, dicono, ci sono le tasse e la criminalità che tradotto significa: molte meno tasse per i redditi medio alti e qualche spicciolo per i medio bassi e vita durissima per tutti gli immigrati e i cosiddetti diversi, per non parlare della 194, il conflitto di interessi, le grandi opere ecc.
Secondo me questo è il momento dove nessuno si può chiamar fuori. Bisogna che tutti prendano posizione in modo chiaro e trasparente. Seguendo il consiglio di Grillo immaginerei una grande lista civica colma di grandi e importanti e riconoscibili nomi di questa paese di ogni settore: cultura, lavoro, solidarietà sociale, pacifismo, cattolicesimo di base,imprenditoria equo solidale ecc.
pepe
Treviso: Brecht e il Vangelo contro il razzismo
2008-01-28 07:04:12|di Lello Voce
Toni Fontana - L’Unità
Alla fine c’è voluto un microfono gracchiante, e questa è stata l’unica promessa che gli scrittori dei Nordest non hanno mantenuto. Avevano annunciato che avrebbero parlato con la «nuda voce», invece la stupenda piazza dei Signori era piena di gente e così c’è voluto un altoparlante per traformarla nella piazza della libertà, della tolleranza, della non rassegnazione davanti al dilagante germe del razzismo che sta infettando il Veneto che però ieri ha mostrato i suoi possenti anticorpi. Marco Paolini, Mauro Covacich e la pattuglia di intellettuali delle tre venezie hanno sfidato il «razzismo istituzionale».
Il razzismo che alcuni irriducibili leghisti, con alla testa il vice-sindaco «sceriffo» di Treviso Giancarlo Gentilini, stanno spargendo a piene mani, con l’obiettivo di erigere muri, escludere, forgiare una società piramidale con i «bianchi» in cima e tutti gli altri al margini, schiavi. «Se vivi qui - spiega Tiziano Scarpa - ti rendi conto dell’impresentabilità, dell’imbecillità di chi inneggia alle Ss».
L’idea è partita un mese fa quando alcuni esponenti leghisti hanno hanno passato il confine della decenza inneggiando ai nazisti, ai «dieci clandestini uccisi per uno di noi». Come dice Renzo Guolo, islamista e commentatore, la «Lega si è fatta imprenditore politico della xenofobia». Da due mesi i musulmani di Treviso, guidati dall’ImanYoussef Tadil, girano col tappeto sotto braccio in cerca di una moschea, nei cimiteri non possono seppellire i loro morti, i bambini vengono esclusi dagli asili «perché non sanno l’italiano - dice Khalid, un marocchino che vive a Treviso - così non potrammo mai impararlo». Dilagano le ordinanze «alla Bitonci» che impongono un reddito minimo agli immigrati, quelle che vietano la macellazione «secondo il rito di Abramo».
Per questo gli intellettuali del Nordest hanno deciso di uscire allo scoperto, di rompere il silenzio assordante che circonda il razzismo istituzionale. «Non siamo mai fuggiti di fronte al dilagare di questo germe - prosegue Tiziano Scarpa, mentre si avvicina al porticarto dove saranno letti brani contro il razzismo - nel Veneto vi è un formicolare di iniziative, ci muoviamo in rete, con i blog collettivi, non siamo stati latitanti. Si deve alla sensibilità di Mauro Covacich se abbiamo deciso di andare in piazza dei Signori. Quelle di alcuni amministratori non sono solo “sparate” sbruffonate, loro vogliono “rompere i coglioni” agli immigrati, far sapere che non saranno mai dei nostri, come noi. Vogliono infastidire, intimorire».
Inizia il «reading» in piazza de Signori. Roberto Ferrucci legge il primo ed il secondo articolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, della quale ricorre nel 2008 il sessantesimo anniversario. Applausi, ancora applausi, la folla occupa la piazza, alcuni sono commossi. Le uniche bandiere che si vedono sono quelle dei «grillini» schierati con il comico genovese. «Siamo per la libertà e contro ogni censura, qui a Treviso comanda uno solo e siamo stufi», dice uno di loro.
Romolo Bugaro, emozionato, sale sugli scalini del porticato e si appresta a leggere poche righe tratte da Meditazione su una frase di Santa Teresa di Raymond Carver. «Parla dell’importanza delle parole - dice Bugaro - dice che occore fare attenzione allo spirito delle parole. Questi amministratori che inneggiano alle Ss hanno un ruolo pubblico, non sono ragazzini, i politici non possono giocare, sono titolari della rappresentanza ed io mi vergogno per quello che dicono». Poi si prepara a leggere dai gradini.
