di Sergio Garau

sergio garau (sardegna, 1982) dal 2001 in collaborazione con il collettivo sparajurij prende parte alla scena poeticoperformativa italiana e internazionale. rappresenta l’italia nel 2007 alla prima coppa del mondo di poetry slam a parigi/bobigny e nel 2008 alla internationale SLAM!revue del literaturfestival di berlino, di cui curerà il programma l’anno successivo. Nel 2009 è invitato alla biennale giovani del mediterraneo a skopje, partecipa alla festa della letteratura e delle arti di asuni in sardegna con una soloperformance di 1ora, che poi rimodellerà per il vivace horinal di barcellona. nel 2010 dopo una residenza artistica a berlino è impegnato in una tournée con il progetto multilingue di spoken word e musica smokenmirrors in 21 città europee, è featuring poet alle slammeisterschaften nella capitale europea della cultura ruhr 2010 e presenta l’operazione collettiva videomusicalpoetica I O all’absolute poetry festival di monfalcone. ha vinto l´anti-slam di berlino 2009, il primo slam a squadre italiano a romapoesia 2003, il poetry slam internazionale di bolzano 2004, il poetry slam della settimana letteraria torinese 2002, il primo concorso di videopoesia doctorclip 2005 et cetera. è pubblicato in perversi modi come libri, cd, radio, santini, tv, siringhe, fascette, dvd, facebook, www.myspace.com/garaus et cetera, cura diversi festival e situazioni, un blog d’autore su absoluteville, collabora alla redazione della rivista atti impuri (off e on-line www.attimpuri.it) e alla collana maledizioni per No Reply

pubblicato lunedì 6 febbraio 2012
il presente è stato eseguito al 17° Festival Internazionale della Poesia di Genova (giugno 2011) ed è qui pubblicato per concessione dell’autore. (...)
pubblicato lunedì 11 ottobre 2010
Pubblico per la poesia. Pubblico pagante 5, 10, 15 euro. Sale concerti, club, teatri di 400, 800, 1600 posti esauriti. Pubblico debordante, (...)
pubblicato domenica 12 settembre 2010
Nel mese di giugno il mensile Poesia pubblica un resoconto di Valerio Cuccaroni sulla poesia italiana in rete, poi ripreso e aggiornato qui su (...)
 

di Stefano La Via

aggiornato giovedì 24 marzo 2011
 

di Massimo Rizzante

aggiornato venerdì 29 luglio 2011
 

di Gabriele Frasca

aggiornato giovedì 5 maggio 2011
 

di Cecilia Bello Minciacchi,
Paolo Giovannetti,
Massimilano Manganelli,
Marianna Marrucci
e Fabio Zinelli

aggiornato domenica 18 marzo 2012
 

di Rosaria Lo Russo

aggiornato sabato 21 maggio 2011
 

par Pierre Le Pillouër

aggiornato giovedì 17 maggio 2012
 

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aggiornato mercoledì 10 novembre 2010
 

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di Gianmaria Nerli

aggiornato giovedì 16 settembre 2010
 

di Maria Teresa Carbone & Franca Rovigatti

aggiornato giovedì 17 marzo 2011
 

a cura di Massimo Rizzante e Lello Voce

aggiornato domenica 27 novembre 2011
 

ZEBRA : videopoesie

gatti suonati, cani con gli stivali e un orso bruno che si mangia tutti gli svizzeri.

Articolo postato lunedì 9 maggio 2011
da Sergio Garau

Cinema Babylon, Rosa-Luxemburg Platz.

*

L’ultimo decennio ha visto apparire e svilupparsi festival internazionali di videopoesia dalla Russia all’Argentina, dal Canada all’India, dal Portogallo** all’Italia. Il primo e più rilevante festival nostrano del genere è DOCtorCLIP, dal suo numero zero, RomaPoesia 2005, gemellato col ZEBRA Poetry Film Festival di Berlino.

