Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Son stato l’altro giorno alla presentazione de "I Fiori in pericolo" di Mauro Fabi, Avagliano Editore, e dato che l’autore s’è espressamente lamentato - tra l’altro - del fatto che "non si stroncano più i libri: se non piacciono, non se ne parla", ho deciso di farlo contento (ovviamente, lui preferirebbe una stroncatura sulla "stampa ufficiale", ma si fa quel che si può).
La serata si è svolta così: Andrea Di Consoli (uno dei curatori della collana, l’altro è Claudio Damiani) ha letto, bene, gran parte del libro, accompagnato da un pianista. Intanto Fabi (l’alter ego "senza-capelli" di Niccolò) era seduto sul palco e si copriva gli occhi con la mano, chissà perché. Dopo ha letto lui delle poesie nuove, "surreali" (l’autore vi racconta la sua fornicazione e le sue gite per musei e città con un numero pari). Infine, un po’ di dibattito.
Il libro di Fabi, che l’autore ha non troppo scherzosamente paragonato alla "Terra Desolata", intende essere un’opera di "poesia filosofica", una riflessione sulla "contemporaneità", sulla "civiltà occidentale", sulla sua "crisi" e sul suo "declino". Lo stesso si legge nella presentazione del libro: "è un autentico poema sulla modernità, e segna una tappa fondamentale nel panorama frastagliato della poesia italiana." Vediamo dunque quali sono le caratteristiche di questa "tappa fondamentale" della poesia italiana.
Il succo della riflessione filosofica che Fabi ci offre è questo: le macchine diverranno capaci di "progettualità" e pertanto diverrano "come l’uomo", e sopraffarranno l’uomo. Il "Nulla" stenderà la sua ombra (come nella Storia Infinita) su tutto il pianeta, e noi, i nostri figli, i nostri nipoti etc. non ci saremo più, non ci sarà più nulla. Vien da chiedersi due cose. La prima è di dove venga a Fabi questa facoltà di prevedere il futuro, e la seconda è - E alura? Cosa ci offre la poesia oltre a questa nuda e presunta verità? Dov’è il segno del lavoro di riflessione che ha condotto a questa preveggenza?
Allo scenario fantascientifico di cui sopra si alternano poesie sui bambini, sui figli, lievemente più liriche, vagamente oniriche, sospese in una inconcludenza non soltanto formale quanto, più gravemente, filosofica. Questa dottrina del pessismismo totale è propinata in una forma che pare decisamente quella della prosa e addirittura del racconto piuttosto che della poesia. Il "Canto delle Macchine", una sezione del libro, di "canto" ha poco e nulla, e si fa fatica a comprendere che cosa faccia dei testi presentati delle "poesie", se non vogliamo soffermarci sull’uso ripetuto di termini come "afrore" ("di urine") o "lindore".
Ma potremmo anche essere pronti a sacrificare ritmo e suono sull’altare della poesia filosofica, se questa fosse davvero tale. Ma quale profondità di riflessione ci offre il libro di Fabi? Le "verità" più luminose sono di questo tenore: le cose, a differenza delle macchine, hanno una compostezza "stoica"; i bambini sono "delle piccole divinità" e in quanto tali, "inconoscibili", etc.
Gli scenari quanto le riflessioni del libro di Fabi sembrano, più che filosofiche, parenti della letteratura e della cinematografia fantascientifica. Perché la filosofia non sta nelle sole tesi, ma per gran parte nell’argomentazione che tenta di fondarle. Se davvero dovessimo prender per filosofia le visioni apocalittiche di Fabi dovremmo dar ragione a Gauss: "Quando un filosofo dice qualcosa di vero, si tratta di una banalità. Quando dice qualcosa che non sia banale, allora si tratta di una falsità".
Dopo le letture, è partito lo snocciolamento di un rosario di banalità, tutto ciò che potete immaginare: i tempi di pasolini e moravia sono finiti, l’editoria non è coraggiosa, i libri di poesia nelle librerie non si trovano perché o non ci sono o, se ci sono, sono "dissimulati". Per quanto uno possa essere d’accordo con il giudizio di Fabi su Magrelli e la Sica ("faccio fatica anche a considerarli poeti"), qualcosa non torna quando si cita Andrea Di Consoli (l’editore) come l’unico poeta degno di questo nome che calchi la nostra povera terra. Quest’ultimo ci ha assicurato, in chiusura, che i giudizi di Fabi erano determinati da fatto che il poeta si trova, proprio ora, in una "spirale creativa" di una potenza tale da annebbiargli la vista. Una vista più chiara sarebbe invece, io credo, auspicabile, se si ha la presunzione di guardare presente e futuro, se si ha la presunzione (bella sposa del pessimismo) di schiacciare l’uomo sotto il peso della sua stessa passività, perché non si sopporta più la propria o peggio, si è trovato in essa una comoda casetta. Non è affatto il numero a "costruire le città", come ha sostenuto l’autore, ma l’uomo.
