Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
inizia a percepire l’idea, efebo
di questa invenzione, questo inventato mondo,
l’inconcepibile idea del sole.
puoi essere un uomo ignorante di nuovo,
osservare di nuovo il sole in un occhio ignorante,
osservarlo chiaramente nell’idea di questo.
non serve tu pensi a una mente inventata origine
di questa idea, né serve comporre per la mente
il grande maestro nella combustione del suo fuoco.
pulisci il sole visto ora nella sua idea,
si lava nella più lontana pulizia del cielo,
noi espulsi e le nostre immaginazioni...
la morte di un dio è la morte di tutto.
lascia il violaceo Phoebus mentire a se stesso all’ombra del raccolto,
lascia Phoebus dormire e morire all’ombra in autunno.
Phoebus è un’idea, efebo. Ma Phoebus
era il nome per qualcosa che non ne avrebbe potuti avere...
c’era un progetto per il sole e c’è un progetto.
c’è un progetto per il sole. Il sole
non tiene alcun nome, l’oro è il suo fiorire, ma può
essere nella difficoltà di essere.
Notes towards a supreme fiction, edito in Italia da Arsenale Editrice col titolo Note verso la finzione suprema, è uno dei più interessanti libri di poesia dello scorso secolo. Condivido l’analisi ritrovabile sul sito de I Miserabili riguardo la poesia di Wallace e, sebbene non abbia letto i testi di Cacciari menzionati, la riporto parzialmente, qui, di seguito. Nella traduzione ho cercato di riprodurre soprattutto il ritmo, conciso e scorrevole, seguendo la semplicità della lingua e le ripetizioni che in Wallace Stevens hanno una funzione di approfondimento ed esplorazione, verso dopo verso, dei punti di vista astratti da cui parte - nonostante l’encomiabile lavoro di Nadia Fusini, che ha curato l’edizione italiana del libro trascrivendo note e lettere dell’autore, la sua traduzione manca in questi elementi, per me fondamentali.
Wallace Stevens, il poeta necessario
Se nella letteratura di area anglosassone esiste un salto tra la modernità e la contemporaneità, questo salto viene compiuto grazie alla poesia di Wallace Stevens. Poeta prediletto dalla critica postmoderna, ipercitato dai pensatori deboli, analizzato in tutte le minime sfumature (che nemmeno il povero Stevens credeva di avere realizzato) da Massimo Cacciari, il poeta americano è, in ogni caso, uno dei pesi massimi del secolo, la versione ancora più moderna ed estrema della rivoluzione di T.S. Eliot. Harold Bloom vede in WS la reincarnazione del meccanismo tra poesia e rimozione che indica la presenza di un grande contemporaneo, pronto a fare il suo ingresso nella galleria dei classici. Nella prospettiva di Bloom, Wallace Stevens, ben più di Eliot, incarna la centralità della "voce psichica" che domina il canone occidentale. Bisognerà dunque liberare il poeta di Key West dalle indebite sovrapposizioni filosofiche - il suo mentalismo è una chimera tutta critica, i suoi testi non aderiscono a una simile vulgata.
L’articolo continua: si possono ascoltare pure diversi file audio. Segue uno scritto di Gianluca D’Andrea da Nabanassar...clic qui
6 commenti a questo articolo
da "Note attraverso la suprema finzione" di Wallace Stevens
2007-06-18 14:45:18|di Christian Sinicco
Grazie Giacomo dell’intervento.
Il tema del libro è centrale nella discussione teorica...scrive il poeta: "Ci sono cose di fronte alle quali sospendiamo la nostra incredulità; se c’è in noi una istintiva volontà di credere, a me pare che possiamo sospendere il dubbio riguardo alla finzione, così come lo sospendiamo di fronte ad altre cose. Ci sono finzioni che sono ampliamenti di realtà."
Sarà vero?
traduzione di Nadia Fusini
2007-06-18 14:36:50|
Comincia, efebo, col percepire l’idea
Di questa invenzione, questo mondo inventato,
L’idea inconcepibile del sole.
Devi tornare l’uomo ingenuo che eri
E vedere il sole con l’occhio ingenuo
E vederlo chiaramente nell’idea.
Non presupporre una mente che crea l’origine
Dell’idea, non creare per quella mente un ingombrante
Padrone avvolto in lingue di fuoco.
Com’è terso il sole se visto nell’idea,
Purificato nella remota chiarità di un cielo
Liberatosi delle nostre immagini e di noi...
La morte di un dio è la morte di tutti.
Lascia che Febo purpureo riposi nel raccolto ombroso,
Che dorma e muoia in ombre autunnali.
Febo è morto, efebo. Ma Febo non era che un nome
Per dire qualcosa che non poteva essere detto.
C’era un progetto del sole e c’è ancora.
C’è un progetto del sole. Il sole, girigoro d’oro,
Non sopporta alcun nome, ma è
Nella difficoltà di ciò che essere è.
originale
2007-06-18 14:29:37|
Begin, ephebe, by perceiving the idea
Of this invention, this invented world,
The inconceivable idea of the sun.
You must become an ignorant man again
And see the sun again with an ignorant eye
And see it clearly in the idea of it.
Never suppose an inventing mind as source
Of this idea nor for that mind compose
A volouminous master folded in his fire.
How clean the sun when seen in its idea,
Washed in the remotest cleanliness of a heaven
That has expelled us and our images...
The death of one god is the death of all.
Let purple Phoebus lie in umber harvest,
Let Phoebus slumber and die in autumn umber,
Phoebus is dead, ephebe. But Phoebus was
A name for something that never could be name.
There was a project for the sun and is.
There is a project for the sun. The sun
Must bear no name, gold flourisher, but be
In the difficulty of what it is to be.
da "Note attraverso la suprema finzione" di Wallace Stevens
2007-06-18 12:14:32|di Giacomo Cerrai
Grazie Christian, per me è un regalo, perchè W.S. è uno dei miei eroi e quindi uno dei poeti che conosco meglio, su di lui ha fatto un bel lavoro anche Massimo Bacigalupo, che ha tradotto Il mondo come meditazione da Guanda,e naturalmente il traduttore storico, quello più attento a certi ritmi, cioà Renato Poggioli con il suo Mattino domenicale da Einaudi, entrambi da leggere assolutamente.
Un caro saluto
G. Cerrai
http://ellisse.altervista.org
da "Note attraverso la suprema finzione" di Wallace Stevens
2007-06-18 10:06:05|di lorenzo
potresti anche postare la traduzione italiana del libro che citi per vedere se è meglio della tua e magari anche l’originale?
grazie
lorenzo
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da "Note attraverso la suprema finzione" di Wallace Stevens
2007-06-20 14:39:51|
Nadia Fusini su "Aurore d’autunno": doppio capolavoro: testi e traduzione.
(La prefazione della Fusini, tra l’altro, vale da sola il prezzo del biglietto).
A.L.