Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Lunatiche di loro (2 novembre 2003)
Il tempo passò
o ancora no
consumarsi ancora vuole
ancora deve,
nel suo breve scordarsi
delle forme che dentro
vi nacquero
dando nascite
seminando geniture di ritorno
e poi dopo tutto
vi morirono,
vi morirono ricominciando
dalla traccia di silenzio disteso
tra croce cristiana e
letto imbalsamato a lumini
Notturna
Era la cupa notte stregata di
stelle basse sui
rami chiari e
il bambino arrampicato su quei nodi legnosi
della mano alzò un respiro che
giocoso sbatté sul
gufo bianco che
di occhi girati
di lui fissò l’aprirsi di sensi e cuore
reclinandosi poi nel nido
di quel richiamo
ora
nella grancassa di macchina persa
di città
sento il suo
farsi e rifarsi a scatti curvilineo sul ramo
e dietro
l’aprirsi di mano
che sfiora del
gufo il poggiarsi di piuma sui
becchi
scuro
Lei occhi svaniti d’amore
incavati
cuce e ricuce
le celle di sue memorie
di prima
ma
ne vede il nero colare
buio l’amore, la rabbia, le parole del suo tempo
più caro
gira e
rigira ora che
i secondi
scavalcano lontani il suo volto d’ossa
di notte oltrepassata
riempito
segue
nell’aperto giardino
nel tondo d’una vasca
pesci rossi
frecce virgole quasi
le sembrano segnare
una forma
che giovane riflessa la riguarda
la rimanda
Guido Monti nasce a S. Benedetto del Tronto e attualmente vive a Bologna. Questi tre testi sono presenti nella sua prima raccolta poetica intitolata “Millenario inverno”, edita da Book Editore.
7 commenti a questo articolo
da MILLENARIO INVERNO di Guido Monti
2007-06-05 16:53:31|di Christian
Caro A.L., ricordati che qui, all’est, i cannibali ce li mangiamo:-) Un saluto anche a Guido!
da MILLENARIO INVERNO di Guido Monti
2007-06-05 14:16:49|
Caro dott. Sinicco, mi spiace deluderla, ma viaggio solo in onde medie o filodiffusione.
Leggerò il libro, poi saprò dirle nel merito di quello che ha scritto. Che tengo sempre in debito conto, tra l’altro.
Saluti a lei e al signor Monti.
A.L.
da MILLENARIO INVERNO di Guido Monti
2007-06-04 19:22:25|di g.m.
gentiliss.mo
lettore
la ringrazio ancora per le sue parole
un saluto
g.m.
da MILLENARIO INVERNO di Guido Monti
2007-06-04 19:15:52|di Christian Sinicco
Ho operato una selezione dal libro di Guido Monti, tre testi che ritengo azzeccati. Tuttavia il libro, secondo me, in molte parti è appensantito da un voler troppo descrivere dai margini, contornare, una situazione. Ci sono spesso troppi aggettivi (e dove non c’è una separazione data da questa frammentazione del verso, da questo ritmare, il tutto pare un po’ vecchiotto, serenianamente parlando). Forse qui si potrebbe aprire una discussione sul "scrivi come parli, parla come mangi, poi tritura tutto con lo stomaco della poesia", perché altrimenti il linguaggio non è detto sia interessante per un contemporaneo, cioè tra linguaggio poetico e parlato ci potrebbero essere più rispondenze, no? Tanta parte della poesia che leggo, non tiene conto di questo aspetto, chi rifacendosi a modelli, chi ideologicamente optando di fatto per una separazione netta tra "questi due mondi", che per me sono lo stesso, uno integrato (pure come dis-integrato) nell’altro; quindi è proprio questa capacità del linguaggio di essere parola nella bocca di un altro, che forse dovrebbe interessare di più. Non sempre l’evento linguistico è evento che nutre queste possibilità... Questa è una nota al libro di Monti, che sicuramente stona nel mio modo di rappresentarlo, e presentarlo.
Bertoni dice "il cammino ontologico di Monti disegna paesaggi del "dietro" e del "dentro", definendone con esatta emozione la geologia del profondo."
Bertoni potrebbe spiegarci cosa intende per esatta emozione (?!) ma lasciando stare, ora, dove la volontà di precisare e la volontà di utilizzare un certo linguaggio - forse per sfuggire a una deriva minimalista? - si attribuiscono troppa importanza rispetto al ritmo (l’aspetto più interessante del libro, l’aspetto più interessente legato al parlare, al dire, alla parola, della scrittura) si riscontra una perdita d’intensità degli stessi termini utilizzati. Cioè in posizione straniante catturano di più l’attenzione. Scusate la velocità, di queste note, ma son giorni fugaci. Ultima nota: AL usa frequenze fm?
da MILLENARIO INVERNO di Guido Monti
2007-06-04 19:13:58|di Christian Sinicco
Ho operato una selezione dal libro di Guido Monti, tre testi che ritengo azzeccati. Tuttavia il libro, secondo me, in molte parti è appensantito da un voler troppo descrivere dai margini, contornare, una situazione. Ci sono spesso troppi aggettivi (e dove non c’è una separazione data da questa frammentazione del verso, da questo ritmare, il tutto pare un po’ vecchiotto, serenianamente parlando). Forse qui si potrebbe aprire una discussione sul "scrivi come parli, parla come mangi, poi tritura tutto con lo stomaco della poesia", perché altrimenti il linguaggio non è detto sia interessante per un contemporaneo, cioè tra linguaggio poetico e parlato ci potrebbero essere più rispondenze, no? Tanta parte della poesia che leggo, non tiene conto di questo aspetto, chi rifacendosi a modelli, chi ideologicamente optando di fatto per una separazione netta tra "questi due mondi", che per me sono lo stesso, uno integrato (pure come dis-integrato) nell’altro; quindi è proprio questa capacità del linguaggio di essere parola nella bocca di un altro, che forse dovrebbe interessare di più. Non sempre l’evento linguistico è evento che nutre queste possibilità... Questa è una nota al libro di Monti, che sicuramente stona nel mio modo di rappresentarlo, e presentarlo.
Bertoni dice "il cammino ontologico di Monti disegna paesaggi del "dietro" e del "dentro", definendone con esatta emozione la geologia del profondo."
Bertoni potrebbe spiegarci cosa intende per esatta emozione (?!) ma lasciando stare, ora, dove la volontà di precisare e la volontà di utilizzare un certo linguaggio - forse per sfuggire a una deriva minimalista? - si attribuiscono troppa importanza rispetto al ritmo (l’aspetto più interessante del libro, l’aspetto più interessente legato al parlare, al dire, alla parola, della scrittura) si riscontra una perdita d’intensità degli stessi termini utilizzati. Cioè in posizione straniante catturano di più l’attenzione. Scusate la velocità, di queste note, ma son giorni fugaci. Ultima nota: A.L. usa frequenze fm?
da MILLENARIO INVERNO di Guido Monti
2007-06-04 16:57:48|
Mi sono talmente piaciuti questi tre testi, il loro ritmo invernale, sincopato, che tenta una scrittura senza rimandi, figlia di un pensiero che diviene altro proprio nel momento in cui incontra la carta, che ho deciso: mi procurerò il libro!
A.L.
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da MILLENARIO INVERNO di Guido Monti
2008-02-08 21:58:19|
ciao caro guido.morena