Articolo postato mercoledì 1 settembre 2010
Fra le più belle sorprese che mi ha riservato quest’estate c’è senz’altro l’incontro, e la prolungata frequentazione, con l’adorabile famiglia Amato: composta da Carlo Amato, sua moglie Anna Maria Piccoli e il loro piccolo Francesco. Carlo (compositore-bassista) e Annamaria (autodefinitasi artefice di “architetture umane”, operatrice culturale), insieme ad Andrea Satta (poeta-cantante), costituiscono una parte fondante dei Têtes de Bois, fra i gruppi più interessanti dell’odierno panorama (...)
Articolo postato martedì 27 luglio 2010
Chissà se qualcuno ha poi trovato il tempo di leggere e, soprattutto, di ascoltare le quattro canzoni del primo MélosPolitico. Forse ho un po’ esagerato nelle dosi. Anche per questo ho fatto passare un po’ di tempo prima di decidermi a proporvi, come promesso, una breve analisi di Pedro pedreiro e Construção / Deus lhe pague. Non si spaventi chi è sprovvisto di competenze tecniche: in fondo i fenomeni poetico-musicali in questione, tutti facilmente percepibili al primo ascolto, possono anche (...)
Articolo postato martedì 29 giugno 2010
Sarà che quando ho scritto questo post era sabato 19 giugno, compleanno di Chico Buarque (me l’ha ricordato a sua insaputa un fisarmonicista rumeno, che per la strada suonava ‘Tanti Auguri a Te’ senza un perché). Sarà che la notizia dell’ennesimo attentato alla Cultura (ai danni proprio di Absolute Poetry!) mi ha riempito di un sentimento misto di cupa desolazione e ira furibonda. Sarà che le pronte reazioni di Luigi Nacci, Lello Voce, Hanna Derrida (qui su La Scimia e AbsoluteVille)—così (...)
Articolo postato venerdì 11 giugno 2010
Continuo a sognare un Paese in cui non esistano più barriere fra ‘colto’ e ‘popolare’ (d’ora in poi da considerarsi implicitamente fra virgolette). Un Paese in cui pensatori ed esteti, critici e filologi, arbitri del gusto e sacerdoti delle belle arti, una volta discesi dall’alto delle loro cattedre e cattedrali, dai picchi vertiginosi della loro smisurata sapienza, abbiano finalmente smesso di guardare con repulsione e terrore a tutto ciò che possa ‘venire dal basso’. Ma anche un Paese in cui i (...)
Articolo postato lunedì 31 maggio 2010
A volte le parole ‘antiche’ sono così potenti, nella loro sintetica eloquenza, da rivelarsi semplicemente insostituibili; tanto da scavalcare parole solo in apparenza più ‘moderne’ e acquisire risonanza universale. È questo anche il caso di un vocabolo greco classico come Mélos (da non confondersi con Melodía, unione di mélos e odé, a significare qualcosa di più simile al nostro ‘canto’ o ‘melodia vocale’). Almeno nella sua accezione platonica, mi è sembrato questo l’unico termine capace di riassumere non (...)