Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Negli ultimi mesi ho cercato di seguire con maggior costanza le pagine culturali dei principali quotidiani nazionali. Sono andato a caccia di articoli inerenti la poesia. Forse avrò cercato male, ma l’idea che mi sono fatto è che le nostre terze pagine abbiano definitivamente smesso di occuparsi dei poeti, delle loro opere, del dibattito che da esse potrebbe scaturire. A parte poche recensioni, forse scritte controvoglia e in poco tempo per ricambiare un favore, non ho trovato traccia di discussioni degne di una eco nazionale.
Anche i blog mi pare non se la stiano passando così bene. Ce ne sono di nuovi, anche di molto visitati, ma si stenta ad imbattersi in accese discussioni. Ci sono molti post che segnalano eventi o che pubblicano i versi di autori nuovi, e questo è un bene. Ma vi ricordate le bagarre di qualche anno fa, ad esempio sul primo blog di "Atelier", su "UniversoPoesia", "Liberinversi", "Absolute Poetry", solo per citarne alcuni?
Restano le riviste cartacee. Lì i dibattiti sussistono, ma corrono il rischio di essere incontri di fioretto, saggi accademici che non riescono a riversarsi all’esterno, sui quotidiani, nel web, per interessare un pubblico più ampio.
Né, a parte qualche caso, ho avuto notizia negli ultimi mesi di memorabili convegni (in Italia) che abbiano suscitato un’attenzione diffusa.
E’ morto il dibattito sulla poesia in Italia o la mia è solo una modesta impressione distorta?
12 commenti a questo articolo
Sulla (apparente) mancanza di dibattito
2008-02-17 23:16:28|di Martino
Più che del dibattito,in effetti, con Tommaso, soffro della mancanza di predisposizione al dibattito. Questo è un paese in cui l’unico elemento di mobilità sociale, oltre alla botta di culo, è la fedeltà a chi detiene un potere almeno un po’ superiore al tuo e la poesia non viene meno a questo modello e chi non si allinea è timbrato come scassamaroni e messo da parte. Hai voglia a fare dibattiti sulle virgole... se non cambia questa mentalità, non nasce niente.
Alla prima parola un po’ critica scatta immediatamente la teoria del complotto, come nel caso di quella giovane poetessa di successo che avendo ricevuto una stroncatura ha immediatamente chiamato un amico proveniente dallo stesso ambiente del critico stroncatore, tenendolo un’ora al telefono per convincerlo - tra un pianto e un lamento - a confessargli quali tipo di trame si stessero tessendo contro di lei!
Coraggio Tommaso, e buon (dopo-)lavoro! Giovedì e/o venerdì ci vediamo a Pistoia.
Sulla (apparente) mancanza di dibattito
2008-02-17 23:15:23|di luigi
Caro Tommaso,
complimenti e in bocca al lupo per il tuo lavoro. Sarò curioso di leggerlo. Intanto mi permetto di segnalarti un vecchio post/thread che cercava di fare il punto sulle (valanghe di) antologie dedicate ai giovani uscite negli ultimi dieci anni: "Tempo al tempo e brecce nelle riserve".
Un caro saluto,
Luigi
Sulla (apparente) mancanza di dibattito
2008-02-17 23:00:22|
Ciao Tommaso, vedo che sei anche tu nel volume Poesie a comizio, di cui puoi vedere la notizia dell’evento qui su Absolute e (oltre a sperare di vederti la sera del 6 marzo a roma), vorrei ricordarti dell’antologia Poesia del Dissenso in due volumi, ( Vol 1, Troubador publishing Ltd, Uk; Vol. 2, Joker, It, a cui hai anche tu partecipo) con un terzo in preparazione.
Ricambiando l’abbraccio, ti saluto.
erminia
Postille antologiche (Tommaso Lisa)
2008-02-17 21:27:51|
Salve. Oggi fare dibattito a tutti i costi rischia di far rumore. Basterebbero poche idee, chiare. Guido Mazzoni una volta mi disse: sono stanco del casino in poesia; io non capii, adesso mi è più chiaro. Il dibattito ricorda le estenuanti e non sempre concludenti assemblee permenenti di molti anni addietro. Dibattere, dibattersi, dibattimento. Il fatto è che, come al solito, ci vuole tempo per non dire cazzate, per creare un pensiero che non sia banale come la moltitudine di banalità che ci circondano. Meglio il silenzio, a volte. Comunque il post lo scrivo non solo perché stasera avrei voglia di risentirvi tutti (la mia latitanza mi pesa) ma perché vi annuncio, proprio a tal proposito, che da oltre due mesi, e ce ne vorranno altrettanti per giungere a conclusione, temo, lavoro a un saggio di recensione, catalogazione, analisi e giudizio delle antologie apparse nel periodo 2004-2006, con correlati riferimenti ai libri di critica. Un bilancio dei vari Parola plurale, Poesia italiana dagli anni Sessanta a oggi, Dopo la lirica, la ristampa del Pubblico della poesia ecc. ecc. Un impegno che, svolto tra il lavoro - quello vero - e il resto di altre passioni extraletterarie affollanti la mia esistenza, mi comporta un venire al dunque di molte situazioni. Forse non creerà dibattito, ma dentro... mi smuove. Tra l’altro, se avete suggerimenti bibliografici, non esitate a segnalarmeli (intendo, se qualcuno ha scritto recensioni, opinioni, su siti o riviste diversi da questo, mi mandi - se vuole - i file, che verranno citati). Solo per difendere la critica, che quando s’impegna non è fatta solo per gli amici, non per l’accademia, non si estroflette insomma, ma sonda in primis sul proprio metodo, sulle ragioni del proprio stesso giudizio. Una clausola finale su Maria dello scorso anno (un anno quasi esatto, se non sbaglio): ci sono stato male, per plurimi motivi. Vuoi la delusione del libro, vuoi il lancio su Poesia, e poi proprio quello che doveva essere un dibattito tra amici, che è stato invece una serie di astiose incomprensioni. Se fare dibattito significa ritrovarsi nella stessa situazione di allora, preferisco dedicarmi al modellismo ferroviario. Un abbraccio a tutti
Tommaso Lisa
Sulla (apparente) mancanza di dibattito
2008-02-15 20:01:32|di Martino
La butto sul ridere per supplire alla mancanza di dibattito.
