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alcune questioni sull’oralità

Articolo postato sabato 7 aprile 2007
da Lorenzo Carlucci

L’altro giorno ho comprato l’ennesima edizione delle Quartine di Omar Khayyam, nel disperato tentativo di avvicinarmi un po’ all’originale, e nella interessante introduzione di Alessandro Bausani ho trovato il testo seguente, che descrive le qualità necessarie per un poeta. Il testo è di Nezami Aruzi di Samarcanda, discepolo di Khayyam. Non lo propongo qui per suggerire uno scarto incolmabile tra i curricula dei poeti del bel tempo andato e i poeti d’oggi quanto per alcune semplici questioni che mi ha suggerito circa poesia e oralità, poesia e memorizzazione (cfr. infra). Il testo dice così:

"Il poeta deve essere di sana indole naturale, d’eccelso pensare, di non artefatto carattere, di sguardo ampio e bello, di vista sottile; che abbia una coloritura nelle scienze più varie, ed elegante dottrina delle tradizioni e degli usi... Bisogna poi che il poeta sia un buon parlatore nelle assemblee, e che s’acquisti fama nell’epoca sua, che sappia esternare il suo nome: come altrimenti eternerebbe quello degli altri? Ma gran poeta non si diventa se nella gioventù non si sono imparati ventimila versi degli antichi poeti e mille dei moderni, se non si leggono di continuo i canzonieri dei Maestri... E solo dopo che si sia acquistato gusto poetico, si passerà allo studio della scienza della poesia e della metrica..."

Mi son venuti allora in mente i discorsi letti più volte dei sostenitori della "poesia orale", e in particolare, di coloro che rimarcano con vigore l’origine - e in alcuni casi l’essenza - orale della poesia. Un corollario più volte dedotto è la possibilità di memorizzazione di una poesia che rispetti i vincoli e le forme dell’oralità, in opposizione a una poesia soltanto scritta. Mi sono accorto però che quasi sempre questa "memorizzazione" rimane qualcosa di potenziale, ossia una proprietà che la poesia "orale" possiede soltanto "in potenza", specie per quanto riguarda la memorizzazione di poesie altrui. Ciò significa che rimane slegata da una reale pratica di memorizzazione, e ovviamente dalla pratica della tradizione orale. E parlo qui ancora della memorizzazione della poesia altrui, non della propria.

Questo forse perché le strutture sociali che reggevano la pratica della poesia orale, l’assimilazione orale della poesia, la trasmissione orale della poesia, non esistono più. Il risultato - per i cadetti dell’oralità - rischia d’essere un idolo senza piedi, l’idealizzazione astratta di una proprietà formale, slegata irrimediabilmente dalle strutture che la renderebbero possibile. La domanda qui non è ancora quanta poesia d’oggi sia memorizzabile ma, posto che l’esser memorizzabile sia condizione necessaria dell’esser memorabile, quanta poesia venga oggi memorizzata.

Se in questo senso "la poesia orale" potrebbe essere un mostro senza piedi, in un altro senso potrebbe essere un mostro senza testa. E il senso è questo: i nostri campioni dell’oralità pongono quasi esclusivamente l’accento sul ritmo e sul suono, come condizioni della possibilità di memorizzare una poesia, di trasmetterla oralmente, e mai e poi mai sulla retorica, sulla semantica, sulla logica del testo. Eppure sembra indubitabile che questi aspetti giocano un ruolo essenziale nella poesia orale dell’antichità, e ci si deve chiedere il motivo e la ragione del perché scompaiano del tutto dalla moderna "idea-limite" di poesia orale. Lo stesso discorso potrebbe farsi per il ruolo della tradizione nella pratica e trasmissione della poesia orale antica (ripetizione, citazione, variazione sul tema), che anche scompare quasi interamente nel concetto contemporaneo e vi è ammesso solo come eccezione.

Semantica, retorica, logica del testo non contribuiscono forse alla facilità di memorizzazione di un testo poetico? E’ possibile affidarsi esclusivamente al ritmo e al suono, alla prosodia, per rifondare una tradizione poetica sull’oralità? Non è forse questa un’impresa destinata al fallimento, perché - in ultima analisi - fondata su un’idea parziale dell’uomo, fruitore, messaggero e creatore della poesia?

Per chiudere, si potrebbe proporre un test, che possiamo chiamare il Test di Nezami: scrivere qui, nei commenti, tutta la poesia *contemporanea* (diciamo scritta da viventi) che si conosce a memoria (esclusa la propria!) e che si è capaci di riprodurre in tre minuti esatti. Se il risultato è misero, non voglio suggerire che la colpa è soltanto dei poeti (che certo ne hanno) ma anche di noi lettori, sicuramente non molto educati a ricezione e trasmissione.

