Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Venerdì 1 dicembre 2006
ore 11.00
Tahar Ben Jelloun incontra gli studenti dell’Università degli Studi di Trieste presso l’Aula Magna della Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori di via Filzi 14; è previsto il servizio di traduzione simultanea a cura degli allievi della scuola.
ore 16.30
Inaugurazione della mostra "Magreb" di Alfredo Davoli presso la Libreria In Der Tat di via Diaz 22; presentazione a cura di Fedele Boffoli, con un intervento di Tahar Ben Jelloun.
ore 18.00
Consegna dei Premi del Festival presso il Circolo Ufficiali di via dell’Università 8:
- Premio Internazionale Trieste Poesia a Tahar Ben Jelloun (Marocco);
- Premio alla Traduzione a Edy Quaggio (Milano);
- Premio "Un poeta per la pace" a Eloy Machado (Cuba).
Sabato 2 dicembre 2006
ore 18.00
Presso lo storico Caffè Tommaseo di piazza Tommaseo 4, letture di Velvet Afri, Matteo Danieli, Roberto Dedenaro, Marko Kravos, Umberto Mangani, Vincenzo Martines, Luigi Nacci, Ugo Pierri, Furio Pillan, Christian Sinicco, Luca Visintini, Gerardo Soler (Cuba), Eloy Machado (Cuba), Kim Ton Guang (Nord Corea), Patricio Maffei (Argentina), Ildiko Pelle (Ungheria) e Tahar Ben Jelloun (Marocco).
3 commenti a questo articolo
> Trieste Poesia 2006
2006-11-16 14:31:56|di Christian
Mi dispiace, ma ho copiato dal comunicato, e non l’ho notato.
> Trieste Poesia 2006
2006-11-16 13:53:02|
Luca VisEntini con la E!
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> Trieste Poesia 2006
2006-11-16 19:42:48|di son bravo o son desto?
poesia cosi’ sia
la fabbrica rimanda
il luogo in cui si pigia
quando si ha voglia
di cardini funzionali
che sposti dalla cantina al piano vano
portando dietro mulini a pressione che agitano il fondo della stiva
c’e’’ questo verde da piazzare in mezzo ai figli regolari di
un secondo e una montagna di pannolini
in anticipo sui tanti istanti dannati dove si e’ perso
il prezioso respiro che accoglie il ceto medio
quando lo spasmo negli evirati occhi al termine dell’atto prolungato
calibra
la chiave che il tempo impiega per spaccare la serratura e
a monte mandare il tuo rifiuto d’obiezione
si no perhce’ ancora le genti decidono il baricentro alto
obbligandosi come porte socchiuse che chiedono il primo vino all’estasi in contumacia
le balze srotolano fin dove puo’ l’iride ironica piacersi nel soffitto appena
posato con un’andirivieni flemme flemme
la potenza del libro
che aprendosi parla di nascosto proprio contro l’angolo avverso
alla famiglia...... mi scappa di andarmene correre........................
verso pataya’