ZEBRA è il festival di videopoesia più importante d’Europa, se non del mondo. Dal 2002, con cadenza biennale, propone un programma sempre più articolato e vasto: più di 900 film inviati da 71 paesi hanno partecipato al bando dell’ultima edizione - una selezione delle cui opere è proiettata nel maggio 2011 nell’ambito di trevigliopoesia#.

§

Im Wettbewerb. In concorso.

Ci si ritrova in una babele di lingue, tecniche, grammatiche, codici, materiali, … . Eccone qua una possibile carrellata, seguita da una piccola riflessione. Si va da rock-star come Nick Cave, che presta la voce narrante al poema/cortometraggio di animazione The Cat Piano,

a KONE (Machine), produzione finlandese in cui il corrosivo fantaluddistico testo di Ihalainen, eseguito da lui stesso su una musica industrial ossessiva,

si mescola ai disegni, ai dipinti e all’arte digitale di Juha Karjalainen (nel video sopra solo il live, non la videopoesia).

Si spazia con il britannico A Galaxy over There

A Galaxy Over There from Blurred Edge on Vimeo.

e l’irlandese The Polish Language,

produzioni ricche di effetti speciali che inscenano la visionarietà del testo ora in sinestesie d’immagini, ora in collage di suoni, lettere e oggetti. Non s’ha da decifrare il Mensaje a la Humanidad, film argentino di Ernesto Livor Grosman che mette in scena il poeta sonoro Roberto Cignoni all’opera. Avvolge l’intimo silenzio in mandarino di They Are There But I Am Not,

They Are There But I Am Not from Ye Mimi on Vimeo.

di Ye Mimi, vincitore di DOCtorCLIP 2009. In modo simile Breathe di Emma Passmore sfrutta la voce femminile fuori campo su riprese in bianco e nero di scenari quotidiani. Nell’olandese De Poortwachter (The Gatekeepers) la telecamera segue istanti di vita militare in una dogana mentre si ascolta una poesia sul concetto di confine oltre il limite dell’assurdo. Esplodono invece i fuochi d’artificio di Tongue of the Hidden,

che danno un saggio delle concrete potenzialità cinematografiche della calligrafia araba. Viva Zombatista, gustosa animazione 3D norvegese, è un lampo sardonico nella notte degli zombie dementi che non termina qui.

Per l’Italia in concorso ecco le oniriche animazioni dagli stili ben definiti e riconoscibili di Elena Chiesa con Polifemi,

e di Simone Massi con Nuvole, Mani.

Dulcis in fundo: il vincitore: Der Conny Ihr Pony (The Pony of Conny) di Robert Pohle e Martin Hentze – scelta con cui non possiamo che trovarci d’accordo. Il film riluce perizia nel giostrare un prodigioso armamentario di tecniche: si parte dall’omonimo brano, un pezzo studiato e inciso dalle svizzere corde vocali di Gabriel Vetter**** per i poetry slam: su quella traccia audio i due studenti della Hochschule für Kunst und Design Halle scatenano una fantasmagoria di artifizi visivi: collage, fumetto, recitazione (Conny), stop-motion, cartone animato (in senso letterale) e molto altro, amalgamando il tutto in post-produzione. L’esplorazione delle possibilità cinematografiche è degna di un uomo con la macchina da presa, dell’opera di Vertov che Lev Manovich usa come leitmotiv sotterraneo al suo The Language of New Media. Le tecniche, nel film dal ricco palmares, non distraggono dal testo, ma ne sottolineano, illustrano, rafforzano le parole. Non solo: trasformano i confini della p0es1s, ne espandono l’immaginario.

Der Conny Ihr Pony poi fa anche ridere.

Italien ja, Italien nein.

ZEBRA ospita una sezione: CinemAperitivo - Italienische Momente, formula ideata per le retrospettive italiane.

Antonello Faretta, regista lucano, presenta tre dei suoi Nine Poems in Basilicata, cuciti su misura per John Giorno. Al ciclo appartiene Just Say NO to Family Values,

premiato allo ZEBRA del 2006.