Lorenzo Carlucci

10 commenti a questo articolo

alcune questioni sull’oralità
2008-04-04 20:01:15|di l.a.

hem e se io dovessi imparare a memoria una poesia?(magari in un modo un pò celere)

cosigli please
livia


alcune questioni sull’oralità
2007-04-09 11:42:49|

Lorenzo, non che non è tutto qui, ma cosa pretendi a pasqua la sera una volta recuperata la mobilità del corpo:-) Un augurio a tutti...

ps: ci ritorno!


alcune questioni sull’oralità
2007-04-09 10:52:38|di lorenzo carlucci

maria, perché pensi che ti voglia contestare l’illogicità dei testi? nel post non parlavo dei prodotti ma del discorso estetico o promozionale che si costruisce attorno ad essi.

lorenzo


alcune questioni sull’oralità
2007-04-08 22:43:33|di maria

Lorenzo non è una questione di giochetti fonico-ritmici, che pure, è ovvio, fanno da suppporto; io ti ho citato alcuni dei versi che mi sono rimasti proprio per la loro capacità di comunicare, cioé, a me dicono, hanno detto qualcosa in passato e continuano a dirlo anche a distanza di anni, anche quando non li rileggi più da un pezzo, perché i percorsi mutano, proseguono in altre direzioni, ma nella memoria restano. Di Frasca ho citato una delle opere forse meno note, edita da Cronopio, ma che a me è piaciuta di più ed eè rimasta di più, così come posso esplicitamente dichiarare che mentre probabilmente di Voce potrei ripetere a memoria quasi tutto, annesse citazioni ( e magari con tanto di lapsus come mi sono accorta di aver fatto), della Lo Russo faccio fatica a memorizzare e la prima cosa che mi torna in mente è una rielaborazione musicale spuria, ma se dello Dittatore farei probabilmente scena muta, non altrettanto posso dire della Penelope. E’ ovvio che non esistendo oggi alcuna necessità di dover mandare a memoria i versi, ognuno selezioni in base alle proprie preferenze. Magari tu farai una scelta antitetica alla mia, ma non puoi contestarmi l’"illogicità" dei testi.


alcune questioni sull’oralità
2007-04-08 18:54:39|di lorenzo

maria, li ricordi perché li hai imparati o come?

christian... tutto qui?

good light!
lorenzo


alcune questioni sull’oralità
2007-04-08 18:25:38|di Christian Sinicco

C’è una cosa da non sottovalutare, Lorenzo, per ciò che concerne la poesia "antica": essa veniva regolarmente accompagnata dalla musica, cantata e interpretata, per cui le strutture metriche avevano senso attraverso una serie di utilizzi. Per me il concetto di oralità in poesia non ha alcun senso senza le possibilità "sociali" di fruizione. Ciò che sostanzialmente, oggi, molte scritture non contemplano, è il confronto con il contemporaneo, ovvero con i ritmi e le sonorità della nostra epoca (se vuoi le immagini, i fatti e il pensiero...e questo è drammatico, poiché c’è pochissimo pensiero, in generale).
Mi vien da ridere, anche perché giri l’angolo, e conosci Jaksa Fiamengo, poeta croato, che ha scritto moltissime poesie, poi musicate da i principali cantanti della ex-jogoslavia, come ad esempio Kemal Monteno, molto amico di Endrigo.
Per dirla in breve: per essere in grado di ridare la poesia alla musica (e la musica alla poesia), devi saperti confrontare a 360° nel mondo in cui vivi, e non solamente con una abilità. La poesia non è solo il linguaggio, la poesia non è solo una scrittura, ma è un passaggio attraverso tantissime abilità e idee.


alcune questioni sull’oralità
2007-04-08 12:12:13|di maria

Lori la "trimurti" ;-)

il Vox, ultimo pezzo (non mi ricordo mai i titoli) da fast blood...-

il Frasca A volte da Tele

e devo rendere giustizia alla Lo Russo perché, non posso farci niente, a me è venuta prima in mente la versione "sbagliata" cioè revisionata e mixata da Morgan ex-Bluvertigo che diceva:
"la costrizione della mente per cui conviene che sempre scriva e canti, com’è questo dimagrimento che fa mordere le mani a sangue fino all’osso...che godimento essere sbranato..." ma in realtà non erano così i versi dell’originale, siccome quelli giusti a memoria non me li ricordo, cito un altro passo, se no mi pare brutto ;-)

"Allora cominciai ad urlare ad alta voce con strepito ed urlavo senza ritegno, ripetendo questa parola Amore sconosciuto perché mi lasci? ma era impossibile e non dicevo nulla di più che le prime parole amore sconosciuto perché perché perché?"

da Comedia


alcune questioni sull’oralità
2007-04-08 11:55:13|di lorenzo

di chi è, maria?

lc


alcune questioni sull’oralità
2007-04-08 09:05:52|di maria

eravamo innocenti come denti bianchi che brucano erba e tramonti eravamo innocenti, belavamo, feroci mentre sulla collina si amministrava giustizia e uomini nudi tiravano le croci...

a volte avrei voluto dirmi basta anche se non m’è mai bastato nulla non certo questa roba che è rimasta come sterpi nodosi in terra brulla a ricordare il tempo dei germogli, non è l’esterno, l’anima maciulla a poco a poco quello che raccogli finché sia fatto questo fosso fermo e tu sia detto dire togli togli...

che godimento essere sbranati, che sensi ariosi ad essere sbranati...

(in un minuto e mezzo, se ci penso un altro pochino faccio un LP)


alcune questioni sull’oralità
2007-04-08 00:17:06|

silvia rimembri ancor quel tempo della tua vita mortale quanto beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi e tu lieta e pensosa il limitar di gioventù salivi suonavan le liete stanze e le vie d’intorno al tuo perpetuo canto allora che all’opre femminili

all’ombra dei cipressi e dentro l’urne confortate dal pianto è forse il sonno della morte men duro?

ei fu siccome immobile dato il mortal sospiro stette la spoglia immemore orba di tanto spiro così la... terra al nunzio sta muta

la donzella che vien dalla campagna


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