Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

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“poesia uno” (il verri, n. 39) ovvero la poesia anoressica

Articolo postato martedì 2 giugno 2009
da Valerio Cuccaroni

Come sta la poesia italiana? È una domanda che si sente spesso ripetere, una domanda dunque in cui risuona il timore che le sue condizioni siano ulteriormente peggiorate.

E c’è chi ne osserva le numerose ferite, molte delle quali infette, altre incancrenite e putrescenti, con gusto sadico. C’è chi, inorridito, gira la testa dall’altra parte. La maggioranza chiassosa ignora persino che sia ancora viva, la poesia. C’è chi, infine, come un chirurgo, è abituato a prendere il bisturi. E opera, non smette mai di operare.

E proprio una operazione a cielo aperto sembra poesia uno, la prima parte di numero doppio che la rivista «il verri» ha deciso di dedicare alle poetiche e alla poesia contemporanee.

Come ogni operazione che si rispetti, presuppone una diagnosi: «stiamo vivendo un momento magro della poesia, - afferma, infatti, la curatrice Milli Graffi - senza quel tipo di fervore e di promozione creativa che accompagnava i vari movimenti conosciuti nel Novecento, e anche senza quell’opposizione scandalizzata e restauratrice che a quei movimenti si opponeva.» Una diagnosi che, per fortuna, non si chiude nella nostalgia per la scomparsa età dell’oro ma si apre all’ascolto: «D’altra parte, però, non si può dire che sia un momento di stasi, anzi le attività pubbliche, gli eventi, le commistioni poesia/musica, i blog on-line [...], le letture, le performance sono particolarmente numerose [...]. Possiamo dire che siamo in un momento di attesa?»

Quindi, inizia la vivisezione. La inaugura, con un gesto stizzito, il Maestro Francesco Leonetti:

«Certo noi finiamo ognuno per suo conto,
dentro la scatola di legno, fatta
per noi, sotto la terra nera e buia.»

Ecco la morte del poeta. Cioè la morte della poesia. Allora, giù, nel «bordello, caos, inferno, o merce». E quali miglior guide che Sanguineti e Zanzotto, con cui si addentra nel dedalo, colloquiando, Niva Lorenzini?

Poi, di nuovo Leonetti, che, dopo aver bestemmiato al cielo, evoca l’avanguardia, come una prosecuzione del rito iniziato con i versi inaugurali.

Si prosegue con un Nanni Cagnone che si sente di appartenere alla categoria dei «posteri, arrivati a cose fatte, troppo tardi». E una lunga riflessione sul tempo è quella espressa da Gabriele Frasca nella prosa saggistica I perditempo del tempo perduto. Con la morte degli operai della Thyssen si spalanca il trittico del “silenzio” di Valerio Magrelli, che si richiude con la morte di Totò.

Si potrebbe continuare a lungo. Gli altri interventi, fra cui quelli di Cepollaro, Voce, Mesa, Pugno, Inglese e Fiori, meriterebbero ciascuno un post. Lo spazio e il tempo però stringono. Allora chiudiamo, segnalando i poeti pubblicati nella seconda parte del numero: Elisa Biagini, Gilda Policastro, Alessandro De Francesco, Marilena Renda, Silvia Cassioli, Dome Bulfaro, Adriano Padua, Antonio Loreto, Antonella Doria, Antonella Bukovaz.

Canto d’ingresso

[Ucraine, Moldave, Russe con bigodini in testa.
Parco della Resistenza. Domenica. Dopo la messa ortodossa]

in camio ti porta Signore a confine
in piedi nel gelo di freezer
in mezzo a la carne di maiale

poi in macchina chiude
in dietro di bagagliaio
mano legate piedi con corda
con nastro marrone

poi c’è strada la notte
per mesi
la fuga

poi c’è casa in campagna
donna malata che
non può parlare:
la bada

Gian Maria Annovi

«il verri», n. 39 / poesia uno, 2009

9 commenti a questo articolo

“poesia uno” (il verri, n. 39) ovvero la poesia anoressica
2009-08-01 02:22:09|di Matteo Veronesi

E’ vero, mi sono contraddetto, senza accorgermene. D’altro canto, la poesia "non divide il sì dal no". "Sono vasto, contengo moltitudini" (Whitman: che non si saprebbe, a ben vedere, se definire classico o moderno).


