Cantieri Internazionali di Poesia
V Edizione

Monfalcone
29 settembre - 2 ottobre 2010

Direzione artistica: Lello Voce
Collaborazione artistica e scientifica: Luigi Nacci e Gianmaria Nerli

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pubblicato domenica 17 ottobre 2010
Radio Sherwood in trasferta a Monfalcone intervista Henry Bowers, ospite del Festival Giovedì 30 settembre. Sherwood Web (...)
pubblicato mercoledì 13 ottobre 2010
Contemporanea Leggere, raccontare, riflettere di Ennio Cavalli Tendenze, dibattititi, novità letterarie, teatrali o cinematografiche, eventi, (...)
pubblicato martedì 5 ottobre 2010
Chiude i battenti il festival diretto dal poeta e scrittore Lello Voce, che in cinque anni ha portato a Monfalcone più di 150 artisti da ogni (...)

MARAM AL MASRI

Articolo postato venerdì 10 settembre 2010

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Maram al-Masri
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera

(Latakia, 2 agosto 1962), è una poetessa e scrittrice siriana.

Vive a Parigi dal 1982. Autrice di quattro raccolte di poesie:

* Una abitante della Terra in Ti minaccio con una colomba bianca (Damasco, ed. Ministero dell’Educazione, 1984)

* Ciliegia rossa su piastrella bianca (Tunisi, ed. L’or du temps, 1997)

* Ti guardo (Beirut, ed La società della Stampa per la Distribuzione e la Pubblicazione, 2000)

* Il ritorno di Wallada (Granada, ed. Universidad de Granada, 2007)

Il suo stile poetico non si può facilmente inquadrare in una ben precisa corrente letteraria, occidentale o araba. Nello stesso tempo, sembra che abbia fatto scuola tra molte giovani poetesse arabe.

La sua è una poesia d’amore di tipo intimistico, libera nel verso e nella metrica, la cui originalità consiste nella resa, in pochi versi, di immagini poetiche pregnanti e d’effetto, e nella frequente ricerca del verso finale "a sorpresa", ironico o straniante.

Le definizioni di poetessa della naïveté e di poesia di myricae [1] si inseriscono in riferimento al linguaggio usato che risulta, ad una prima lettura, ingenuo, scarno ed infantile, ma in realtà frutto proprio di quest’attenta ricerca dell’immagine poetica essenziale, racchiusa in poche battute fulminee. Gesti e oggetti quotidiani vengono semantizzati, umanizzati e caricati di forti significati: dal cappotto al bottone, la finestra, la bambola, le caramelle e le bolle di sapone.

Per via della brevità di alcune poesie, scritte come se fossero frammenti, e del loro contenuto amoroso, Guy Bennett [2] ha avuto l’impressione che richiamassero fortemente la poesia di Saffo, per questa tendenza a focalizzarsi su una singola idea o azione.

Queste considerazioni valgono in generale, perché, ad un’analisi più approfondita delle sue opere, si ricavano anche altri temi, oltre l’amore, che hanno sempre un sapore autobiografico, come: la solitudine dell’immigrato (la poetessa è di origini siriane ma trapiantata in Francia), la nostalgia della propria terra e la libertà della donna. Cambiando le tematiche, cambia anche il linguaggio che diventa più descrittivo e ornato.

I suoi libri sono stati tradotti in italiano, inglese, francese, corso, serbo-croato e spagnolo. In Spagna, Te miro è rimasto per un mese tra i primi dieci libri di poesia più venduti. Ha scritto anche dei racconti pubblicati in riviste letterarie arabe ed europee. Alcune sue poesie sono state inserite in recenti antologie di poeti arabi contemporanei.

Maram al-Masri è nata nel 1962 a Lattakia (Siria), sulle rive del Mediterraneo, ad appena venti miglie marine dall’isola di Cipro. Vive a Parigi dal 1982. Dopo un primo libro pubblicato nel 1984 a Damasco, pubblica a Tunisi nel 1997 “Ciliegia rossa su piastrelle bianche”, che viene accolto con entusiasmo dalla critica dei paesi arabi. Questo libro viene poi tradotto con sempre crescente successo nel mondo occidentale, in spagnolo, francese, inglese, corso e finalmente in italiano

Scrive di lei il grande poeta Adonis: “Due cose mi attraggono nella scrittura di Maram al-Masri. La prima è il modo con cui Maram riesce a dare forma linguistica alla sua femminilità, vissuta ed immaginata con purezza originale, ma che scivola poi con le parole, le sensazioni e le impressioni, in modo libero attraverso i labirinti dell’erotismo. La seconda è come tutto ciò sia tradotto in una scrittura che pare non tanto tecnica quanto organica, fatta di passione, di quotidianità, di cose semplici ma calorose ed incontenibili, al punto che tutto il suo corpo ne venga coinvolto, per fermarsi invece quasi all’orlo della lingua…” E Michael Binyon su “The Time” …scrive degli oggetti di tutti i taboo - passione fisica - mancanza di fede - adulterio - solitudine - disperazione - con tale candore ed intensità, che potrebbero farla diventare un simbolo anche per gli occidentali. Al-Masri evoca momenti di violenza ed intensità con una intelligente, abile miscela di fantasticheria e penombra, trafitta da forti, precisi dettagli.

- http://www.poiein.gr/archives/85/in...

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