Articolo postato domenica 14 luglio 2013
Siamo a maggio. È primavera, la stagione del risveglio. Un perfetto scrittore progressista del XXI secolo lancia le sue sfide. La prima è che la letteratura, al di là di tutte le lamentazioni che ogni giorno affollano i mass-media, ha ancora un peso enorme. Non a caso i regimi danno fuoco ai libri. La seconda è che le parole hanno sempre cambiato il mondo e lo faranno ancora. La terza è che la letteratura è democrazia.Mi chiedo che idea della letteratura abbia il perfetto scrittore progressista (...)
Articolo postato domenica 14 luglio 2013
Io Boris l’ho conosciuto di sfuggita, giusto il tempo di un caffè, ad una Lucca Comics & Games di qualche anno fa. Non che non lo conoscessi prima, ché non è che vado alle fiere di fumetto e mi siedo al primo tavolo con uno sconosciuto a bere il caffè. L’ho conosciuto attraverso le parole pubblicate sul suo blog, in una incarnazione precedente a quella online oggi, addirittura ho aiutato lui e il suo – al tempo – socio di scorribande sui fumetti, Paolo Interdonato aka Sparidinchiostro ad (...)
Articolo postato domenica 14 luglio 2013
In un saggio del 1936, La radio, l’arte dell’ascolto, un giovanissimo Rudolf Arnheim salutava l’avvento della radiofonia come l’evento che avrebbe finalmente, come già era avvenuto col grammofono, liberato la vera essenza della musica. Potere accedere a un brano musicale senza dipendere dalla visibilità del corpo dell’esecutore avrebbe difatti, a detta di Arnheim, portato a compimento il destino stesso di un’arte che per sua stessa natura non poteva che tendere al trascendimento dei corpi. La (...)
Articolo postato domenica 14 luglio 2013
Ha ragione Nanni Balestrini a dire che nelle pile di libri accatastati nelle nostre librerie, tutti «noiosamente uguali», c’è qualcosa di profondamente «innaturale».
Anche in natura, ci ricorda, ci sono cose uguali, tutte le foglie di un albero, tutti gli esseri umani, ma il loro essere uguali comprende la differenza, ma la «meccanica» questo non può farlo.
Nasceva così la scommessa di Tristano, un libro solo che è tanti libri, nasceva apparentemente come risultato di un’operazione fortemente (...)
Articolo postato sabato 6 luglio 2013
Autoanalfabeta University of Utopia è una scommessa su una speranza concreta: quella del cambiamento.
Certo: politico, innanzi tutto.
Ma potrà mai darsi questo cambiamento politico se i linguaggi che abbiamo a disposizione per pensarlo, organizzarlo sognarlo, realizzarlo non saranno essi stessi frutto e luogo del cambiamento?
Non si dà un’Utopia che non sia prima di tutto in un linguaggio, che non sia, prima di tutto, un linguaggio.
E non si dà cambiamento che prima non sia stato covato (...)