Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Vincenzo Ostuni (1970) è nato e lavora a Roma. Redattore di minimum fax,poi editor di saggistica e in seguito direttore editoriale da Fazi, lavora oggi come editor per Ponte alle Grazie, del Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Negli anni 90 è stato fondatore e animatore del gruppo romano Laboratorio Aperto di Ricerca Poetica e della rivista «Dàrsena». Nel 2004 ha pubblicato il suo primo libro, Faldone zero-otto (Oèdipus, cinquina Premio Napoli per la poesia internazionale) che raccoglie testi scritti fra il 1992 e il 2000.
Ringrazio Vincenzo per aver consentito la pubblicazione di questo suo testo (allegato.doc in alto a destra) scritto recentemente.
A.P.
4 commenti a questo articolo
Vincenzo Ostuni. Una poesia
2009-01-30 16:12:12|di tabula in posa
Come mai questa disposizione grafica?
Una poesia che riflette l’insensatezza di prendere la penna in mano quando non si può scrivere che la fioca e inane tristezza dell’intelletto ripiegato su se stesso, non fonte sprigionata. Intellettualismo e ordinaria attesa costruzione.
Vincenzo Ostuni. Una poesia
2009-01-30 01:54:23|di tabula rosa
anche io vorrei leggere altre poesie di Vincenzo Ostuni. Questa mi sembra composta da stringhe che come attraenti coriandoli solcano il paesaggio, ma non lo seminano con sufficente potenza. né lo bombardano, cosa che non so se fosse nelle intenzioni. almeno al mio sguardo notturno. ma ironia non mi sembra la cifra di questi versi e ironia comunque si può fare sempre e su tutto, se con giusta violenza.
Vincenzo Ostuni. Una poesia
2009-01-30 01:37:33|di tabula rasa
Dovrei e vorrei leggere altre poesie di Vincenzo Ostuni, perchè questa mi ha lasciato pessimo sconcerto. Di ironia intellettualistica nella pancia di un vuoto noioso(il nostro occidente) e sullo sfondo di una guerra che non può accettare ironia. Non parlo della lingua di questa poesia, ma non basta la lingua a fare poesia o forse la lingua deve diventare anche qualcos’altro.
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Vincenzo Ostuni. Una poesia
2009-02-14 09:44:15|di Vincenzo Ostuni
Leggo con molto ritardo. Scusate e grazie dei commenti.
A tabula rasa: non vedo un’ironia nei confronti della guerra e dei palestinesi - anzi, semmai è presente in tutto il testo un sottosenso di inadeguatezza "noi qui" scampati a un destino che ci distingue colpevolmente dal loro, ma che avrebbe potuto accomunarci.
Se ti riferisci alla frase in esergo, a me sembra indicativa della tragedia in atto a Gaza: urlando un’insensatezza del genere, quella donna metteva in atto la disperata aspirazione a un diritto elementare come dormire in pace, un’aspirazione straniata alla condizione del condomino del piano di sotto - condizione tragicamente lontana dalla sua, vicina alla "nostra" ("noi, qui") di ordinari e diseguali dormienti occidentali.
Non capisco molto bene i commenti sulle "stringhe" e sui "coriandoli", e in particolare non comprendo se quello di tabula in posa sia un apprezzamento o una critica - benvenuto in entrambi i casi, ma lo o la pregherei di essere più chiaro o chiara.