In programma c’è poi Basta Cani di Uliano Paolazzi Balestrini, tratto dall’omonima poesia di Nanni Balestrini, che sguinzaglia su un percussivo tappeto musicale le qualità di Antonio Rezza,

e Lai del ragionare lento, di Giacomo Verde su testo e voce di Lello Voce, nome omen, ça va sans dire, musica di Frank Nemola e Michael Gross.

Saggiamente, le videopoesie qui sopra procedono come il cinema, come opere collettive in cui vi è il regista, lo sceneggiatore, l’autore della colonna sonora o i loro equivalenti. In altri casi, invece, si ha quasi l’impressione che a un poeta un giorno abbiano regalato una telecamera digitale, o che un regista si sia imbattuto nel suo diario delle medie dove buttava giù qualche verso.

Anche durante lo ZEBRA si può incappare in opere di dubbia fattura, piri fatui; e se la cosa è comprensibile in una sezione come quella che ospita i lavori degli universitari (da cui proviene però anche il vincitore del concorso), lo è meno nella sezione italiana, che proponeva, in quello che doveva essere uno spaccato del meglio in circolazione al momento, uno o due film impresentabili.

Non voglio cercare il pelo nel cane (parafrasando Balestrini), ma sottolineare l’importanza, ancora una volta, della consapevolezza del mezzo. Quantomeno a certi livelli è necessario sapere il fatto proprio: Faretta può permettersi un’inquadratura fissa (peraltro molto bella) su John Giorno che esegue una sua poesia: il poeta di New York***, infatti, è da mezzo secolo che calca con successo i palchi di tutto il mondo e, soprattutto, i media primari della sua poesia e della sua poetica sono il corpo e la voce, così che viene naturale tradurre la sua presenza sullo schermo. Un discorso simile si può fare per l’opera di Giacomo Verde: Lello Voce porta avanti da anni teoria e pratica dell’oratura, e il brano qui presentato, ad esempio, era stato concepito e pubblicato per l’album Fastblood. Uliano Paolazzi Balestrini dà poi ulteriore riprova di quanto diciamo affidando le parole alle voci, alle espressioni, ai toni, alle facce di Antonio Rezza, in un modo che solo quell’uomo da Nettuno avrebbe potuto portare così bene al di sopra delle righe.

bonus:

sito del ZEBRA poetry film festival: http://www.literaturwerkstatt.org/i...

#il festival trevigliopoesia attivo dal 2006 oltre al concorso La parola immaginata propone il 27 maggio 2011 una selezione proprio dello ZEBRA http://www.trevigliopoesia.it/

*Le nostre rapide incursioni hanno luogo tra poesia digitale e poetry slam, tra poesia performativa e poesia muta, stampata, rilegata: vasi comunicanti: stanze dalle pareti mobili, malleabili, che lasciano passare, sconfinare, contagiare: corpi che prendono virus e mutano forma, che si ridefiniscono di continuo.

**interruzione pubblicitaria mirata posticipata: il Festival Silêncio di Lisbona propone quest’anno un festival internazionale di videopoesia, il bando scade ai primi di giugno.

§ Mi soffermo un attimo su Famous Directors – First Poetry Films: videopoemi di un secolo fa come The Unchanging Sea, del 1910 di D. W. Griffith, basato sulla poesia The Three Fishers di Charles Kingsley, o Manhatta, del 1921, con intertitoli tratti da poesie di Walt Whitman: primissimi esempi che lasciano già intravedere alcune possibilità del genere (l’uso degli attori, della musica, le riprese della vita quotidiana).


Manhatta (1921) di Lost_Shangri_La_Horizon

***interruzione pubblicitaria mirata posticipata e doppia: John Giorno sarà in Italia a giugno al festival La Punta della Lingua di Ancona ed è nel CD del primo numero della canGura.

****Gabriel Vetter è eclettico talento poeta-performer del 1983, al momento di stanza a Firenze, giunto alla ribalta vincendo nel 2004 il campionato internazionale di poetry slam di lingua tedesca.

1 commenti a questo articolo

ZEBRA : videopoesie
2011-05-26 08:32:33|di Lin

fantastico, especially The cat piano
and some others, I wanna see them all

keep on doing what you are doing!

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