I dibattiti non ci sono perché la poesia non la legge più nessuno. I critici scrivono solo per i loro amici. I giornali non chiedono a nessun professionista di farsi referente di quello che accade puntando su una seria autorevolezza mirata all’informazione dei non specialisti.
Il critico A parla solo degli autori Z, W e Y.
Il critico B parla solo degli autori X, V e U
E quasi sempre a partire da simpatie personali o rapporti pregressi che nemmeno gli permettono di giudicare con realismo e senso critico gli sviluppi del suo lavoro (l’esempio Cortellessa/Nove).
Nei premi letterari più o meno accade la stessa cosa. I giudici (quando non si tratta di miseri ignoti, per dirla alla Cucchi) vanno a dare il loro voto all’amico candidato, senza manco porsi il problema di leggere gli altri.
Nelle case editrici maggiori avviene la stessa cosa. Si punta su un autore a priori o per storia pregressa, senza nemmeno leggere il suo libro. Esattamente come si compilano le antologie un po’ a caso (fuor di parafrasi ed eufemismi, è quanto dichiarato dagli stessi curatori della antologia mondadoriana sui nuovissimi).
Ma che si vuol dibattere? Che c’è da dibattere? Non siamo noi che dobbiamo dibattere? Loro dovrebbero dibattere! Noi dovremmo soltanto fare la rivoluzione e prenderli tutti a calci nel culo!!!
Sulla (apparente) mancanza di dibattito
2008-02-15 18:38:11|di nevious
Non basta evocare il dibattito. Bisogna provocarlo. E l’unico modo sensato di farlo è quello di scendere dall’astratto (sui principi siamo tutti bravi) per entrare nel concreto delle opere: metterle in discussione a partire dai problemi che pongono al pensiero e alla stessa poesia. Bisognerebbe farlo senza pudore o riverenze, e possibilmente con “cognizione di causa”. E si può farlo sia nella forma positiva del commentario (à-là-Benjamin – esemplari i suoi commentari all’opera di Brecht), sia in quella negativa della critica feroce ai presupposti di ideologia poetica. In ogni caso, provocare il dibattito cercando di scovare dietro ciò che luccica (le forme apparenti) i fantasmi (la sostanza dell’esistenza alienata). Discutere di poesia è aprire spazi di crisi.
PS: Martino, ti propongo questo gadget: un manuale sul metodo di avvitare i versi al muro secondo la tecnica Lucini-Gambula; successo assicurato!
PS II: Bello sarebbe – bello-ma-bello – riprendere in mano la discussione sulla “Maria” di Nove. Alla lunga, e con lo sguardo distaccato del dopo-polemica (e dopo che l’opera è a disposizione nella sua interezza), sarebbe interessante verificare quanto esatto (o sbagliato, certo) fosse il mio modo di leggerla, e non solo a partire dall’oggettività del testo, ma anche dalla sua ricezione … (illuminanti le letture de Il Giornale e di Famiglia Cristiana , e ancora meglio per come viene recitato in cattedrale), così, per fare anche un po’ di sociologia della ricezione, o se preferite per misurare quanto il proprio pensiero sull’autore coincida o si distacchi dal lettore “altro”…
ng
Sulla (apparente) mancanza di dibattito
2008-02-15 18:37:07|di luigi
Mah, Martino... perché buttarla subito sul ridere?
Sulla (apparente) mancanza di dibattito
2008-02-15 14:42:37|di martino
... veramente io pensavo a un settimanale con gadget, a dire il vero. Ma, come nelal tradizione della stmpa moderna, il punto forte sarebbero i gadget. Alcune possibilità:
serie di DVD "Lello, let’s slam", con tutti gli slam finora effettuati in Italia organizzati, diretti, filmati, editati e commentati da Lello Voce, con un’autointervista dell’autore
audiocassette con l’opera completa delle performances di Luigi Nacci
filmini di Moana con traccia audio di commenti di Tommaso Lisa (nel libretto i suoi "Pornopoemi")
enciclopedia a dispense "Lezioni e polemiche di logica matematica" di Lorenzo Carlucci", con servizio di tutoraggio gratuito per gli abbonati (modello Sossella)
"Guida dei sentieri alpini del Friuli Venezia Giulia e dintorni" di Christian Sinicco Supertramp, con un appendice su dove trovare del bon vin anche sui più sperduti sentieri del Carso
Ma questo sono solo alcune idee...
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Sulla (apparente) mancanza di dibattito
2008-02-17 23:40:27|di erminia
Visto che è stato dato il link a quel posto, indico un errore e una dimenticanza, nello stesso.
Infatti, Poesia del dissenso, come antologia - per entrambi i voluti e dunque per il terzo a venire - è ideata e curata da me, mentre le introduzioni ai due volume sono state firmate da Florian Mussgnug e Gianpiero Marano.Dunque, Tommaso, se userai questi testi, correggi per favore come segue:
1. Poesia del dissenso, a cura di Erminia Passannanti (con una introduzione di Florian Mussgnug), Troubador Publishing Ltd, Leicester, 2004;
2. Poesia del dissenso, a cura di Erminia Passannanti, con una introduzione di Gianpiero Marano), Joker, 2006; etc.
Erminia