Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Invia le tue “varianti” entro il 30 giugno
Il Centro di Documentazione sulla Poesia Contemporanea “Lorenzo Montano” aspetta le tue “varianti” entro il 30 giugno: presso la Biblioteca Civica, via Cappello, 37121 Verona.
Certamente hai un tuo testo poetico che è passato attraverso diverse stesure prima di trovare la sua forma più compiuta. Oppure una poesia che sta nascendo tra molte riscritture. Ti chiediamo di mandare al Centro di Documentazione proprio “quelle” stesure, nella loro forma originale o anche in fotocopia.
Siamo certi che aderirai, condividendo con noi un dejà vu. Il ritorno di un’idea avvenuto ripensando a un volume di molti anni fa. Nella consapevolezza che nel suo trascorrere il tempo non ne ha scalfito il pensiero sotteso.
Quindici anni fa pubblicammo un numero di “Anterem” dedicato alle “varianti”. Chiedendo agli autori di offrire non solo il testo ultimo, ma anche una sua precedente versione. Perché i poemi sono sempre in cammino, come afferma Celan; e per consentire al lettore di guardare nel laboratorio del poeta, e attraverso quest’apertura osservare i movimenti del testo nelle varie fasi del suo farsi.
Nell’editoriale di allora, dal numero 45 del dicembre 1992, Flavio Ermini scriveva: “Il presente numero di Anterem indica i momenti privilegiati in cui il poeta manifesta, in forma di varianti, i diversi motivi del suo dire; l’intreccio di vari piani linguistici e delle varie soluzioni stilistiche possibili. Intreccio dove ogni esito può costituire un nuovo inizio, e ogni risposta data si trasforma in domanda”.
6 commenti a questo articolo
Varianti entro il 30 giugno
2007-04-24 07:30:48|di Stefy
La proposta di ’varianti’ di Anterem è molto interessante, costituisce uno spazio di memoria e di ricerca ipertestuale. Il testo poetico scorre come un fiume,in secca o in piena,largo e profondo e a fatica si raggiunge la riva e la sua deriva..le parole non hanno significanti costanti, ma si muovono nella polifonia di tutti i sensi possibili e come dice Mandelstam, se lo scopo della frase è il soggetto,le diverse ’varianti’ non sono altro che tentativi linguistici diversi per avvicinarsi sempre più a ciò che naturalmente tende a nascondersi.
Varianti entro il 30 giugno
2007-04-19 16:38:42|di ranieri teti
Secondo me Marco Giovenale ha ragione: la storia della critica dice questo. Pierluigi Lanfranchi esprime opinioni che, come tutte le opinioni, vanno considerate e rispettate (tacendo di alcuni aggettivi). Possono però essere anche contestate: in primo luogo perchè tra l’oblio e il Meridiano si può creare un luogo di conservazione e attesa, in secondo luogo perchè la discrezione di quello che sarà non è ascrivibile oggi per fortuna a nessuno. E mi piace pensare che sorprese possano sempre arrivare, che nelle fucine non ci siano solo strumenti deteriorati. Ranieri Teti
Varianti entro il 30 giugno
2007-04-18 19:23:32|di Pierluigi Lanfranchi
Don Benedetto non aveva tutti i torti. Forse aveva intuito la degenerazione a cui si sono abbandonati gli epigoni di Contini. E poi Contini le varianti d’autore andava a cercarsele negli archivi e nei fondi. Non se le faceva spedire a casa...
L’iniziativa di Anterem riflette l’ossessione della conservazione che domina la nostra cultura. Ma la memoria (individuale e collettiva) è fatta in gran parte di selezione e oblio. Voler ricordare tutto equivale a dimenticare tutto.
Un’altra cosa che mi turba di questa iniziativa è l’assoluta mancanza di senso del ridicolo. Chi si prende tanto sul serio da pensare che le varianti ai propri testi possano interessare a qualcuno? Oppure l’idea è che i poeti debbano scrivere pensando all’accademico che confezionerà l’apparato critico del loro Meridiano?
Pierluigi
Varianti entro il 30 giugno
2007-04-18 17:24:49|di Marco
Commento doc.
Benedetto Croce la chiama(va) "critica degli scartafacci". (Cito a memoria, potrei sbagliare).
Quanto - al contrario - fosse sensata lo hanno mostrato negli anni Gianfranco Contini e parecchi altri.
Varianti entro il 30 giugno
2007-04-18 16:51:46|di Pierluigi Lanfranchi
Trovo questa iniziativa aberrante. Siamo sommersi da una grande quantità di testi “finiti”, o presunti tali, tra cui è assai difficile orientarsi... ci mancano pure le varianti... La poesia “finita”, se la si sa leggere, rivela l’essenziale del laboratorio del poeta. Perché andare a spiare in cucina tra le pentole sporche, gli strofinacci sudici, ecc. (a maggior ragione se il piatto non era gran che)? Dio ci liberi dalle varianti!
Pierluigi
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Varianti entro il 30 giugno
2007-04-24 18:50:13|di eko
L’intervento di Pierluigi Lanfranchi mi ha fatto riflettere sull’immagine grigia che spesso abbiamo dei poeti. Ma non vorremmo mica prendere i poeti troppo sul serio?! Loro sono fatti così, si divertono a scrivere. E senza stare a pensare né ai Meridiani né all’Accademia scrivono poesie da cui nascono altre poesie – hanno pensieri poetici che si diramano, e queste diramazioni possiamo chiamarle varianti, o sono preludio ad altri pensieri poetici. Alcuni sono anche dei burloni (qualcuno si sarà pure seriamente divertito a immaginare varianti di poesie che neanche esistono! O a inventarsi bozze di poesie scritte anni fa). Il gioco ci regala pur sempre delle sorprese, ci regala il possibile e l’impossibile, l’inverosimile. Per l’appunto: la variante. Uno squarcio aperto sul “finito”. O se preferite, una speranza.