Sul corso. come ogni sabato, c’è una fiumana di gente che guarda le vetrine sfavillanti. «La condizione media è l’anestesia - conclude Romolo Bugaro - molti sono anestetizzati e indifferenti. Noi volevamo fare questo gesto e l’abbiamo fatto».
Tocca a Mauro Covacich, l’ideatore dell’iniziativa. «Leggerò – ci dice - un breve brano tratto da Sillabario di Goffredo Parise, il racconto di intitola “altri” ed ha per protagonista un bambino che scopre l’esistenza dei suoi coetanei». Mauro appare «autenticamente felice. Se fossimo andati in un altro posto - spiega - avrei potuto dire che la nostra critica è scontata, è ovvio essere contro il razzismo, ma oggi usciamo dalla scontatezza. Treviso è un luogo simbolico, il razzismo viene dalle istituzioni, dall’alto. In un bar di periferia può capitare di sentire una battuta sulle Ss, ma qui, a dire queste cose, sono le istituzioni». Forse dopo il successo del reading di Treviso vi saranno altre iniziative, «non lo sappiamo - prosegue Covacich - alcuni di noi sono amici da tempo, altri si sono aggiunti lungo la strada, non abbiamo preparato alcun cartello politico o poetico. L’importane è farsi sentire, uscire allo scoperto, evitare che il silenzio si trasformi in complicità. Noi non c’entriamo con loro e lo volevamo dire».
Lello Voce guarda la folla che si sta ingrossando. «Vogliamo creare un ponte tra la gente, tra i luoghi e le persone. Loro invece vogliono solo erigere muri, creare steccati. Ciò è molto grave perché i politici dovrebbero invece essere lungimiranti, hanno responsabilità. Qui a Treviso non c’è il deserto, molti immigrati hanno manifestato talenti e e vocazioni, qui produciamo cultura, letteratura, poesia, ma gli spazi per comunicare ci vengono negati, ci confinano dentro un recinto, ci minacciano, hanno cercato di cacciaci, di allontanarci, di intimidirci. Ma noi non siamo fuggiti, siamo rimasti qua e vi resteremo».
«Questa è un’iniziativa che va oltre quelle tradizionali - interviene Gianfranco Bettin - qui misuriamo la possibilità di rifondare una presenza diversa che riparte dalle fondamenta della nostra società».
Tra i presenti molti stranieri ed il capo della comunità islamica, protagonista di tante battaglie per ottenere un luogo nel quale recitare le preghiera del venerdì. «Vivo in Italia da 20 anni - spiega l’imam Youssef Tadil - noi musulmani ci battiamo per l’integrazione e non per la separazione. Siamo preoccupati per i nostri figli, per la seconda generazione di immigrati che non vede un futuro, siamo in ansia per coloro che soffrono la disoccupazione. Noi rappresentiamo una risorsa per Treviso e per l’Italia.
Chiediamo aiuto perché la nostra gente vuole una casa, un lavoro». Uno dei problemi che maggiormente alimentano la tensione è quello della sepoltura dei morti che viene vietata in molte comuni. «Dal 1995 chiediamo uno spazio nei cimiteri - dice l’imam mostrando la foto di un ragazzo di 19 anni morto d’infarto pochi giorni fa -: per trasportare la salma in Marocco abbiamo dovuto raccogliere 5000 euro, nel Veneto ci sono solo due cimiteri che accolgono i nostri morti. Purtroppo a volte si tratta di neonati e le famiglie non hanno i soldi per trasportare in patria i corpicini».
Tra i presenti c’è Khalid, un giovane che lavora nell’ industria: «Ho smarrito il permesso di soggiorno - racconta - ho fatto un documento sostitutivo alle poste, ma la Prefettura mi ha convocato nel marzo 2009 per il duplicato. Mi hanno offerto un lavoro in Germania, se vado non posso più tornare in Italia». La gente si affolla, applaude ancora. «Con la manifestazione di oggi - dice Marco Paolini - abbiamo dato un’emozione diversa e non solo manifestato un’intenzione». Ora la sfida è aperta. Da parte dei leghisti anche ieri solo invettive e insofferenza razzista.
Scrittori veneti a Treviso contro il razzismo
2008-01-27 14:16:35|
Ferdinando Camon, Treviso, la letteratura
zittisce gli sceriffi, "La Stampa", 27 gennaio 2008
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Scrittori veneti a Treviso contro il razzismo
2008-01-30 09:23:30|
La sfida degli scrittori a Gentilini
- CORRIERE DELLA SERA