Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Storie di animali è una mostra che inaugura il 20 gennaio alla galleria Citric di Brescia (Via Trieste, 30) ed è la prima di due mostre cha hanno l’intento di analizzare i concetti di narrazione, di racconto, di suggerimento, sia che essi si esplicitino attraverso l’uso della parola, orale o scritta, sia che essi si esplicitino attraverso immagini.
Dal comunciato stampa:
"Erica Fenaroli (Brescia, 1974) esplora le potenzialità espressive offerte da linguaggi artistici differenti - il racconto, la fotografia, gli origami, i disegni - che vengono fatti entrare in risonanza tra loro attorno ad un tema centrale. Il racconto presentato in quest’occasione, Il palio delle rane, indaga il limite che spinge l’uomo alla violenza fuori e dentro di sé. Il linguaggio usato prende a prestito un ritornello da una favola trasformandolo da gioco in tragedia, da energia a sparizione. I disegni presentano un tratto semplice, pulito, un tratto che non vuole descrivere gli oggetti, ma si limita a suggerirli, lasciandoli sospesi nello spazio bianco del foglio. Anche nelle fotografie, i cui titoli sono solo suggeriti, tra parentesi, si avverte un’energia silenziosa, trattenuta, impercettibile. Gli oggetti rappresentati sono privati di qualunque contesto e sembrano materializzarsi come immagini di puro pensiero, immagini che emergono, nella loro intensa semplicità, dallo sfondo di una malinconia silenziosa.
I disegni, i dipinti, le sculture di Davide Rivalta (Bologna, 1974) sono opere di forte impatto, massicce, fisiche, eppure delicate ed estremamente raffinate. Gli animali realizzati in bronzo, in gesso o disegnati su una parete come graffiti, reclamano un proprio spazio, forse desiderosi di muoversi, di scaricare la propria energia in un atto che non viene rappresentato, ma che si può intuire nella postura dell’animale, còlto prima di un’azione, prima dell’attacco. Rivalta lascia spazio così alla libertà di interpretazione, perché l’opera, sebbene sia molto realistica e tecnicamente precisa, non è completamente finita, lascia sempre qualcosa in sospeso, richiede uno scontro con il pubblico sia a livello visivo sia a livello emozionale. Qui la storia non è stata scritta. E’ come fosse solo accennata, per poter essere continuata da chi sente necessità di farlo."
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