Lorenzo Carlucci
20 commenti a questo articolo
Sulla presentazione di "I Fiori in pericolo" di Mauro Fabi
2007-04-13 13:10:38|
Mi riferivo a questo:
"Caffè Fandango / Roma Ieri a Fandango Cafè in Roma, un raggio di luce in tempi bui per la poesia è nato: si chiama Mauro Fabi. Poesie che arrivano all’anima, che fanno aprire la mente e la sensibilità umana, poesie che si ricordano nel tempo. La poesia comprensibile a tutti, un diamante in tempi burrascosi. Poesie che ci fanno sperare e credere che alcuni uomini hanno ancora un anima. Fiori che non si possono ignorare, fiori in pericolo ma che vinceranno. Un attimo di tempo a Fandango dove in due ore tu comprendi te stesso e lavita. Fiori in pericolo, un gioiello creato per la nostra umanità, un umanità spenta e mai come oggi in pericolo! Si può solo ringraziare questo poeta contemporaneo che ha conservato gli occhi e la mente aperta di un bambino. Mauro Fabi nato a Roma nel 1959. fiori in pericolo / Avegliano Poesia collana diretta da Claudio Damiani e Andrea di Consoli." (http://www.allegroandante.it/)
A.L.
p.s.
La uàllera è una cosa seria.
Sulla presentazione di "I Fiori in pericolo" di Mauro Fabi
2007-04-13 02:25:43|di Christian Sinicco
Che dici A.L. detto la uallera,
chiamiamo Ian McMillan per un corso
di poesia o un parere autorevole, come per Obama?
Sulla presentazione di "I Fiori in pericolo" di Mauro Fabi
2007-04-12 13:32:47|
Non potresti consigliare, agli estensori della nota che hai riportato, un corso minimo, ma accelerato, di grammatica e sintassi?
E’ chiedere troppo?
A.L.
Sulla presentazione di "I Fiori in pericolo" di Mauro Fabi
2007-04-12 13:26:46|di lorenzo carlucci
eh eh pepe non esageriamo... addirittura angelo... come mi ha fatto tante volte notare francesca, mia moglie, si potrebbero scrivere le stesse cose che io scrivo con un tono più pacato, senza dar l’idea d’essere sempre incazzati, e raggiungendo lo stesso scopo o uno ancora migliore. io cerco di seguire il suo consiglio, ma evidentemente l’ironia mi scappa sempre di mano e non sono perfetto o imperfetto come un angelo e faccio quel che posso.
per altre due voci su fabi, vi incollo qua sotto una cosa trovata per caso e il link ad un testo di ben cinque pagine fitte dedicate nientemeno che da antimo negri (p.a.a.s.) al precedente libro dell’autore (che non ho letto).
"Caffè Fandango / Roma
Ieri a Fandango Cafè in Roma, un raggio di luce in tempi bui per la poesia
è nato: si chiama Mauro Fabi.
Poesie che arrivano all’anima, che fanno aprire la mente e la sensibilità umana,
poesie che si ricordano nel tempo.
La poesia comprensibile a tutti, un diamante in tempi burrascosi.
Poesie che ci fanno sperare e credere che alcuni uomini hanno ancora un anima.
Fiori che non si possono ignorare, fiori in pericolo ma che vinceranno.
Un attimo di tempo a Fandango dove in due ore tu comprendi te stesso e lavita.
Fiori in pericolo, un gioiello creato per la nostra umanità, un umanità spenta e mai come oggi in pericolo!
Si può solo ringraziare questo poeta contemporaneo che ha conservato gli occhi e la mente aperta di un bambino.
Mauro Fabi nato a Roma nel 1959.
fiori in pericolo / Avegliano Poesia collana diretta da Claudio Damiani e Andrea di Consoli." (http://www.allegroandante.it/)
Link al testo di negri
Saluti,
Lorenzo
Sulla presentazione di "I Fiori in pericolo" di Mauro Fabi
2007-04-12 13:10:40|di Gabriele Pepe
Infatti lo immaginavo caro Martino per questo ho usato il plurale. ;o))
Egregio signor poeta Fabi nessuno la obbliga a editare e a presentare al pubblico le sue poesie no? Se non riesce a reggere una critica, tra l’altro affatto generica e pretestuosa, lasci perdere e segua il consiglio, disinteressato, dell’amico Martino.
