Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Segnalo la pubblicazione della raccolta
di Federico Zuliani. Il volume è il quinto titolo della collana "Festival" curata da Valentino Ronchi per Lampi di Stampa. Note di lettura di Martyn Zadeka e di Lorenzo Carlucci.
Dalla quarta di copertina:
"Poche poesie eppure assolutamente esaurienti. Anzi, l’esperienza della loro lettura è a tal punto coinvolgente che non si osa chiedere di più al loro autore, almeno per il momento."
Dalla nota di lettura "Eredi senza Testamento" di Martyn Zadeka:
"L’angelo che compare nel racconto Giustizia di Hofmanstahl [...] non è un angelo che annuncia qualcosa. Deve porre solamente una domanda, la peggiore domanda che si possa formulare. Chiede, rivolto all’io narrante, nel mezzo del giardino liberty del cosidetto Occidente: sei un giusto? Non ammette divagazioni, frasi articolate, sia pure confessioni, richieste di pietà. Ciò che vuole sapere, e avere, è solamente un sì o un no. L’unico onore di un essere umano potrebbe essere di rispondere con una sillaba, ed è impossibile.
[...]
Che si dica Io con tanta franchezza è interessante, viene da pensare che gli eredi senza testamento del Novecento formeranno due popoli nemici e che la pietra di paragone sarà ancora questo Io irriducibile, da una parte chi lo usa senza metterlo in discussione e dall’altra chi vede in esso la madre di tutti gli artifici. Da che parte sta Zuliani è evidente."
Una poesia:
16.
a Fabio Morabito
Un giorno, l’amore che non avevo mi parlò, e mi disse:
andiamo! E io che sapevo solo leggere e neanche scrivere, senza pensare, risposi
andiamo; e mi ritrovai più solo di prima in un paese che non sapevo esistere
se non in foto. Otra lengua, y otro clima
ma sopratutto la scoperta di poeter essere un altro
e poi di voler essere me. Laggiù
l’amore che non avevo mi aveva invece trovato, pur rimanendo lontano,
e volle addormentarsi con me, ogni sera, quando non ricordavo neanche più
d’essere altrove, e credevo invece d’essere a casa
una casa senza termosifoni e col giardino, e muri bianchi
dove poter sperare di diventare vecchi, se non avessi avuto lei
dove il fiume straripa a ogni autunno e tu mi manchi, ed io ti sogno.
*
cfr. anche in Liberinversi, La Poesia e Lo Spirito, e Absolute Poetry.
Commenta questo articolo