“poesia uno” (il verri, n. 39) ovvero la poesia anoressica
2009-07-31 21:55:14|di Lello Voce

Sorry, ma a questo punto o io non mi sono spiegato bene, oppure io, bada, io, non riesco a capire se tu non sei più d’accordo con il te stesso del precedente commento, o invece, io, bada, io, non ero d’accordo con qualcuno che in realtà era d’accordo con me....

o no?
lv


“poesia uno” (il verri, n. 39) ovvero la poesia anoressica
2009-07-31 19:58:39|di Matteo Veronesi

Ma, come insegna il sapido paradosso, Achille non raggiungerà mai la tartaruga, né la freccia colpirà mai il bersaglio. La poesia è appunto quella distanza eternamente incolmabile, quell’interminabile, asintotico appressamento. Nel quale ogni distinzione fra tradizione e avanguardia sembra perdere di senso - l’una e l’altra ugualmente, infinitamente distanti dal proprio compimento, che si situa in altro luogo e altro tempo - o forse in nessun tempo e in nessun luogo, divenendo così ogni scrittura una devota venerazione del vuoto, un assurdo e sterile ascolto del nulla - o meglio di di quel quasi-nulla, quasi-zero, quasi-silenzio che è, sottilmente librata sul clamore, sul mormorio, sulla chiacchiera, la parola poetica.


http://nuovaprovincia.blogspot.com

“poesia uno” (il verri, n. 39) ovvero la poesia anoressica
2009-07-31 19:18:44|di Lello Voce

peccato che ogni rinnovamento della Tradizione si compia in nome dell’impossibilità di ogni cambiamento, e ogni metamorfosi dell’Avanguardia non sia altro che la medesima smorfia, pronta al Museo al Presente.

Ciò che manca davvero è il futuro.Che non sta né nelle mani di Achille, né sotto il guscio della Tartaruga, ma esattamente nello spazio che li separa.
Perché ogni Rivoluzione, se è, è una rivoluzione ’fragile’.
Ed è ciò che mi auguro.

lv


“poesia uno” (il verri, n. 39) ovvero la poesia anoressica
2009-07-31 12:57:08|di Matteo Veronesi

Come diceva Paul Valéry, la tradizione si rinnova; l’avanguardia, invece, non cambia mai...


http://nuovaprovincia.blogspot.com

“poesia uno” (il verri, n. 39) ovvero la poesia anoressica
2009-06-24 20:54:07|di Valerio

Sì, Christian, sei stato tratto in inganno. La sinteticità non aiuta. Il mio voleva essere un invito alla lettura di un numero del Verri che tenta di riaprire un discorso, in modi del resto nient’affatto passatisti.

La curatrice, Milli Graffi, sottolinea un dato innegabile: «stiamo vivendo un momento magro della poesia, senza quel tipo di fervore e di promozione creativa che accompagnava i vari movimenti conosciuti nel Novecento». Al posto di Novecento, certo, la Graffi avrebbe potuto scrivere Ottocento, Settecento, Seicento o qualsiasi altro secolo, fino al Duecento, quando gli Stilnovisti si ponevano in antitesi ai guittoniani. Forse non avrebbe alimentato in te quel fastidio per le baruffette elitarie che tanto in superificie hanno segnato il secolo scorso e che ti ha fatto sbottare.

Oggi, davvero, si vivacchia. Non è colpa dei poeti, certo, tutti noi vivacchiamo. Subiamo ogni giorno qualsiasi tipo di angheria, scandalizzandoci mezzora, poi andiamo su Facebook, condividiamo la nostra indignazione con gli “amici” e con la coscienza apposto torniamo alla routine.

Ti consiglio di procurarti il numero. Le poesie di Leonetti, Magrelli, Mesa e molte di quelle pubblicate nella sezione Nuovi poeti, fra cui i versi di Annovi e del nostro Padua, valgono ben una lettura. Nell’attesa che il discorso sulla poesia si riaccenda e alimenti il prossimo banchetto.