Lorenzo poi, si sa, è un ragazzaccio ma vivaddio! i ragazzacci come lui in questa melassa del "volemose tutti bene" , del politicall correct o buonismo che dir si voglia sono come gli angeli purificatori che fanno pulizia nell’anima! :o)))
pepe
Sulla presentazione di "I Fiori in pericolo" di Mauro Fabi
2007-04-12 02:42:07|di Martino
Gentile (mica tanto) signor Fabi, se non ritiene di poter essere oggetto di critiche, perche’ rende pubbliche le sue poesie? Le tenga per se’ e ne goda con gli amici. Il pezzo di Carlucci e’ tutt’altro che banale e mette il dito in uno dei peggiori vizi della cosiddetta societa’ letteraria: l’autoreferenzialita’ che la percorre dal capo ai piedi (si collochi lei dove cuole). Poteva disipegnarsi con eleganza, dimostrandosi un interlocutore sereno e invece il suo commento, con lo stizzoso rifiuto di accettare una critica, non fa che da cassa di risonanza a quanto il pezzo di Carlucci suggeriva.
Martino
P.S. Pepe, americhe si’ ma per fortuna poco "americane". Sono a due passi, cioe’... a due bracciate, dal grande Derek Walcott, e vi assicuro che e’ tutt’altra aria!
Sulla presentazione di "I Fiori in pericolo" di Mauro Fabi
2007-04-11 18:08:53|di lorenzo carlucci
mauro fabi ma come, non mi fai un monumento? non volevi una stroncatura?
comunque sì ero io col balbettante sproloquio che ti chiedevo in sostantza perché considerassi poesia quello che scrivi. la tua balbettante risposta: "beh sai quando parli di macchine, la musicalità c’entra poco... al massimo una musicalità dissonante... ma sì dai alla fine c’è un ritmo anche nel mio ’canto delle macchine’... perché no" mi ha del tutto soddisfatto e non ho chiesto oltre. quanto al perché non abbia espresso la mia opinione lì per lì è perché non sono adatto alla litigata a voce alta, cerco di elaborare quello che vedo prima di esprimere un giudizio, e mi sembra anche una cosa maleducata da fare.
ciao,
lorenzo
Sulla presentazione di "I Fiori in pericolo" di Mauro Fabi
2007-04-11 17:34:09|
Il "di-vino" qui, mi ricorda vagamente qualcuno: quello che voleva inserire nel canone novecentesco (o del nuovo millennio? adesso non rammento bene) un suo amico che aveva pubblicato una plaquette di dieci testi...
Lorenzo, benedetto ragazzaccio, la vuoi finire di insolentire gli "dei", soprattutto quando si fanno i pompini in pubblico? La vuoi finire, una buona volta, di balbettare e sproloquiare alla presentazione dei capolavori?
Su, cospargiti il capo di cenere...
A.L.
Sulla presentazione di "I Fiori in pericolo" di Mauro Fabi
2007-04-11 16:25:52|di Luigi Nacci
ps:
comunque Carlucci non ha pubblicato una recensione/stroncatura al suo libro, Fabi, bensì - cosa alquanto differente - una critica al modo in cui il suo libro è stato presentato. Non capisco quindi per quale motivo lei abbia sottolineato la presunta banalità di una poesia di Carlucci. Piuttosto ci spieghi perché a suo giudizio Carlucci ha mal interpretato la presentazione. Solo per la precisione. Ancora cordiali saluti.
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Sulla presentazione di "I Fiori in pericolo" di Mauro Fabi
2007-04-18 11:09:20|
Non sono stato alla presentazione di Mauro Fabi; degli amici che ci sono stati me ne hanno parlato. Non ci sono state discussioni accese, baruffe, ecc.; nessuno ha fatto obiezioni a quello che Mauro stava dicendo. Stimo molto la poesia di Mauro Fabi; sia il suo precedente Motore di Vetro sia l’ultimo Fiori in pericolo. Apprezzo la sua radicalità disperata, il suo non fare sconti, il suo saper guardare in faccia l’orrore. Apprezzo il suo linguaggio che sembra povero ma sa comporsi anche in modi inconsueti, in registri diversi e qualche volta sorprendenti. So che è abituato a fare affermazioni estreme e talvolta eccessive. Ma la sua colpa in realtà è quella di non praticare il galateo letterario e anche di dire cose che molti per pudore non dicono.
Carlo Bordini