Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
‘attraverso interni’, di Daniela Cabrini
Il gesto necessario e dissennato della poesia illumina l’oscurità da cui nasce. La poesia scava ciò che è seppellito, recupera ciò che è naufragato e lo trasforma in senso. L’andare a capo riflette l’oscillare di questo senso trovato, ne asseconda la tensione interiore. Questi reperti non rappresentano oggetti residuali, ma l’inizio di un dire sconosciuto: il senso di quanto il poeta sta per dire ancora non esiste. Il poeta sta per dire con voce d’ossa, di viscere, di cenere, di sogni. L’ascolto di quella parola chiede di mettersi in viaggio verso se stessi. Come se dalle profondità e dall’oscurità venisse alla luce, alla poca luce che ci distingue, l’altezza del pensiero. Come dagli abissi del mare sono nate le vette. Ecco perché la poesia rappresenta, come ci ha detto Bonnefoy, l’improbabile. O la trama e l’ordito dell’assenza. Ecco perché la poesia, ospitando il disvelato, può restituire, rinominate le cose, un mondo che ha preso coscienza del dolore. È il mondo di ‘attraverso interni’. Il rapporto tra il poeta e la scrittura configura molte posizioni, le stesse molte correlazioni che intercorrono tra la poesia e la vita. Daniela Cabrini ci dice che con la poesia possiamo arrivare all’ignoto che abita dentro di noi. L’ignoto del poeta diventa quello del lettore. Il viaggio poetico conduce al centro della nostra interiorità, che si può raggiungere con gli sviamenti, gli spaesamenti creati dalla poesia. In questo luogo senza vie e senza paese trovano casa le “solitudini nelle presenze”, “il terreno fragile dove le orme sono i passi”, quello che “rovescia il dolore in attesa”, “chi vive/ somigliante al respiro di un’ombra”, “l’isola di mare nella terra”, “l’ansia del fiume”, “il plurale di singolari presenze”. Le tre voci protagoniste del “racconto di un dettaglio” si confondono e si rincorrono nel testo, come se da una trenodia diffusa si arrivasse a un canto monodico, fermo e sommesso, caratterizzato, come ha scritto Camilla Miglio, da “una sorvegliata forma, severa come una composizione a canone, con iterazioni e variazioni”. Sorprende in questo libro che poesia sia contemporaneamente racconto, che la voce nitida del poeta sia univoca per stile ma contenga in filigrana le voci e le parole di tre figure. Poesia individuale e insieme plurale. Come ha osservato Franco Gallo: “quasi con stupefazione la ripetizione ineluttabile dell’identico dà voce non soltanto alla maestosa unità del tutto, al suo ripetersi algoritmico e tassellato, ma anche alla piccola sequenza irripetibile del diverso, dell’individuale”. Nella sostanza di questo libro, nella sua materia verbale, il silenzio e le parole trovano egualmente spazio. Le parole non coprono il silenzio, vi si adattano, nascendo in lenta gestazione da un fondo dove si trova il limite del dire: così avere un silenzio comune/ e parole che aspettano quiete/ nelle mani è il canto e la paura.
attraverso interni
racconto di un dettaglio
*
così seguo da molto vicino la fine del volo
non in prossimità non è soglia all’interno
il limite da te fissato era dove io ero infinito
sempre è durante e durata volge a fine
così sopravvive allo spavento chi vive
somigliante al respiro di un’ombra
sempre è durata e durante volge a fine
sotteso all’esistere certo
capovolge il tempo in gesto
*
sempre è incorruttibile essenza
avvolge ogni vita percepita
a distanza lo splendore circonda
così è un abbraccio sconosciuto
nella notte fra pensiero e destino
traccia un arco di possibilità
sempre è distinguere e unire
nel plurale di singolari presenze
nel coro del tempo gli istanti
*
tra le parole una parola assente
allo sguardo più acuto in dono
la terra nelle sfumature d’ossa
chiede un motivo alla caduta
un movente apra il sipario
fra le domande in arresto
così il gioco arriva a bruciare
incensi non profumano l’incendio
incede la resa a quotidiane parole
*
sempre è destino a pezzi di scena
sparsa la vita come i campi
fra contorni in apparenza segnati
interna un’altra voce irrompe
esterno il motivo e il mondo
entra con occhi senza scelta
sempre è paura della rinuncia
bruciante gli istanti e i passi
fra strade nuove in movimento
Daniela Cabrini è nata a Cremona nel 1961. Compie studi scientifici e si laurea in Matematica. Insegna e vive a Cremona. Ha pubblicato ‘Tempo Presente’ (LietoColle, 2002). È presente con un suo intervento di Matematica in ‘I nomi propri dell’Ombra’ (Moretti&Vitali, 2004). Sue poesie compaiono in: ‘L’Ulisse’, ‘Rane, un dito nell’acqua’ (I Quaderni di Correnti, 2004) e ‘I mondi creativi femminili’ (LietoColle, 2006). Per lo stesso editore è stata co-curatrice dell’edizione 2006 de ‘Il segreto delle fragole’.
9 commenti a questo articolo
"attraverso interni", di Daniela Cabrini
2007-06-15 19:34:03|di molesini
Un caro, intanto, saluto a Ranieri Teti. Nel mio patchwork personale vivo questo virtuale reincontro come il saldarsi delle due parti opposte di un filo di metallo in un anello.
"attraverso interni", di Daniela Cabrini
2007-06-14 20:34:50|di rasputin
stefanoeneavirgilio@libero.it
se riesci passa da reggio!!! io lavoro di sera!! vai luigi!!!
"attraverso interni", di Daniela Cabrini
2007-06-13 22:24:39|di luigi
grande rasputin!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
grazie del lupo, a proposito:
1) qual è la tua mail?
2) ci vediamo a modena o dintorni il 22-23 per un calice?
"attraverso interni", di Daniela Cabrini
2007-06-13 21:06:11|
x luigi dal rasputin
in bocca al lupo x il delfini e stracciali tutti il reggiano compreso passatista ed afono!!! vai luigi!!
"attraverso interni", di Daniela Cabrini
2007-06-13 10:08:38|di Martino Baldi
Anche se non ci conosciamo, un "benvenuto tra noi" anche da parte mia.
"attraverso interni", di Daniela Cabrini
2007-06-12 22:44:48|
Contento di essere qui. Grazie a voi per la generosa accoglienza. Ranieri
"attraverso interni", di Daniela Cabrini
2007-06-12 21:57:24|di Luigi Nacci
Caro Ranieri, BENVENUTO!
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"attraverso interni", di Daniela Cabrini
2007-06-15 22:29:27|
Cara Silvia, ricordo un libro di vent’anni fa in cui scrivevi "ho dita senza unghie e graffio con la lingua"... Un saluto a Martino, e complimenti per la scelta di Drummond, sperando che ci sia occasione di un incontro. Ranieri