Cosa intendi per territorio?


Argo

“poesia uno” (il verri, n. 39) ovvero la poesia anoressica
2009-06-08 14:01:46|di Christian

Siamo in un momento di attesa, ma di che? Sono dell’idea che si sia esaurito proprio il modo di fare tipico dei movimenti, dell’operare tipico in funzione di categorie e della dialettica "chiusa", nel senso della baruffetta elitaria di questi ultimi tempi (30 anni?), tra diverse posizioni ("opposte" ideologie?). Una cosa che qua si dice da qualche anno, sarebbe una sorta di largo studio dei poeti a partire dal territorio: forse bisognerà Valerio che ci pensiamo, giusto per fornire qualcosa di succoso alla critica che procedendo per passaparola e ammiccamenti rischia di rimanere a bocca asciutta e sdentata.
Inoltre mi pare di capire che proprio una fase progettuale aperta, di largo dibattito, sia una provocazione iperuranica...non avendo letto la rivista, forse sono tratto in inganno da come hai postato. Scusami l’humour noir.


“poesia uno” (il verri, n. 39) ovvero la poesia anoressica
2009-06-02 20:22:04|di lorenzo

dimenticavo... (perché lo conoscevo):

Alessandro De Francesco è nato a Pisa il 29 settembre 1981. Ha compiuto studi di filosofia, letteratura, musica e arti elettroniche a Pisa (dove si è laureato in Filosofia con una tesi su Mallarmé), Firenze, Siena, Parigi e Berlino. È attualmente dottorando in Letterature comparate al Centre d’Études Poétiques dell’École Normale Supérieure LSH di Lione. Ha pubblicato poesie e saggi critici su varie riviste, tra cui Caffè Michelangiolo, Atelier ed Écritures, ed è stato finalista al Premio di Poesia Lorenzo Montano 2006. Conduce inoltre un’intensa attività come performer, coniugando parola poetica, spazi installativi e suono digitale (o.m., Berlino 2005; :poesia:suono:spazio, Pisa 2005; sosta#1, Berlino 2006; sosta#3, Lipsia 2006; lo spostamento degli oggetti, Amsterdam 2007-08, in corso di realizzazione). Nel 2007 il suo primo volume di poesie sarà pubblicato presso Cierre Grafica (Verona).


“poesia uno” (il verri, n. 39) ovvero la poesia anoressica
2009-06-02 20:18:34|di lorenzo

per chi ne avesse bisogno (come ne avevo io) incollo le biografie dei poeti pubblicati nella seconda parte del numero così come le ho trovate in rete, enfasi escluse (eccezion fatta per elisa biagini, credo nota a tutti, e di dome bulfaro e adriano padua, redattori di questo blog).

Antonella Doria, siciliana di Palermo, è specializzata in scienze sociali. Dal 1970 è domiciliata a Milano dove lavora e sviluppa il suo progetto di scrittura poetica. Attualmente vive fra Milano e la Liguria. Condivide con associazioni, movimenti e con il mondo delle donne l’impegno per la pace, la dignità e i diritti dei popoli. È ideatrice di iniziative poetiche, fra le quali nel 1999 “Concerto di Poesia”, una due giorni contro la guerra da cui in seguito è nata, impreziosita da una nota del vincitore del Premio “Nobel” Dario Fo, la raccolta Poesia contro Guerra, edizioni Punto Rosso, Milano, 2007.
Fa parte dell’Associazione “Casa della Poesia al Trotter” di Milano. È nel comitato di direzione della rivista di ricerca letteraria «Il Segnale» e nella redazione di «InOltre», rivista di antropologia, politica e cultura.
Suoi scritti e testi poetici sono presenti in numerose antologie: una fra tutte Poeti per Milano, curata da Angelo Gaccione nel 2002 per la Viennepierre Edizioni di Milano.
Nel 1996 si è aggiudicata il premio “Selezione Adonai — inediti poetesse”. Nel 1998 la Book Editore di Castel Maggiore (Bologna) le ha pubblicato il volume di versi Altreacque (recensito favorevolmente dalla critica su periodici come ad esempio «L’Indice dei libri del mese» o «Poesia» e segnalato in svariati premi letterari fra cui il “Lorenzo Montano”). Nel 2004 si è piazzata prima al Premio “Il Porticciolo” di Sestri Levante (Genova) con il poemetto inedito Medi terraneo,
poi dato alle stampe nel 2005 dalla Ibiskos Editrice di Empoli (Firenze).
È stata segnalata nel 2006 al Premio “Lorenzo Montano” per Metro polis, opera inedita costituita dai due poemetti complementari Lan e Ziz.

Silvia Cassioli è nata nel 1971 a Torrita di Siena. Nel 2005 ha pubblicato con l’editore Manni di Lecce El gran magnún de la Finanza, un poemetto illustrato in sestine di endecasillabi che si rifà alla tradizione dei cantastorie. Nel 2007 ha curato per La Nuova Italia editrice un volumetto dedicato alla letteratura contemporanea internazionale. Nel 2008 il suo secondo lavoro in versi, Alla dottoressa M, per un’analisi, è stato incluso nell’antologia Il volo del calabrone per i tipi del Battello Stampatore di Trieste.

Antonella Bukovaz (Cividale del Friuli, 1963) è originaria di Topolò-Topolove, borgo sul confine italo-sloveno, nelle valli del Natisone. Lì ha cresciuto le sue figlie, e scritto poesie che sono confluite in un libro, “Tatuaggi”, edito da Lietocolle
(2006). Dal 1995 ha partecipato a diverse rassegne di arte contemporanea in Italia e in Slovenia; dal 2005 si dedica prevalentemente alla poesia e alle interazioni tra parola, suono e immagine in forma di lettura, videopoesia e video-audioinstallazione. Ha realizzato i suoi lavori collaborando con i musicisti Sandro Carta, Marco ossutto,
Hanna Preuss, Antonio Della Marina. Nel 2008 ha scritto “Storia di una donna che guarda al dissolversi di un paesaggio” con le musiche di Teho Teardo e le immagini video di Leonardo Gervasi (premio Delfini 2009). Collabora alla realizzazione di Stazione di Topolò/Postaja Topolove. Insegna, in lingua slovena, nella scuola bilingue di San Pietro al Natisone. Vive a Cividale del Friuli.

Antonio Loreto è nato a Tricarico, piccolo borgo lucano, nel 1975. Vive e lavora tra Monza e Milano. Laureato in Letterature Comparate, si occupa di studi novecenteschi. Ha dedicato un
saggio a Variazioni belliche di Amelia Rosselli (in La furia dei venti contrari. Variazioni Amelia Rosselli, a cura di Andrea Cortellessa, Le Lettere, Firenze 2007) ed uno a problemi di critica letteraria e critica d’arte (in «il verri», n. 36,
2008). È attualmente alle prese con l’opera di Nanni Balestrini, oggetto della sua tesi di dottorato in «Storia
della lingua e letteratura italiana» all’Università degli Studi di Milano. Si esibisce in performance videopoetiche, e sulla carta non è un poeta.

Gilda Policastro è nata a Salerno, vive a Roma e collabora con le Università di Siena e Perugia. Ha partecipato a Romapoesia e a RicercaBo (laboratorio di scrittura creativa), oltre che a varie performance poetiche. Suoi testi sono apparsi sulle riviste «l’immaginazione», «il Caffé illustrato», «il verri» e
in due libri d’arte: Dove, edizioni Ogopogo (Agromonte, 2007) e Stagioni, Associazione culturale “la Luna”, Grafiche Fioroni (Casette d’Ete, 2008). Suoi testi poetici e in prosa sono in uscita in raccolte e antologie. Ha scritto il romanzo inedito Remi e altri, forse, ne scriverà.

Marilena Renda è nata a Erice nel 1976. Ha pubblicato in rivista saggi su Bassani, Levi, Rosselli, Ortese, Insana. Ha partecipato al volume collettivo Compagni di strada camminando (2003). Nel 2001 ha pubblicato per Kepos la sua prima raccolta, Ceneri minime. Insegna e traduce. Suoi testi sono stati
pubblicati su Letture, Nazione Indiana, Il Caffé Ilustrato, il verri.


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